Le democrazie scandinave e il ricatto turco

Vatti a fidare delle democrazie borghesi...

Svezia e Finlandia, paesi faro della socialdemocrazia europea, da tutti osannati per il loro livello di democrazia, di tolleranza, di stato sociale, riusciranno ad entrare nella NATO. L'ultimo scoglio è stato superato: il consenso della Turchia. Mancava loro il sì di Erdogan, e ora il sospirato sì è arrivato. Il dazio non lo pagheranno né i ricconi di Stoccolma né quelli di Helsinki però. Lo pagheranno le decine di migliaia di esuli curdi, 33 dei quali accusati di terrorismo, che i governi dei due stati scandinavi serviranno su un piatto di argento ai torturatori di Ankara.

Vatti a fidare delle democrazie.

Vatti a fidare della borghesia illuminata.

Al di là dell'anacronismo di chi crede che la liberazione di una nazione cosiddetta "oppressa" comporti grossi cambiamenti nella condizione di sfruttati dei proletari di quella nazione, mentre in realtà comporta solo il cambiamento di padrone, e che la vera liberazione per gli oppressi la porterà il socialismo, c'è da aggiungere ancora una cosa.

Quando in ballo ci sono alleanze di convenienza, calcolo politico e realpolitik, il capitalismo getta la maschera da (finto) "angelo" democratico e si mostra al mondo per il “demonio” che è, che prende il nome di fascista quando c'è da pestare duro e gli anestetici sono finiti o non bastano più.

Essere comunisti non vuol dire quindi difendere la democrazia, perché finché i padroni comanderanno, la democrazia sarà sempre l'anticamera del fascismo, e viceversa, nel segno della salvaguardia del sistema del capitale. Le due facce sono, sono state e saranno interscambiabili: Genova 2001 insegna (giusto per non andare troppo lontano nel tempo).

Combattere per il comunismo vuol dire anche rifiutare la presa in giro democratica e le pagliacciate elettorali. Altrimenti non si va da nessuna parte.

Venerdì, July 1, 2022