Progetto di legge 89: una nuova frontiera della miseria

Pubblichiamo questo articolo dei compagni canadesi di Klasbatalo su una proposta di legge avanzata nel Quebec, molto simile, se non altro nella logica, ai famigerato “decreto sicurezza”, che mira a criminalizzare ancor più pesantemente le proteste, a cominciare dalle lotte dei lavoratori. Di questi giorni, poi, è la notizia di un emendamento proposto dalla Lega che punta a proibire lo sciopero per i cosiddetti rider: a quando la proposta di reinserire giuridicamente la schiavitù nuda e cruda?

Insomma, tutto il mondo borghese è paese.

I lavoratori canadesi ne hanno viste di tutti i colori negli ultimi due anni. Abbiamo assistito a scioperi diffusi, essenziali per la catena di approvvigionamento in tutto il Paese, e allo stesso tempo abbiamo visto il Ministro del Lavoro stroncare ognuno di essi con un apparato legale senza precedenti. In un momento in cui i lavoratori stanno chiaramente reagendo all'impoverimento e al peggioramento delle condizioni di lavoro, la tolleranza del governo nei confronti delle iniziative sindacali è diminuita drasticamente. Lo stesso vale in tutto il continente, con la storica sconfitta degli scioperi ferroviari negli Stati Uniti nel 2022, che ha dimostrato la velocità con cui i politici di ogni schieramento schiacciano tutto quello che può danneggiare i profitti dei capitalisti. Ciò è particolarmente vero in materia di concorrenza nazionale, che attualmente si sta intensificando con i dazi di Trump che colpiscono decine di Paesi in tutto il mondo. È in questo contesto che la classe dirigente canadese, che già attacca risolutamente i lavoratori, può utilizzare un nazionalismo riscoperto come nuova arma. Tuttavia, va sottolineato che gli strumenti giuridici in questione non sono solo il risultato di conflitti politici guidati da “cattivi leader”, ma sono anche in continuità con l'assalto generale della classe dominante alla classe operaia. È proprio in questo contesto, con lavoratori offuscati dal nazionalismo, che emerge la tendenza generale a mantenere l'ordine e a preparare la repressione.

In Québec abbiamo un ottimo esempio di questo tipo di sviluppo con il disegno di legge 89, che prevede poteri legali eccezionali per interrompere l'azione sindacale se questa è contraria all'“interesse pubblico”. Sebbene gli studiosi di diritto abbiano già contestato il pretesto del disegno di legge a causa della formulazione vaga del concetto di “interesse pubblico”, c'è anche un motivo concreto che è particolarmente importante per i lavoratori. Data la natura strettamente interconnessa della produzione capitalistica, qualsiasi sciopero può potenzialmente rappresentare una minaccia per l'“interesse pubblico”, che non è legato solo alle industrie più redditizie o strategicamente importanti; il personale alberghiero, gli assistenti all'infanzia, i dipendenti della SAQ [Société des alcools du Québec, società di diritto pubblico, che regola la vendita degli alcolici e della cannabis, ndt], tutti potrebbero in linea di principio danneggiare l'interesse pubblico, se i profitti capitalistici in questi settori rilevanti diminuiscono. La vaghezza del linguaggio non è quindi un'aberrazione legale o un tentativo di favorire una fazione della borghesia, ma una necessità per presentare e difendere la società capitalista come un corpo unico e coerente. Uno sciopero in un tale schema diventa qualcosa di riprovevole non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello morale. La chiave, quindi, sta nel passaggio da uno sciopero tollerato, valutato e negoziato come una normale compravendita - come qualcosa mediato dagli organi ufficiali e dall'apparato giuridico - a una rivalutazione del suo carattere necessario per la riproduzione della società nel suo complesso. In un simile contesto, lo sciopero dei farmacisti verrebbe politicizzato e soppresso con facilità, dato che si potrebbe invocare innumerevoli esempi di nonne che ricevono le loro medicine in ritardo a causa di un'azione sindacale, per costringere i lavoratori in sciopero a tornare al lavoro. L'Assemblea nazionale del Québec mira quindi a rafforzare legalmente le giustificazioni per gli ordini di rientro al lavoro che sono già stati imposti ai lavoratori portuali e postali molto recentemente. Questo rafforzamento del controllo statale è qualcosa che noi lavoratori abbiamo già visto sotto forma di clausole di “non sciopero” elaborate durante i grandi scontri imperialisti del XX secolo. Sebbene il Quebec sia ancora lontano dalla produzione di guerra, gli strumenti sviluppati dai capitalisti per pacificare la classe operaia in tempi difficili possono sempre riemergere e la strada della disciplina autoritaria riapparire.

Data questa evoluzione, gli esempi di scioperi in settori non critici funzionano come attacchi alla società nel suo complesso. Il personale alberghiero sciopera improvvisamente non per la retribuzione, ma per un odio perverso nei confronti dei clienti anziani. I lavoratori degli asili nido scioperano perché odiano i bambini e vogliono punirli. I lavoratori della SAQ scioperano perché sono pigri e sconsiderati. Si possono tirare fuori tutti i tipi di esempi inventati ed estremi, ma con l'aggravarsi della crisi capitalista e l'acuirsi degli scontri imperialisti, pietre miliari come il disegno di legge 89 diventano punti di riferimento importanti per il capitale per preparare la classe operaia a una miseria ancora maggiore.

Lunedì, May 12, 2025