Sinistrismo istituzionale

Ogni partito della "sinistra" borghese ha immancabilmente la sua corrente interna di...sinistra. Anche Rifondazione non è venuta meno alla regola e si è spinta addirittura fino al parto di un blocco gemellare fra i gruppi di Falcemartello e di Proposta. Il neonato Progetto comunista ha subito mostrato la propria indole politica riformista e collaborazionista, con la consueta maschera di movimentismo radicaleggiante, allo scopo di imbrigliare quel po' di malcontento sempre presente nella base dei partiti della "sinistra" borghese, costretti a giornaliere capriole e giochi delle tre carte.

Sparpagliato fra gruppi, tendenze e leghe, una fetta del trotskismo più degenerato si trova alla testa di quest'altra "opposizione critica" che tutto appoggia purché le si riconosca ufficialmente il proprio ruolo di mediatore politico fra proletariato e borghesia "progressista". Ingrediente indispensabile, quest'ultima, per la costituzione fantasiosa di fronti popolari, alleanze nazionali e altre simili "torte" politiche confezionate nel secolo trascorso. La ricetta è infatti presente nel curriculum vitae di tali gruppi e personaggi, sia a proposito di sostegni elettorali e collaborazioni politiche con i partiti stalinisti, ieri, e sia con quelli più o meno antistalinisti, oggi, come nel caso di Rc.

Si sceglie, insomma, il famigerato "male minore", come di volta in volta i borghesi hanno inculcato nelle teste dei proletari. E per dimostrare che si è pur sempre più a...sinistra degli altri, si vagheggia attorno a programmi di...governo popolare basati su "tassazioni progressive a profitti e rendite, patrimoniali su grandi ricchezze, eliminazione di alcuni privilegi della classe borghese", ecc. Votati, logicamente, dalla maggioranza dei "cittadini" e approvati dal parlamento dello Stato borghese.

Senza alcuna assimilazione fra queste creste di gallina e la criniera leonina di un Trotsky, il richiamo al programma di transizione allora elaborato per la IV° internazionale (1938) diventa inevitabile. Anche quello, nella ricerca di una impossibile immediata ripresa della influenza rivoluzionaria sulle masse, finiva col ridar credito - solo in dosi quantitative più spinte - al "programma minimo" con il quale le socialdemocrazie europee hanno gradualmente distrutto la pratica e gli obiettivi della lotta di classe nelle file proletarie. Fino a irregimentarle nelle "lotte" per la difesa del proprio Stato, in versione democratica. liberale o..."soviettista". Uno Stato che si poteva, e sempre si potrebbe secondo questi signori, politicamente migliorare.

Naturalmente, un'altra cosa sono le lotte di difesa della classe dagli attacchi del capitale ai suoi interessi anche immediati, e nelle quali i comunisti devono intervenire per chiarire i reali sbocchi e le necessarie implicazioni.

La bacchetta magica per portare in tavola i piatti intermedi tratti dal menù transitorio sognato anche dall'ultimo Trotsky, sarebbe la solita "alternativa di sinistra" democratico-parlamentare, il famoso "entrismo" nei...gabinetti di un governo più a sinistra dei precedenti. Un velo pietoso va steso infine su altri trotskisti (ce ne sono per tutti i gusti) che, se denunciano queste deviazioni dei loro parenti "centristi" più apertamente asserviti allo Stato borghese, glorificano tuttavia e contemporaneamente "le conquiste realizzate nello Stato operaio (?) della Germania Est (Ddr) ", nonché quel che ancora resta delle "conquiste sociali della Rivoluzione cinese". Ma c'é di più: oggi, anno 2000 e sempre nel nome del povero Trotsky, si "battono per la difesa militare incondizionata degli Stati operai deformati rimanenti: Cina, Cuba, Vietnam e Corea del Nord" (Lega trotskista d'Italia, quartinternazionalista).

Con farneticazioni di questa sostanza, è inevitabile che anche a noi venga assegnato da costoro un angolo nella vasta area controrivoluzionaria. E non da oggi, visto che almeno fin dagli anni Trenta il nostro disaccordo con Trotsky (e con... l'Armata Rossa di Stalin) fu ben chiaro e approfondito, sia teoricamente che praticamente.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.