Muore Tavares, se ne fa un altro

Facciamo subito chiarezza. Le dimissioni di Tavares per quanto riguarda le lavoratrici e i lavoratori di Stellantis cambiano qualcosa? Certamente no. Dal punto di vista delle loro condizioni di sfruttati? Nemmeno. Anzi, sì, in peggio. Perché se l'azienda va male, è perché non riesce a vendere i suoi prodotti, e se non ci riesce è perché non sono competitivi, ovvero rispetto alla concorrenza costano di più. Questa, tra le tante, è una delle leggi non scritte del capitalismo. Poi ovviamente in rapporto o in virtù della forza economica e/o militare, si può giocare sui dazi, sfanculando concorrenza, libero mercato e accordi internazionali sul libero commercio.

Libero?? Una, longa longa, scompisciata, senza freni ci prende al solo sentire questa magica parola. Non è che bisognava aspettare il cattivissimo Trump per scoprire i dazi che peraltro hanno una storia secolare. Biden quest'anno, per esempio, sempre per rimanere nell'ambito automotive, ha pigiato sull'acceleratore in maniera decisa introducendo una serie di dazi contro la Cina: «Le nuove tariffe doganali, compreso un aumento del 100% per le auto elettriche cinesi, inizieranno a essere applicate dal 27 settembre. Le batterie dei veicoli elettrici saranno tassate al 25%...». (La Stampa 13/09/2024). L'Ue, in compenso, ci è andata più morbida: «La Commissione europea ha deciso di imporre in via definitiva i dazi aggiuntivi (perché già esisteva un dazio del 10%) fino al 35,3% sulle importazioni delle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi sleali elargiti da Pechino». (Il Sole 24 ore 29/10/2024). Questa storia dei maxi sussidi sleali, anche se è in parte vera, è un modo di dire per nascondere la grande distanza, dal punto di vista della capacità tecnologica, tra la Cina e i cosiddetti occidentali, soprattutto nei veicoli elettrici dove non c'è partita.

E non c'è partita perché americani ed europei, pur sapendo di non poter vivere di rendita, si sono, diciamo così, distratti, ma nel mondo del capitale non ti puoi adagiare, perché appena lo fai c'è qualcun altro che ti impallina. Anche gli Stati Uniti usano lo stesso linguaggio: «...la Rappresentante per il commercio degli Stati Uniti, Katherine Tai. “Queste azioni sottolineano l'impegno dell'amministrazione Biden-Harris nel difendere i lavoratori e le imprese americane dalle pratiche commerciali sleali”». Che dire? evviva! Abbiamo trovato nell'amministrazione di sleepy Joe, il macellaio generoso distributore di bombe che uccidono donne e bambini, che dava del macellaio all'altro suo compare Putin, il paladino della classe operaia. Sentiamo anche le sue riflessioni: « “Non permetteremo mai alla Cina di controllare il mercato” delle auto elettriche, ha aggiunto, ritenendo “impossibile per le nostre case automobilistiche competere onestamente”». (La Stampa 13/09/2024) Come no, Joe, non c'è al mondo uomo più onesto di te. Basta chiedere al figlio che rischiava fino a 20 anni di carcere, e che è stato appena graziato dal suo “babbino caro”. Un vero statista. Anche questa puzza tanto di pratica sleale. Ma al cuor di babbo non si comanda.

Ma lasciamo perdere questi stinchi di santi, e veniamo al cosiddetto dumping. Pratica scorretta che i soliti produttori europei e Usa non si sognerebbero mai di attuare. Infatti l'accusa alla Cina è di intervento con sussidi di Stato alle case automobilistiche. «Prevediamo ancora che il paese possa raggiungere il 40% di adozione di veicoli elettrici entro il 2030. Le tariffe fanno seguito all'Inflation Reduction Act del 2022, che ha creato sussidi federali per i veicoli elettrici fino a 7.500 dollari, a condizione che le batterie e i minerali critici in esse contenuti fossero prodotti negli Stati Uniti o da un partner di libero scambio».1 Ma, per rimanere nel nostro cortile domestico, sia la Fiat prima che Stellantis poi hanno sempre ricevuto dei lauti finanziamenti dallo stato in tutte le forme: “dal 1990 al 2019 a fronte di 10 miliardi di investimenti in tutto il mondo Fiat e poi FCA, lo stato ha contribuito per un ammontare di 4 miliardi, la bellezza, come si vede, del 40% del totale”.2 L'intervento statale è una costante sia nei “liberi” stati capitalistici sia nei meno liberi stati capitalistici che si spacciano per comunisti o qualcosa del genere, tipo Cina e qualche rimasuglio. Roba da far rabbrividire le ossa in una calda giornata d'agosto. I cinesi, non tutti, ovviamente, solo quelli più uguali degli altri: tipo padroni, magnati vari, burocrati d'alto rango, hanno a cuore solo il bene supremo delle classi privilegiate e perseguono il massimo profitto come i borghesi in qualsiasi parte del mondo terracqueo. Eh sì, pure la Cina somiglia tremendamente a un qualsiasi stato capitalista.

Diciamo questo solo per mettere in chiaro che le vere e proprie guerre nella competitività globale è affare di stati capitalisti, Cina compresa, dove c'è chi vince e chi soccombe. Le armi usate in questa dura battaglia sono tutte lecite. Tra malfattori ci si intende. Il capitalismo non si arresta davanti a niente, il passaggio dalle guerre commerciali ed economiche, alle guerre vere e proprie può avvenire in un amen. Gli esempi non mancano. Ucraina con lo scempio di vite umane, centinaia di migliaia di morti; Israele con lo sterminio di donne e bambini, decine di migliaia, perpetrate con una ferocia, che non ha nulla da invidiare ai peggiori massacratori della storia.

Si dirà che non c'entra con Stellantis? Ma noi rispondiamo che tutto ciò che accade nel marcio mondo borghese, è una continua battaglia di sopravvivenza per il proletariato, ed una continua vita di lusso e privilegi per la borghesia. Questa infima classe, in questi giorni manda in trincea i cantori della democrazia tradita, i cantori dell'uguaglianza mortificata, dell'etica e della morale. Si strappano le vesti per la buonauscita di Tavares: 36,5 milioni di euro, non 100, come dicevano nei giorni scorsi. Il manager del settore auto più pagato al mondo: che schifo, puah! Strillano tutte in coro le vergini madonne. Quando però distribuiva dividendi -16,4 mld da gennaio 2021 a maggio '24-, tutti zitti ad incassare.

E sempre pronti a urlare allo scandalo quando “scoprono” che i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri: «I Paperoni sono sempre di più e sono sempre più ricchi. Risiedono soprattutto in Usa e in Cina (visto, Cina, la beneamata. ndr) ma anche l’Italia ne ospita 62, in crescita dai 56 del 2023. A fare il punto è il Billionaires Ambitions Report di Ubs, giunto alla decima edizione […] In dieci anni i miliardari mondiali sono aumentati di circa il 50% passando da 1.757 a 2.682 ma – in un sistema di disuguaglianze crescenti – il loro patrimonio si è gonfiato addirittura del 121%. Quest’anno la loro ricchezza si aggira intorno ai 14mila miliardi di dollari […] Solo in Italia tra 2023 e 2024 il patrimonio dei miliardari è salito da 162,3 a 199,8 miliardi di dollari, con una crescita del 23,1%, fra le più alte in Europa»3. Qualcosa di nuovo in tutto questo? No! Tutto prosegue come prima e più di prima, dove i sempre più poveri sono la condizione dell'esistenza dei sempre più ricchi. Puoi chiedere al borghese di rinunciare alle sue ricchezze. Prova a farlo e troverai come risposta una gran pernacchia. Se sono di buonumore, in caso contrario ci sono sempre le “forze dell'ordine” a ricordarti di stare al tuo posto. L'umanità del borghese si esprime nella disumanità, è la sua natura. Non per niente quando qualcuno parla di patrimoniale (poveri falsi ingenui) si sollevano, e con loro, tutti i servi prezzolati in un unico urlo: sovversione dello stato di diritto! Mettere le mani in tasca ai cittadini, come se fossero cittadini qualunque, e non classe borghese che vive sullo sfruttamento della classe operaia.

Ora, potremmo continuare coi numeri, e sicuramente quelli di Stellantis non sono buoni, a parte per gli azionisti, unti del signore, come tutti i borghesi, si capisce. Sono numeri che non si discostano molto da quanto abbiamo scritto anche recentemente. Sono ancora peggiori, ma questo era l'andamento. Ma tutto questo rientra a pieno titolo nella crisi del saggio di profitto in cui si dibatte il capitalismo. Infatti questa situazione riguarda, chi più chi meno, tutto il settore automotive, per rimanere nell'ambito dell'auto. Dopo la pandemia, per esempio, non si sono più raggiunti i numeri precedenti.

Nel 2019 le auto immatricolate, in Italia, erano 1.916.949; negli anni successivi le immatricolazioni si sono aggirate sempre intorno a 1,5/1,4 milioni, quasi 500mila veicoli in meno. (Ved. Unrae.it). La situazione in Europa è sostanzialmente la stessa: nel 2018 e nel 2019 si producevano rispettivamente: 15.805.752 e 15.624.948. Dati diffusi oggi dall’ACEA, l’Associazione dei Costruttori Europei. Negli ultimi due anni mancano all'appello circa tre milioni di autovetture all'anno, infatti nel 2023 si sono vendute 12.847.481; nell'anno in corso siamo più o meno sugli stessi livelli. Per non parlare del 2022, anno che si chiuse con una vendita di 11.294.502 veicoli. Nel 2021, anno di forte rimbalzo del Pil europeo dopo la pandemia (in Italia ad esempio ci fu un + 8,3%), le auto immatricolate furono di 11,7 milioni. Insomma tutte le previsioni, per quel che valgono, dicono chiaramente che i livelli pre-covid, difficilmente verranno raggiunti.

Le auto elettriche, contrariamente alle previsioni dei maghi Zurlì, non sono mai decollate. Anche perché, consultando l'altro mago, Merlino, risponde che, più che consultare maghi, dovevano far di conto. Perché riesce molto difficile capire come si possano vendere auto elettriche con prezzi fuori dalla portata delle masse, la cui unica fonte di reddito è, e rimane, la vendita della loro forza-lavoro, che i padroni vogliono e pretendono di retribuire al minor costo possibile. E questo vuol dire estrarre il maggior plusprodotto realizzabile, ovvero, in definitiva per dirla in parole povere, i signori vampiri che si nutrono del sangue fatto profitto, pretenderebbero di avere la botte piena e la moglie ubriaca. Quindi meno salario, più pluslavoro o plusvalore, e più profitti. Il sogno di ogni borghese che calpesta la terra e, quando non basta, i corpi di proletari e di eserciti di riserva sempre a disposizione delle loro fauci insaziabili. Ma, c'è un ma, meno massa salariale, meno acquisto di auto. E qui casca l'asino delle contraddizioni irrisolvibili del capitalismo.

Intanto il gruppo Stellantis nel 2024, ha in un modo o nell'altro ridotto di 3mila dipendenti l'organico dopo che durante la sua gestione è passato da 52mila dipendenti a 42mila. Le scosse telluriche nel frattempo si irradiano all'indotto. È notizia di oggi che «La Trasnova, azienda di logistica, ha annunciato il licenziamento collettivo di 97 lavoratori impiegati negli stabilimenti Stellantis di Pomigliano d’Arco, Mirafiori, Piedimonte San Germano e Melfi. […] Altri 90 licenziamenti sono stati annunciati da Teknoservice e Logitech. I lavoratori coinvolti sono impegnati nella logistica dello stabilimento Stellantis di Melfi». (ilfattoquotidiano.it 06/12/2024).

La catena dei padroni si stringe sempre più attorno al collo del proletariato. La crisi dell'auto è un problema che avvolge tutta l'Europa e tutto il mondo. Nell'UE dal 2020 si sono persi 86.000 posti di lavoro. La locomotiva europea, la Germania, è di fatto in recessione, la produzione industriale a settembre è calata del 2,5% su base mensile, e del 4,6% su base annua.

Ma tranquilli ragazzi ci pensa madamina la/il Meloni: “difenderemo occupazione e indotto”, tuona. Abracadabra, a me gli occhi. E fu così che ci furono tanti licenziamenti. La bellina si sveglia ora, Ma fino ad adesso dov'eri? Anche perché non è che la crisi dell'auto è venuta fuori come un fulmine a ciel sereno. Perché è già da un po' che non c'è né il ciel sereno, e i fulmini si sprecano. E intanto tomo tomo, cacchio cacchio hai eliminato dalla legge di bilancio i 4,6 miliardi destinati all'automotive. La tua carriera di scienziologa falsaria è assicurata.

Il proletariato non può e non deve più accettare questo stato di cose, questa vita disperata sempre più soggetta agli interessi del capitale e di una borghesia antistorici, affamatori e distruttori del mondo, che pensano solo a rimpinguare il loro portafoglio. Che riempiono arsenali per produrre bombe pronte per uccidere vite umane. Noi non chiediamo un capitalismo dal volto umano come fanno i riformisti di tutte le specie, sindacalisti e pacifisti, che si appellano al buon cuore di chi non sa nemmeno cosa sia. Queste preghiere nauseabonde le lasciamo a loro che un giorno sì e l'altro pure vanno a pranzo con queste bande di assassini. Unico mestiere che conoscono bene. Noi ci appelliamo al proletariato affinché impugni l'arma della violenta rivoluzione contro il capitalismo e contro tutti i padroni.

AL

1morningstar.it

2leftcom.org

3ilfattoquotidiano.it

Sabato, December 7, 2024