E poi diranno che sono colpa del capitalismo anche i disastri aerei

Com'è purtroppo noto, il 1o giugno scorso è precipitato nell'oceano un Airbus della AirFrance in volo da Rio de Janeiro a Parigi provocando la morte di tutte le persone a bordo. Da un punto di vista di fredda e gretta statistica, di cui la scienza borghese è maestra, non sarebbe alcunché di eccezionale o rilevante, se si considera che all'incirca lo stesso numero di persone muore ogni settimana per incidenti stradali nel territorio dell'Unione Europea.

Però, per noi marxisti rivoluzionari, questo è un motivo in più di denuncia dell'attuale società in cui viviamo e ci preme sottolinearne il suo assoluto significato classista ed assolutamente non casuale, quali che siano le cause del disastro, ammesso che vengano mai scoperte con relativa certezza.

Intanto, in linea generale, è evidente come negli ultimi anni, a fronte del massiccio aumento della tecnologia impiegata in aviazione in funzione della sicurezza, ciò non ha eliminato la perdita di vite umane in incidenti, per la semplice ragione che la tecnologia abbisogna di investimenti (per la sua applicazione e manutenzione) ed in tempi di crisi come gli attuali aumenta sempre più per i dirigenti delle compagnie aeree la necessità di correre il cosiddetto “rischio calcolato”, al fine di ridurre le spese e tenere in aria così... i profitti.

Nello specifico, inizialmente si era parlato, anche sulla scorta della denuncia di un sindacato minoritario dei piloti di AirFrance, dell'avaria dei tre sensori della velocità, la cui mancata sostituzione programmata ne avrebbe facilitato il congelamento e quindi confuso i piloti, inducendoli a manovre errate che avrebbero condotto poi all'inabissamento dell'aereo. Spiegazione apparentemente plausibile e involontariamente suffragata anche da AF, che ha proceduto alla immediata sostituzione di detto pezzo su tutti gli aeromobili di quel tipo posseduti.

Però una breve ricerca mostra come gli Airbus in generale, e gli A-330 in particolare, come quello in questione, siano tra i più sicuri in assoluto. O, meglio, lo erano fino a qualche giorno fa: dai primi di giugno si sono susseguiti guasti e problemi per fortuna senza perdite di vite umane: 10 Giugno alle Canarie, 11 Giugno contemporaneamente in Australia, Guam e Siberia. (1)

A questi ci sarebbero da aggiungere, ovviamente, gli incidenti occorsi ad aerei più vecchi, come l'Airbus 319 dell'aeronautica militare italiana che trasportava il Presidente del Senato Schifani, sempre sui cieli di Russia.

Poi però leggiamo in rete che, secondo molti esperti e piloti (data la natura molto specialistica dell'argomento in questione prendiamo per buone le analisi, non essendo in grado di smentirle), è pressoché impossibile l'avaria simultanea ed improvvisa di tali dispositivi - non vi è alcun precedente nella letteratura in materia - e comunque, piloti esperti (ben 4: due piloti e due co-piloti) come quelli in servizio, è ragionevole supporre che fossero stati in grado di portare a terra l'aeromobile senza grossi danni a cose o persone. Un po' come, fatte le debite differenze, far fermare senza sbandare un auto od un camion una volta che non si conosce più la velocità a cui si viaggia essendosi guastato il tachimetro. Oltretutto altro fatto molto inconsueto è la mancanza di una qualsiasi richiesta di aiuto, il noto MayDay cioè. (2)

Quindi, gli stessi esperti in materia tirano in ballo - loro, non noi! - il fatto che il consorzio europeo Airbus sta(va?) dando molto fastidio (cioè concorrenza, cioè incameramento di profitti) all'americana Boeing e che in questo periodo stavano partendo i leasing per le consegne dei primi Airbus 380, il nuovo colosso dei cieli e che questi leasing, dopo l'incidente avvenuto all'Airbus 447, sono stati stranamente congelati. (3)

Quindi, non vogliamo diventare la caricatura di noi stessi spingendoci ad ipotizzare, come fanno già molti in rete, l'intervento di uomini dei servizi segreti Usa - o magari contractors - che avrebbero provveduto a tirare giù il velivolo con una bomba a bordo, un missile o con le temibili armi elettromagnetiche sperimentali - di cui sarebbero in possesso e di cui tanto si vocifera da tempo - in grado di accecare i dispositivi elettronici nemici (e già testate, pare, per altro nelle recenti guerre ancora in corso), magari da qualche nave incrociante le coste brasiliane. Però, come diceva la giallista Agatha Christie, tre coincidenze fanno una prova.

La “civiltà” capitalista ha fatto anche di peggio in passato e l'eventualità sopra esposta non ci sgomenta affatto, anzi ne rafforza se possibile il nostro spirito di critica feroce e radicale: già Marx ricordava che quando al Capitale si garantisce un profitto adeguato esso perde tutte le timidezze, i valori ed i principi su cui ha spergiurato fino ad un secondo prima, giungendo fino all'inimmaginabile.

DS

(1) repubblica.it

(3) crisis.blogosfere.it

(2) avionews.it