Rifondazione - Chi non muore si rivede

Rifondazione cerca consenso sostenendo la lotta di classe: i lavoratori ne approfittino

La sconfitta elettorale e l’estromissione dal Parlamento della cosiddetta sinistra radicale, Rifondazione comunista in testa, non significa la sua impossibilità di ritornarvi. La bocciatura elettorale ha diverse spiegazioni, ma una forse le racchiude tutte: il progressivo abbandono degli interessi minimi di quelle che la stessa Rifondazione chiama ‘classi popolari’. Occorre pertanto recuperare il terreno perso così Rifondazione ha radunando il suo VII Congresso a Chianciano (potere simbolicamente depurativo delle città termali) lo scorso luglio. La vittoria della mozione Ferrero rispetto a quella Vendola è il segno che la ricetta politica indicata per il ritorno in parlamento è quella del movimentismo.

La realtà impone a Rifondazione di puntare sulla carta sociale per non marginalizzarsi o divenire un’appendice del PD. La prima prova sono le elezioni europee dell’anno prossimo e vedremo se il progetto avrà corso e se porterà frutti. Ad oggi rileviamo che, come abbiamo detto, il Documento politico del VII Congresso (1) è intriso di movimentismo. Vediamone brevemente i passaggi che riteniamo di evidenziare non tanto per criticarne l’impostazione borghese, bensì per trarre delle indicazioni. A seguito della batosta elettorale Rifondazione riconosce l’impossibilità di collaborare col PD, sia per la politica neocentrista di quest’ultimo che per la posizione di inferiorità da cui deve trattare. Al fine di poter trattare in futuro un accordo per il governo del paese in un mutato rapporto di forza il PRC pensa di rilanciarsi caratterizzandosi con una svolta a sinistra (punto 2 del Documento politico) e con la ripresa dell’iniziativa sociale e politica (punto 3).

La svolta a sinistra consisterebbe nell’obiettivo di fase della “sconfitta delle destre populiste e della politica antioperaia della Confindustria”: quindi opposizione al governo Berlusconi “intrecciando la questione sociale con quella democratica e morale” in alternativa ed autonomia dal PD. L’estromissione dal Parlamento e l’opposizione deve così divenire una fase di ricostruzione, di radicamento, di battaglia culturale e politica perché:

Nella crisi della globalizzazione capitalistica l’alternativa la si costruisce nella lotta sociale e politica contro il governo Berlusconi, i progetti confindustriali e le visioni fondamentaliste e integraliste.

Il "nemico" non è più una formazione sociale storica: il capitalismo, ma il governo Berlusconi e i progetti confindustriali. Per sbaragliare questi "nemici" occorre l’iniziativa sociale e politica:

La lotta contro la manovra economica antipopolare del governo delle destre, l’opposizione alle iniziative razziste e discriminatorie contro i migranti e i rom, ... l’opposizione alla controriforma della giustizia e la questione morale,

ma anche la ripresa della lotta per difendere le:

condizioni di vita e di lavoro delle classi popolari; dalla difesa dei Contratti Nazionali di Lavoro alla questione dei salari e delle pensioni, dalla questione dirimente della lotta alla precarietà all’iniziativa contro la disoccupazione nel Mezzogiorno, dalla lotta per la casa alla difesa e sviluppo del welfare.

Questi sono per Rifondazione:

i terreni decisivi per ricostruire l’unità del mondo del lavoro [...] e per ricomporre le attuali cesure tra lavoratori garantiti e atipici. [...] Solo la ripresa del conflitto di classe può evitare che la guerra tra i poveri prenda piede nel nostro paese. [...] Riteniamo opportuno favorire ogni elemento di conflitto dal basso nei luoghi di lavoro, la rinascita di un protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici, l’emergere di momenti di auto-organizzazione, tutti elementi decisivi affinché la battaglia anticoncertativa assuma una dimensione di massa.

Questo ed altro per realizzare il progetto: l’alternativa di società.

Una volta si sarebbe detto società alternativa che, seppur nella sua genericità, rimandava idealmente ad una società diversa; ora la diversità è l’alternativa (di governo) all’interno della medesima società. Così, mentre il capitale ha bisogno della pace sociale e della concertazione per continuare a scaricare i costi economici e sociali della sua crisi e delle sue contraddizioni sui lavoratori; Rifondazione, per tentare di risolvere i problemi di un’autonoma sopravvivenza politica, deve puntare sulla ripresa del conflitto di classe: deve sostenerlo per ottenere consenso (elettorale), per poi farlo pesare sul fronte di un ipotetico futuro accordo di governo.

Giochino politico da attuare sulla pelle delle “classi popolari” per fini di partito, ma il giochino implica la ripresa della lotta sia nelle fabbriche che nella società. Ripresa della lotta che seppur controllata e gestita da forze borghesi è pur sempre ripresa della lotta. Questa è la strada per l’acquisizione da parte dei lavoratori della cognizione di essere classe; la possibilità per noi di acquisire elementi di elaborazione tattica e quella di allargare la sfera di simpatizzanti e militanti. Come la via al profitto deve passare attraverso il salario (lavoro necessario) e l’insanabile contraddittorietà di questa via è la leva per il superamento della società capitalista, così ben venga la ripresa della lotta di classe seppur propugnata da una forza borghese all’interno delle sue contraddizioni e per fini borghesi. Ai lavoratori la possibilità di inchiodare Rifondazione alle sue stesse parole di lotta; a noi la possibilità, dove e come possiamo, di approfondirla a partire dal terreno economico e di difesa delle condizioni di vita.

mr

(1) Ricominciamo: una svolta a sinistra. Documento politico approvato al VII congresso del PCR-SE, Il manifesto, 6 agosto 2008, pag.10.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.