Mucca pazza, borghesia assassina

La difesa dei profitti e' la causa della bse, come di tutte le nuove catastrofi ecologiche

Negli ultimi tempi giornali e televisioni hanno quasi quotidianamente battuto sul morbo della mucca pazza, denunziando una sottovalutazione del fenomeno da parte dell'autorità. Lo stesso ministro della Sanità Veronesi è intervenuto spesso sull'argomento, dando l'impressione di voler realmente risolvere l'ormai troppo scottante problema, pur oscillando continuamente tra allarmismo e ottimismo. Finalmente il governo ha deciso di occuparsi seriamente della nostra salute, anche a costo di colpire forti interessi? Forse che la borghesia si è finalmente convertita ad un programma sociale, trascurando i profitti? Niente di tutto ciò, ci dispiace per i riformisti! Semplicemente da un po' di tempo l'ipocrisia di questa classe marcia ha superato ogni limite e piange lacrime di coccodrillo per tutti i drammi umani, siano essi lo sfruttamento dei bambini e le nuove forme di schiavitù, siano l'inquinamento operato dall'uso delle armi moderne, dai residui tossici industriali o dal petrolio abbandonato nei mari, come se essa c'entrasse poco con tutto ciò. D'altra parte sulle catastrofi ambientali la borghesia ha avuto sempre un unico atteggiamento: ha dato la colpa alla natura, o, quando proprio era impossibile, a chi non aveva rispettato le regole prescritte dalla scienza e dalla morale, affidandosi alle quali, in società ben organizzate come la nostra qualsiasi rischio si sarebbe ridotto al minimo. Certo, passateci il tono sarcastico, lo sanno tutti che nell'ottocento si diffondevano il tifo e il colera, non per le condizioni inumane di vita e di lavoro, ma perché ai proletari non piaceva lavarsi e che, in anni più recenti, l'AIDS si è diffuso per colpa degli omosessuali, delle prostitute e degli africani incivili!

Per quanto riguarda le colpe della natura, non ci dilunghiamo, perché da sempre abbiamo denunziato che non esistono quasi più catastrofi naturali, anche i terremoti sono prevedibili e comunque sarebbero evitabili le loro conseguenze più gravi con costruzioni di edifici antisismici e le inondazioni si possono evitare, salvaguardando le foreste e con il controllo razionale delle acque; naturalmente (non piccolo dettaglio) bisognerebbe fare a meno della logica del profitto.

Sulla mucca pazza è la stessa storia.

Il messaggio è questo: qualche allevatore e qualche ufficio regionale di controllo hanno sbagliato, non avendo avuto una mentalità europea né seguito gli indirizzi scientifici e legislativi della comunità, come il divieto di importare farine a rischio, ma la situazione è sotto controllo. Non bisogna accusare i moderni allevamenti industriali, dove le bestie non vedono più la luce del sole e si alimentano con mangimi di origine animale o geneticamente modificati, per ridurre fortemente i costi e aumentare la produttività, ma solo quei pochi furbi o ingenui che usano prodotti proibiti. Nel complesso la grande produzione di carne è sicura e di qualità e si può e si deve continuare la strada dei mangimi biomodificati e delle terapie a base di ormoni e antibiotici; chi è contrario è un illuso che non vuole uscire dalla pastorizia preindustriale. Questa è la posizione degli apologeti delle biotecnologie e delle altre tecniche artificiali applicate all'alimentazione, che fanno il loro mestiere a favore del profitto. Ma gli oppositori "progressisti" all'interno del campo borghese non sono da meno. La componente verde e rosso-verde si presenta sempre più come quella che, salvaguardata l'accumulazione e il profitto, chiede di spendere qualcosa in più per proteggere la salute dei ricchi. A riprova di ciò, in una recente puntata della trasmissione "Il raggio verde", la Francescano, leader dei verdi, rivendicava il diritto non di eliminare, in attesa di conoscenze più certe sulla loro eventuale tossicità, gli alimenti transgenici, ma solo di riconoscerli dall'etichetta affinché chi voglia possa escluderli dalla propria mensa; così, naturalmente, nel caso fossero tossici, spetterà al proletariato fare da cavie, perché, dato i prezzi altissimi dei prodotti dell'agricoltura biologica, esso si dovrà sempre più rassegnare ad alimenti vegetali, pieni di concimi biomodificati e insetticidi sempre più tossici e a carni provenienti da bestie sempre più gonfie, intossicate e ammalate.

Per quanto riguarda l'allarme dei mass media sulla BSE, non c'è speranza di avere informazioni "sincere" e questo gran casino di notizie contraddittorie non è altro che l'ennesima prova dell'anarchia capitalistica. Ci sono interessi contrastanti tra i grandi produttori di farine animali e mangimi industriali, cui conviene solo minimizzare il pericolo e quelli dei grandi allevatori, a cui conviene una regolamentazione e che premono per un sistema di controlli che garantisca la credibilità dei loro prodotti. Ma il contrasto più significativo è quello tra gli interessi europei generali (anche in contraddizione con quelli di singoli paesi della comunità) a garantire la qualità dei suoi prodotti di allevamento e quelli del WTO che sostiene anche in questo settore la totale liberalizzazione del mercato e controlli molto più superficiali. Ma l'ipocrisia dell'Europa è massima, dato che vengono bloccate le importazioni di farine animali da paesi membri della comunità, ma le stesse farine, con tanto di residui di mucche pazze, esportate criminosamente dagli inglesi in paesi extra UE, ritornano in Europa per altre vie, sotto l'egida di altri uffici di importazione che si rifanno alle regole del WTO molto più permissive.

D'altra parte quella dei controlli è una grande favola rassicurante per i fessi, dato che, per ammissione degli stessi mezzi d'informazione borghesi, la mancanza di cartellino sanitario per gran parte degli animali sul mercato impedisce di risalirne alla provenienza o peggio ancora vengono sostituiti i marchi di origine dalle orecchie stesse delle bestie. Al di là degli allarmismi ipocriti e degli ancora più ipocriti interventi legislativi la logica di tutti, dai piccoli ai grandi allevatori, dalle industrie di produzione dei mangimi ai macelli, resta sempre la stessa, quella del profitto; peraltro la mondializzazione sempre più sviluppata del mercato rende ancora più impossibile ogni controllo delle materie prime per l'industria alimentare e la riduzione del saggio di profitto medio anche nell'industria alimentare spinge alla riduzione dei costi, anche a rischio di intossicazioni di massa e nuove epidemie.. La borghesia, attraverso i suoi pennivendoli, potrà anche continuare a mettersi a posto la coscienza con qualche denunzia morale contro i produttori e amministratori più cinici o rimpiangere retoricamente il paradiso naturale perduto, ma sappiamo che per il profitto è disposta a qualsiasi rischio alimentare e ambientale, a qualsiasi carneficina premeditata; in sostanza non è la mucca che è impazzita, ma la borghesia che è assassina.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.