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Home ›La risposta capitalista: cannoni, non burro
Questo articolo della CWO può essere considerato un'altra puntata de “Tutto il mondo borghese è paese”, visto che l'attacco alla sanità, allo “stato sociale” (il salario indiretto), al proletariato tutto - a cominciare dagli strati più poveri e oppressi - e l'aumento delle spese per le armi sono elementi fondamentali della politica governativa (e non solo di questo governo).
Con l'aggravarsi della crisi del capitalismo i nostri governanti, mentre si preparano per una guerra aperta contro i rivali all'estero, stanno scatenando una guerra d'impoverimento contro la classe operaia in patria. In Gran Bretagna il cancelliere delle scacchiere ha proposto di introdurre tagli ai sussidi sociali per 5 miliardi di sterline, il taglio più forte mai registrato. Keir Starmer, cercando di giustificare i tagli, ha descritto il sistema di welfare "insostenibile", il che indica che il peggio deve ancora venire. Il sistema di welfare britannico, lungi dall'essere generoso come ci ripete continuamente la borghesia, è il più basso in percentuale sul PIL tra tutti i paesi OCSE, ad eccezione del Cile. Questo sistema, che faceva parte dell'accordo postbellico tra capitale e lavoro, viene costantemente demolito e un processo simile si sta verificando in tutti i principali paesi capitalisti. I tagli, che in primo luogo sono un tentativo di sostenere i saggi di profitto, oggi sono destinati a finanziare il riarmo. L'aumento della spesa militare da parte del governo, dal 2,3% al 2,5%, vale 6,7 miliardi di sterline, solo leggermente di più di quanto verrà risparmiato dai tagli ai sussidi. Nel frattempo il governo è ben lieto di impegnare per l'Ucraina 10 miliardi di sterline in aiuti militari e altri 5 miliardi di sterline in altri aiuti. La borghesia si sta preparando alla guerra e il suo motto è, come coniato dai nazisti negli anni '30, "Cannoni, non burro".
Tagli per la guerra
L'obiettivo principale dei tagli è limitare i criteri di accesso ai fondi per l'indipendenza personale (PIP) e al credito universale (UC). Il Financial Times stima che dei 3,7 milioni di persone che beneficiano dei PIP, la metà perderà l'UC e calcola che 1,2 milioni di persone avranno una perdita di 4.300 sterline. Questo da solo rappresenta un risparmio di 5,1 miliardi di sterline! Dei 3,7 milioni di persone che beneficiano dei PIP, la metà non potrà richiedere l'UC e migliaia perderanno due terzi dei loro attuali sussidi sociali. Molte persone che perderanno i PIP e altri sussidi saranno costrette a cercare lavoro. La crudeltà del sistema è dimostrata da racconti aneddotici di persone cieche e malate di cancro a cui viene detto che sono in grado di cercare lavoro o che non sono abbastanza malate per richiedere i sussidi. L'intento di questi cambiamenti è quello di costringere le persone a lavorare, ma il sistema non offre posti di lavoro adatti alle capacità di persone malate e disabili. Quindi la conseguenza sarà un ulteriore impoverimento di sottoccupati e disoccupati, milioni dei quali dovranno indebitarsi ulteriormente per sopravvivere.
Un altro esempio delle condizioni miserabili che ci vengono imposte è la crisi abitativa e dei senzatetto. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, ci avevano assicurato che tutti avrebbero avuto case degne di eroi. Nel frattempo, mentre i proprietari terrieri e le banche continuano a incassare i proventi dell'Housing Benefit, che è rimasto intatto, 1,3 milioni di persone sono in lista d'attesa per l'edilizia popolare. Oltre 164.000 bambini sono senza casa in tutto il Paese, mentre in 32 comuni l'attesa per una casa con tre camere da letto supera i 18 anni: un'attesa di quasi una generazione. Siamo costretti a un debito e a una povertà sempre maggiori e con l'accelerazione della deriva verso la guerra i disoccupati saranno spinti ad arruolarsi nell'esercito o semplicemente mobilitati per diventare carne da macello per la prossima ondata di massacri e distruzione.
La rivolta
Ciò che sta facendo il governo dimostra ancora una volta che esiste un legame diretto tra gli attacchi ai salari e alle condizioni di lavoro e la spinta alla guerra. Come possiamo reagire? Miliardi di lavoratori in tutto il mondo producono tutta la ricchezza per poche migliaia di capitalisti che controllano il sistema, impongono tagli a salari e condizioni di lavoro e spingono verso una guerra imperialista contro i loro rivali. Se i lavoratori fossero consapevoli della loro forza collettiva, potrebbero non solo prevenire la guerra, ma rovesciare l'intero marcio sistema. Attualmente il proletariato internazionale è un gigante addormentato, ignaro della sua forza collettiva e inconsapevole di quanto sia pericolosa l'attuale spinta alla guerra. La lotta di classe, inizialmente a livello locale, ma poi a livello internazionale, è l'unica arma che abbiamo contro ciò che il capitalismo ha in serbo. La rivolta deve iniziare con il rifiuto di accettare tagli ai salari e alle condizioni di lavoro e i tagli al sistema sociale. Tale lotta deve essere estesa il più possibile ed essere organizzata al di fuori dei normali sistemi di controllo come i sindacati. Deve essere organizzata da comitati di sciopero eletti, con delegati revocabili e decisioni sottoposte ad assemblee di massa. La resistenza locale deve essere collegata alla lotta contro la guerra per dare alla lotta una dimensione internazionale e accrescere la coscienza di classe a livello internazionale. Per questo motivo alcuni internazionalisti in tutto il mondo stanno formando comitati di resistenza sotto la bandiera di "No War but the Class War” (Nessuna guerra se non la guerra di classe). Unitevi a noi!
L'articolo è tratto dall'edizione corrente (n. 71) di Aurora, bollettino della Communist Workers' Organisation.
6 maggio 2025
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