Pensioni

Mentre quasi quotidianamente la classe borghese al governo non perde occasione per denigrare i 16 milioni di pensionati che, a spese dei… cittadini, mangerebbero ad ufo, si apprende - dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali – che, al netto dell’assistenza, la spesa pensionistica in Italia sarebbe “sotto controllo”: 225,593 miliardi, il 12,86% del Pil. Scende addirittura all’11,72% se calcolata al netto delle spese per assistenza; andrebbero calcolate poi le uscite per i saldi nelle differenti gestioni pubbliche e privatizzate. Ancora una volta, va ribadito che la spesa per assistenza (invalidi civili, indennità di accompagnamento, pensioni e assegni sociali e pensioni di guerra) è in buona parte a carico dell’Inps e riguarda 4.121.039 soggetti, con un costo di 22,350 miliardi, in costante aumento nel corso degli ultimi 8 anni. Tutti poi si scagliano a colpevolizzare (rei di mettere le “mani in tasca” ai cittadini…) le prestazioni previdenziali. Alla faccia di una separazione tra previdenza e assistenza mai fatta, e quindi con la pretesa di tagli e riforme del sistema pensionistico, senza assumersi, come Stato, l’onere diretto delle spese assistenziali. Facendole invece pagare ai lavoratori, sotto il capitolo pensioni, per poi sostenere che esiste un welfare da tutti i benpensanti ritenuto esagerato: una spesa sociale eccessiva, che “loro” comunque non pagano! Semmai è finanziata - a suon di miliardi – con quell’IRPEF che pagano anche i pensionati…

Ritorno sull’argomento pensioni dopo aver visionato alcuni dati recenti, i quali confermano quanto becera sia la informazione propagandistica che viene diffusa tra il “popolo” colpevolizzandoo i pensionati italiani tra le cause del progressivo dissesto del pubblico bilancio entrate-uscite. I dati visionati sono quelli m*acroeconomici dell’INPS (Rapporto n. 7-2020: “Il Sistema Previdenziale Italiano”). Sono stati presentati a metà febbraio, e riguardano – tempo al tempo! – l’anno 2018 una spesa per le sole pensioni di 225,593 mld di euro a fronte di entrate contributive di 204,710 mld di euro. Già, ma entrando più a fondo nelle cifre indicate, va precisato che nel 2018 risultano 35,824 mld di euro per spese assistenziali (pensioni di invalidità civile, indennità di accompagnamento, pensioni e assegni sociali, pensioni di guerra, integrazioni al minimo, maggiorazioni sociali, etc.). Si aggiungono altri 19,982mld di euro per sostegno all’inoccupazione, malattia e maternità, assegni al nucleo famigliare e copertura dei periodi di non lavoro con il versamento dei contributi figurativi. Dai conteggi ufficiali – visto che le entrate contributive sono state di 204,710 mld di euro - si indica un passivo di 20,883 mld di euro. Ecco poi il costo della Cassa integrazione, erogata e caricata sul bilancio Inps. Seguono altre fraudolente operazioni tra le quinte e riguardanti un sottobosco pubblico-privato in cui si nascondono integrazioni, trasferimenti, contribuzioni figurative, ecc. Infine, la mancata sottrazione delle imposte pagate dai pensionati, che così “ritornano” parte delle loro pensioni allo Stato! La spesa pensionistica (previdenziale) risulterebbe allora essere stata nel 2018 di 155,475 miliardi di euro e non di 225,593!

In realtà, va detto a chiare lettere che il bilancio dell’Inps per le prestazioni esclusivamente “previdenziali” risulta in attivo. Se la si presenta in passivo, è perché i contributi dei lavoratori vengono usati per tamponare i buchi (profondi) che sono presenti in quelle che furono le Gestioni Artigiani e Coltivatori Diretti, Coloni e Mezzadri. Si tratta di più di 10 miliardi di euro che, anche se con interventi statali, sono caricati sulla spesa pensionistica previdenziale. La quale diventa così anche assistenziale, svolgendo funzioni che spetterebbero allo Stato ed invece “assorbono” il 32% della spesa etichettata come “pensionistica” dell’Inps. Dunque, una vera e propria truffa, tanto formale quanto sostanziale!

DC
Martedì, February 25, 2020