Persecuzione di Stato

Ormai da diversi anni, un nostro compagno è oggetto di una gravissima persecuzione.

Abbiamo riflettuto molto, prima di rendere pubblica questa situazione, anche perché le provocazioni sono condotte con maestria, in modo tale da poter essere scambiate, a volte, per banali contrattempi o bizzarrie della vita e, in ogni caso, da non lasciare quasi mai testimoni che non siano un familiare.

Qui di seguito, alcuni esempi delle provocazioni:

  • manomissioni esterne, ma soprattutto interne dell’automobile, effettuate, le ultime, senza effrazioni della vettura, dunque operate da chi è in grado di aprire/chiudere agevolmente l’abitacolo senza provocare danni;
  • intromissione spudorata nella posta elettronica e nel blog - cosa possibile, va da sé, solo a chi possiede ufficialmente la password o è in grado di procurarsela - con la variazione di parole e frasi e la cancellazione di mail ricevute;
  • continue telefonate mute e anonime;
  • intrusione nell’abitazione, con lo spostamento ostentato di alcuni mobili e oggetti, conservando l’integrità del resto, soldi, oggetti di valore e porta compresi;
  • pedinamenti e fotografie effettuate con spudoratezza, coinvolgendo anche altre persone molto vicine al nostro compagno;
  • infine, per tagliare corto su questo elenco, una notte di alcuni mesi fa, ignoti sono saliti sul tetto e per due volte hanno inferto colpi violenti sul lucernario, svegliando e, naturalmente, spaventando chi stava dormendo.

Perché tutto questo? Ce lo siamo chiesti più volte, e l’unica ipotesi plausibile, a nostro avviso, è che la persecuzione abbia a che vedere con un libro di “docu-fiction” scritto dal compagno qualche anno fa, in cui raccontava le “attenzioni particolari” ricevute all’epoca dell’omicidio Biagi (marzo 2002) e nei due anni successivi. Le provocazioni sono infatti riprese lo scorso autunno, quando ha voluto dare un seguito al primo “docu-fiction”, riportando “cose strane” e anomalie che gli sono accadute in concomitanza con l’uscita del libro (primavera 2006). Giusto per proseguire con l’elenco di cui sopra, più volte il compagno non è riuscito a spedire dalla sua posta elettronica il secondo “docu-fiction” agli editori con cui cercava contatti.

Insomma, c’è qualcuno, che può contare su disponibilità di mezzi di qualunque genere, cui non piace che si parli di quelle cose e lo manda a dire in modo piuttosto esplicito, benché il contenuto delle pubblicazioni in oggetto non vada al di là di informazioni giornalistiche e riflessioni personali dell’autore.

Che conclusioni trarre? La prima è che, nonostante la forte pressione psicologica, il nostro compagno non ha alcuna intenzione di deflettere dalla denuncia degli abusi di potere che subisce. La seconda, che, una volta di più, si conferma come la legalità borghese possa essere tranquillamente violata dai suoi stessi rappresentanti quando ve ne sia la necessità, quando cioè qualcuno possa dare fastidio, anche solo indirettamente, e graffiare la maschera democratica dell’ordine sociale della borghesia.

Comments

Sono fatti gravissimi, una testimonianza del monopolio della violenza esercitato dallo Stato.

Rischio forse di suggerirvi l'ovvio, ma avete provato a rivolgervi al gestore di blog e posta elettronica? Dovrebbe essere possibile ottenere una lista degli accessi effettuati al proprio account scrivendo al servizio clienti. Se si tratta di Gmail, c'è un link in fondo alla pagina. Per le telefonate moleste, so che di solito si consiglia di tenere una sorta di "registro" segnandosi l'ora delle chiamate. Avendo un documento di questo tipo, ci si può rivolgere alla compagnia telefonica o, volendo, ai carabinieri, magari consultandosi con un avvocato. Sicuramente ha senso anche reinstallare da zero il proprio computer, possibilmente passando a Linux, e magari anche sostituire il router con cui si accede ad internet. Cambiare tutte le password (e le domande di sicurezza, più controllare bene le opzioni, cosa molto importante!) è un'altra cosa da fare. Una lista: mail.google.com

Capisco di dare forse suggerimenti ovvi e cose già provate e riprovate, ma devo dire che il post mi ha colpito particolarmente.

Massima solidarietà al compagno contro quelle feccie serve della borghesia.

Consiglio al compagno di mettere in conto un periodo di allerta installando dispositivi di sorveglianza nascosti (microcamere) per documentare in abbondanza episodi di questo genere. Inoltre, è brutto da dire, ma gli consiglio di provvedere a dotarsi di strumenti di difesa nel malaugurato caso si rendessero necessari. Niente armi o roba che darebbe il pretesto all'infame magistratura di procedere penalmente, solo materiale che si può legittimamente tenere in casa. Per esempio, un bella mazza da baseball, una barra di ferro o qualsiasi di quei begli attrezza che l'arte contadina ci tramanda.

Se sono addirittura entrati in casa direi al compagno di desistere e non accanirsi a voler portare avanti discorsi particolari che creano problemi solo a "pochi".

Ciao compagni,

ringrazio tutti per la solidarietà e i suggerimenti al nostro compagno che, avendo momentanemanete problemi col computer, non può rispondere.

Gli farò avere i vostri commenti.

Grazie ancora,

Smirnov