Contro il lavoro precario! Contro i CPE!

Migliaia di giovani francesi hanno occupato in questi giorni le Università di Parigi per protestare contro la proposta di legge del governo che intende precarizzare ulteriormente il rapporto di lavoro dei giovani proletari. Dopo le rivolte dello scorso autunno nella banlieue parigina, durante le quali per quasi due settimane migliaia di macchine sono state date alle fiamme, nella capitale francese è adesso esplosa la rabbia studentesca.

Come se il lavoro non fosse già precario, il governo francese intende introdurre il cosiddetto Contratto di primo Impiego (CPE). Attraverso questa nuova forma contrattuale i padroni hanno la possibilità di licenziare liberamente ed in qualsiasi momento, entro due anni dalla loro assunzione, i lavoratori con meno di 26 anni. Si legalizza un rapporto di lavoro in cui i giovani proletari sono alla completa mercé dei padroni, che vivono sotto la spada di Damocle di un licenziamento che può arrivare da un momento all’altro. Non solo si precarizza il rapporto di lavoro, ma i giovani proletari francesi avranno un salario d’ingresso più basso rispetto agli altri lavoratori. Una vera e propria manna dal cielo per i capitalisti francesi.

La precarizzazione del lavoro non riguarda solo la Francia ma è un fenomeno internazionale. Dalla Germania agli Stati Uniti, dalla Cina all’Inghilterra il mondo del lavoro è costantemente reso più precario dai provvedimenti legislativi emanati dai rispettivi governi. Per esempio in Italia, attraverso tutta una serie di norme emanate dai vari esecutivi, sia di centrosinistra che di centrodestra, che si sono succeduti alla guida del paese in questi ultimi 15 anni, il classico lavoro dipendente a tempo indeterminato è diventato solo un pallido ricordo del passato. Contratti a termine, lavoro interinale, lavoro a progetti e tante altre forme contrattuali previste dalla legge Biagi, hanno di fatto sostituito in questi ultimi anni il contratto di lavoro dipendente, trasformando i lavoratori in uno strumento usa e getta totalmente in mano al capitale. La classe dominante ci ha imposto la precarizzazione del rapporto di lavoro e continui tagli a salari e stipendi con la promessa che l’occupazione sarebbe aumentata. Questa promessa è spudoratamente FALSA; gli ultimi dati Istat ci dicono che negli ultimi anni ad aumentare sono stati i disoccupati.

L’occupazione dell’Università da parte degli studenti francesi, prontamente e violentemente fatta sgomberare dalla polizia, dimostra che i continui attacchi del capitale cominciano a far sentire pesantemente i loro effetti sulle già precarie condizioni di vita e di lavoro della classe lavoratrice. I giovani proletari in particolar modo avvertono che questa società si regge ormai solo intensificando costantemente lo sfruttamento del lavoro e in qualche modo vi si ribella, seppur in maniera caotica e senza una progettualità politica realmente anticapitalista. Ma ciò non basta: occorre che gli elementi più sensibili operino affinchè sia ricostruito il partito politico del proletariato capace di riaffermare la necessità di porre fine al sistema dello sfruttamento del lavoro e la costruzione su scala internazionale di una società autenticamente socialista.

PCInt