Immigrato (Giacomo, 2005)

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Quel giorno fu un giorno triste
quando dovetti partire
lasciar la mia terra natale
per approdare in un mondo ostile

Avevo solo vent’anni
ma un viso già da clandestino
quando arrivai in Europa
senza una casa e un amore vicino

Ho fatto cento mestieri
dai campi fino in fonderia
con me tanti altri stranieri
lavoro nero o foglio di via

Uscire e sentirsi guardati
come nei da tollerare
se poi qualcuno sgarra
diventiam tutti da linciare

E bene, bene che vada
ti danno l’integrazione
il diritto di farsi sfruttare
sì, però senza discriminazione

Ma oggi qualcosa è cambiato
oggi una ragione ce l’ho
per dire a chi mi ha insultato
domani io meglio ti risponderò

Oggi, oggi ho parlato
con un altro che lavora con me
il primo che non mi ha compatito
e mi ha detto: lottiamo uniti io e te