La Fiom e Pomigliano, come analizzare la questione?

IDEM.

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L'accordo di Pomigliano "detta la linea" a tutto il padronato italiano, è un accordo infame, che va al di là dei soliti accordi bidone firmati da quei farabutti dei sindacati, perché impone un ritorno alle condizioni "ottocentesche" o che esistono nel settore diffusissimo del nero: il padrone può fare praticamente quello che vuole e licenziarti seduta stante, senza tanti "lacci e lacciuoli", per quanto esili siano.

L'articolo specifico su Pomigliano verrà presto pubblicato sulla homepage.

la lettera degli operai polacchi mi pare molto + che significativa.

l'unico modo per provare ad opporsi senza essere sconfitti in partenza consiste nella mobilitazione unitaria tra i lavoratori, anche a livello internazionale che è poi il livello su cui si pone la stessa fiat.

rigettando al mittente quella boiata democraticista del referendum sull'accordo: che scelta ci può essere quando il ricatto è tra perdere il lavoro o tenersene uno di merda ?

lorsignori vogliono degli schiavi rassegnati ( a pomigliano come a termini imerese, in polonia come in serbia o brasile ) - avranno invece una rivolta ??

Sarebbe l'ora !

altra cosa:

la fiat pare prepari una marcia a sostegno del referendum usando galoppini ed lavoratori + ricattabili o paurosi - vedi link

manifestino.blogspot.com

nessun sindacato x ora manco ha dichiarato 1 sciopero nazionale di categoria a sostegno della vertenza, che segnerà di sicuro uno spartiacque x tutti i metalmeccanici nn solo a pomigliano - nè un corteo il giorno del referendum o cose simili.

Nè tantomeno, x quanto ne sappiamo al momento, sta provando a stringere rapporti coi lavoratori polacchi estensori della lettera x provare ad organizzare qualche iniziativa di lotta a livello internazionale.

Mah, senza parole !!

mi pare un'ulteriore conferma del fatto che Sindacato e Lotta di classe sono 2 cose ben differenti e distinte...e che i lavoratori sono "costretti" ad autorganizzarsi le lotte se vogliono provare a difendere i loro interessi immediati.

saluti

ancora: mi pare significativo il fatto che Fiat ci tenga così tanto al consenso. Forse ha ben compreso che la profondità della crisi è tale che "nn basta" imporre la propria volontà ( quella del profitto, cioè ) come sempre in passato ma "serve" anche il "consenso" degli schiavi, senza il quale la fabbrica nn può funzionare alle nuove regole, che devono esser convinti cioè che nn c'è alternativa... questo mi sembra il senso del referendum cioè nn basta addomesticare il proletariato con la violenza del ricatto, serve anche il suo consenso (estorto ovviamente) per capire quanto profondo è il proprio grado di dominio di classe. la democrazia si dimostra il miglior involucro del capitalismo nn a caso. saluti

Un testo interessante sull'argomento:

roma.indymedia.org/node/22298

Saluti

mi sembrano assai condivisibili nella sostanza le riflessioni del compagno del link sopra...

avevo letto considerazioni simili anche sulla newsletter di n+1...

resta il fatto che pochi, credo, avrebbero scommesso in anticipo sul 50% circa di "NO" operai all'accordo.

x noi rivoluzionari l'orizzonte è quello di far trascrescere le lotte sul terreno politico, del potere - far spostare su tale terreno minoranze anche piccole di lavoratori e quindi ci interroghiamo su come ciò possa avvenire ( cosa che nell'intervento mi sembra manchi )

saluti

riporto la seguente e recente lettera degli operai polacchi.... Lavorare con lentezza *Dagli operai polacchi della Fiat di Tychy, una lettera di solidarietà ai licenziati Fiat*

Colleghi di Fiat Italia, noi ammiriamo enormemente la vostra lotta contro gli attacchi alle vostre condizioni di lavoro e i vostri diritti fondamentali. Il licenziamento di Pino Capozzi mostra la vera natura dell'azienda per cui lavoriamo. E' un attacco al diritto basilare dei lavoratori di poter protestare e dissentire con le scelte della dirigenza. Stiamo assistendo alla crescita di un nuovo totalitarismo - quello che viene chiamato "Corporate Power". Nei luoghi in cui i lavoratori sono troppo deboli per resistere esso si configura come un vero e proprio sistema di terrore. Disgraziatamente i sindacati qui a Tychy hanno deciso che noi dobbiamo starcene tranquilli, da bravi servi, e pregare Fiat di non toglierci il lavoro. Ma alcuni di noi domani lavoreranno molto, molto lentamente. Sarà un piccolo segno di solidarietà verso di voi. Tychy (Polonia), 15 luglio 2010

ma ai giornali italiani dei polacchi non importa nulla per loro conta solo il privilegio italiano

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