Dopo Seattle, Davos e Washington... Bologna - Cronaca e considerazioni sul variegato fronte dei contestatori

Sulla contestazione al vertice OCSE del 12-15 giugno è opportuno trarre qualche considerazione al fine di dimostrare come il futuro movimento di classe non potrà che marciare sui cadaveri delle vecchie posizioni e organizzazioni del riformismo radicale di stampo 68-77, sorpassate e rese inservibili delle pressanti necessità che impone la crisi del capitale oggi; la loro inadeguatezza è emersa in maniera lampante nelle giornate del "new Seattle".

I nostri compagni, presenti comunque per portare una posizione di classe, hanno registrato la deriva delle organizzazioni "storiche". Gli "antagonisti" si sono presentati a Bologna divisi in due tronconi principali, secondo la definizione dei giornali: i buoni, l'area dei centri sociali del nord-est o della neo-imprenditorialità diffusa, e i cattivi, sindacalismo di base, autonomia di classe, anarchici e vari collettivi di sinistra.

L'autonomia operaia - ovvero il magma di collettivi che a questa area fanno riferimento - avevano convocato un primo corteo preparatorio per Sabato 10 giugno. Forse un migliaio di persone provenienti in prevalenza dal nord Italia. Tratto caratteristico di questa manifestazione è stata la sua silenziosità, pochi slogan, poca grinta. Forse si erano resi conto all'improvviso che la forza di quella che era l'ala "dura" del movimento ora, dopo innumerevoli spaccature di importanza più o meno grande, non è più quella di un tempo. Così la contestazione che doveva durare tutti i 4 giorni (12-15/6) in pratica non c'è stata, qualche comizio volante indetto da autonomia e anarchici, con poche centinaia di persone fino al corteo del 14 e... basta. Nella più completa indifferenza della città.

I buoni invece, l'area delle mediatico-cognitive tute bianche, non hanno risparmiato piccole azioni eclatanti con sottofondo techno, tanto eclatanti quanto concordate preventivamente con giornalisti e forze dell'ordine. A partire da Bifo nudo fino ad arrivare alla spettacolare Testuggine, che nel cuore del centro cittadino ha ingaggiato un (brevissimo) scontro che... di reale non aveva nulla, né la voglia di "sfondare" il cordone di polizia da parte dei manifestanti, né una normale reazione della polizia difronte a tanta arroganza.

L'unica cosa reale è stata che entrambi gli schieramenti, prima di darsele, hanno aspettato il piazzamento dei cameraman e dei giornalisti. Per la cronaca possiamo aggiungere che il blocco annunciato per le sei di mattina del 14, per impedire l'ingresso dei delegati OCSE era stato posticipato di 2 ore, i delegati nel frattempo avevano regolarmente raggiunto la sede della conferenza, il tutto naturalmente all'insaputa degli ignari manifestanti che ancora adesso si chiedono come abbiano fatto i delegati a "teletrasportarsi" alla sede del vertice eludendo del tutto i blocchi.

Nella stessa giornata, il 14, era stato organizzato dalle RdB un corteo a cui aderiva l'ala dura della contestazione. Organizzato... anche se non era nemmeno stato convocato lo sciopero, sicchè molti lavoratori si sono trovati nell'impossibilità a partecipare (e fortuna che sarebbero un "sindacato di classe"), nè era presente un servizio d'ordine organizzato nonostante le centinaia di celerini presenti, tanto che cercare di superare il cordone di polizia sarebbe stato un suicidio in piena regola, il clima poi era simile a quello di sabato e la partecipazione scarsa.

Lo sbando era dovuto al fatto che avevano puntato molto su questa contestazione per un rilancio della scena "antagonista", ma si sono resi conto della loro reale impotenza, la possibilità di bloccare o anche solo ritardare il vertice era assolutamente utopistica. Fallimento degli organizzatori evidenziatosi da tanti particolari: scazzi interni, il campeggio autoorganizzato che ha avuto scarsissima partecipazione (chiudendo addirittura i battenti con un giorno di anticipo) e, infine, una partecipazione più che dimezzata rispetto alle aspettative.

Quello che pesa più di tutto in quest'area è la totale assenza di una prospettiva politica (che per noi è la conquista rivoluzionaria del potere politico da parte del proletariato), la lotta fine a sé stessa. Nessuna alternativa si è posta allo stato di cose presenti, che tuttavia viene criticato, se non un'opposizione al vertice che avrebbe dovuto scimmiottare Seattle (che, come abbiamo già scritto, in termini politici ha espresso poco e in maniera molto confusa). Quale sono le posizioni emerse? I "duri" si opponevano allo svolgimento del vertice, chiamando ad un vasto fronte anticapitalista che doveva essere espressione del "proletariato universale". Ma chi sia questo proletariato universale e come sia composto non è dato di sapere, a testimonianza di come questi siano ancora distanti anni luce da un analisi di classe. Per loro Bologna doveva essere "un importante battaglia politica per chi crede nella possibilità di uno sviluppo alternativo a livello mondiale, per chi prospetta una globalità che abbia come fulcro l'uomo, i suoi bisogni, i suoi diritti" e la lotta di classe? Evidentemente anche per lor signori è roba d'altri tempi.

Altra questione è invece l'altra ala (esplicitamente anti-classista), i "morbidi" o "conciliatori" meglio conosciuti come tute bianche, in altre sedi abbiamo già criticato le loro strampalate posizioni (vedi Prometeo dicembre 99) e qui abbiamo accennato alla loro pratica di spettacolarizzazione delle azioni che, teorizzano loro, tramite un appoggio istituzionale (PRC, Verdi e parte dei DS) riprese dai media, diano l'impressione di un opposizione ma ordinata, pacifica e discreta, senza tralasciare tuttavia momenti di violenza un pò più accentuata (la testuggine) da dare in pasto alle TV e con questa pratica riportare all'interno delle istituzioni il coflitto per obbligarle a cedere. Su quali posizioni è presto detto:

  • salario minimo plenetario
  • libera circolazione degli esseri umani nel pianeta
  • libero accesso ai prodotti del sapere collettivo.

Ecco la ricetta del neo riformismo delle guardie b... pardon! tute bianche. Il soggetto sociale che si deve far promotore di queste posizioni? Il Cognitariato naturlamente, attraverso un "movimento globale di decostruzione creativa" (!) Ossia: "Sarà il movimento globale della intelligenza collettiva a fare questo, saranno i ricercatori, i programmatori, gli artisti, i biologi, gli informatici a rovesciare punto per punto la trama del dominio, nell'infinita rete connessa della produzione-comunicazione." (suppl. a derive approdi n°19 anno IX).

lm

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.