Alitalia - Intrighi di palazzo sulla pelle dei lavoratori

Alitalia, che passione!

Dopo i trascorsi maneggi del Governo Prodi con Air-France, il governo Berlusconi ha trasformato quella che aveva denunciato come una "svendita" allo... straniero, in un "imbroglio" con soggetto la nuova Alitalia-Cai che per 310 milioni s'è comprata "privatamente" il tutto, liberata dai debiti che soffocavano la precedente gestione e delle conseguenze "sociali" della sua inevitabile ristrutturazione aziendale.

Lo Stato, ex socio rappresentato da un quanto mai silenzioso e distaccato Tremonti, s'è lavato mani e piedi, accollando però al "pubblico" - su ammissione di esponenti dello stesso governo in carica - un costo di 4 miliardi di euro (passivo residuo della vecchia Alitalia e altro). Da "sinistra" si parla di circa 5 miliardi...

Ed ecco, scacciata dalla porta, rientrare dalla finestra Air France con il 25% del capitale e con presenza sia nel consiglio d'amministrazione che nel comitato esecutivo. Da notare che il capitale francese si sistema nella nuova compagnia come il solo competente operatore e vettore aereo, e che fra cinque anni - secondo accordi ma forse anche prima - potrà diventare l'azionista di comando.

Al seguito della dilagante crisi economica, si accende la partita (per nulla pacifica) per il primato nei cieli europei e mondiali. In pista Air France - Klm (73 milioni di passeggeri annui), Lufthansa (63), British Airways (33). Segue Alitalia con l'incorporata Air One.

Air France, fusasi in un'unica holding con l'olandese Klm e con un solo hub passeggeri a Parigi e una centrale merci ad Amsterdam, sta facendo la parte del leone. Segue Lufthansa con una strategia multi-hub, puntando cioè su diversi scali di interscambio (Francoforte, Monaco, Zurigo e il londinese Heatthrow) e portando avanti l'acquisto di numerose compagnie europee minori. Un consolidamento a vasto raggio e in pieno sviluppo (con "sfoltimenti" e raggruppamenti di vettori) di fronte al pericolo di una fatale emarginazione. In qualche difficoltà a questo punto si trova British Airways che sta trattando per una fusione con la spagnola Iberia dopo il fallimento di una fusione con l'australiana Qantas.

Intanto, nel 2008, in tutto il mondo sono fallite una quarantina di compagnie, con un taglio di 46 milioni di posti-passeggeri; cala il traffico cargo e si segnala a livello mondiale la perdita di 5 miliardi di dollari nel solo 2008.

Malpensa o Linate?

Il sistema aeroportuale italiano traballa, in dichiarata "sofferenza". I vari interessi in gioco, non tutti dichiarabili pubblicamente, hanno visto inizialmente Malpensa appoggiata dalla Lega e dagli amministratori Lombardi di destra e, in sordina, di "sinistra" contro Fiumicino; con loro ha ripreso un filo di voce anche Tremonti che parteggia per Malpensa quale "hub - aeroporto internazionale". (La Moratti però non vuol sacrificare Linate che al governatore Formigoni invece non interessa, e che così rischia di essere ridotto a navetta Milano-Roma). Chiaramente, un ridimensionamento di questo city air-fort lombardo, che comprende Malpensa Linate e Orio Al Serio (tutti e tre gestiti dalla Sea, dietro la quale c'è la Lega), costerebbe caro a qualcuna delle bande economico-politiche in campo. I guai si prospetterebbero non solo per Linate o per Orio Al Serio (Bergamo), ma soprattutto per l'aeroporto di Fiumicino, in concorrenza diretta con Malpensa. La Cai ha comunque fatto sapere durante una recente audizione in Senato, e poi lo ha confermato ai rappresentati del "popolo" lombardo, che mantenere due aeroporti internazionali nella stessa città significa "perdere circa 150 milioni di euro all'anno". Quindi, per ora e forse per sempre, il "cappio" di Cai stringe al collo Malpensa. E la Lega incassa, fingendosi ottimista agli occhi dei suoi manipoli di camicie verdi, piuttosto scocciate dai maneggi politici dei suoi capi con il Cavaliere nei Palazzi di "Roma ladrona"....

Più o meno dello stesso parere anche Lufthansa, prediletta da Bossi e C, la quale punterebbe a Malpensa. Rimane comunque interessata ai futuri possibili fatturati, dal momento che quello da dicembre 2007 a novembre 2008 è stato di 680 milioni di euro per un totale di 4.500.000 passeggeri

A calmare gli animi di una parte del clan politico che ruota attorno a Berlusconi, e che vede sempre presente il pericolo di Malpensa ridotta ad aeroporto regionale e semplice crocevia dei voli Milano-Roma, ecco affacciarsi ai bordi del cilindro magico il coniglietto delle "liberalizzazioni" dei diritti di volo, che dovrebbero ridare importanza all'aeroporto milanese. Sempre se costi e prezzi praticati lo consentiranno e comunque a lungo periodo, tant'è che il coniglio e ritornato sul fondo del cappello. Nel frattempo, la neonata compagnia Cai - alla quale è stato concesso di agire in regime di monopolio per agevolarne l'avvio - ha già portato il prezzo standard del biglietto di sola andata da Milano-Linate a Roma-Fiumicino in classe economica a punte di 325,59 euro! E su questa rotta nazionale non molla il suo monopolio, col 98% degli slot.

Mentre i "governatori" di Lombardia e Lazio si guardano in cagnesco, la rabbia cresce giustamente fra i dipendenti Alitalia: gli esuberi sono ufficialmente 3.250, ma questi riguardano soltanto i lavoratori a tempo indeterminato. Ad essi si aggiungono 1.500 precari e 2.750 lavoratori che saranno "esternalizzati", poiché la Cai non si assume direttamente la manutenzione ordinaria, il cargo e altre attività "secondarie". Se poi si va a guardare nell'indotto e fra le altre attività sia pure indirettamente legate al traffico aereo-portuale, il cielo si fa grigio e sugli aeroporti lombardi scende fitta la nebbia. Poco male se i borghesi non volano; il guaio è che i proletari - senza lavoro ma soprattutto senza salario - faticano persino a muoversi per terra.

Ultime notizie

Fra una serie di "qui lo dico e qui lo nego" si è realizzata una coalizione trasversale dei "partiti del Nord" contro il piano Cai che sta mettendo Linate "a rischio di integrale chiusura" (così dichiarano governatore lombardo e sindaco di Milano). Prendere o lasciare, secondo la Cai, che minaccia apertamente, se non le si dà ascolto, di abbandonare anche Malpensa.

In più, per tutti, viene avanti la preoccupazione per la concorrenza dell'Alta Velocità ferroviaria: secondo Alitalia, il traffico aereo si ridurrà fra Linate e Fiumicino da 2,5 milioni (nel 2008) a 1,6 milioni di passeggeri. Da parte sua, la Sea vede nel ridimensionamento di Linate una "perdita a livello di margine operativo lordo di circa 40 milioni di euro, contro un margine operativo lordo di scalo positivo per circa 40-45 milioni di euro". Sempre però mantenendo gli attuali livelli di traffico. Quindi un saldo che rischia l'azzeramento....

Inoltre, se Linate chiude, vi sarebbe il problema di spostare almeno 700 lavoratori a Malpensa, tra Sea spa e Sea handling. La Camera di commercio, a sua volta, vede nero e - se sarà Malpensa ad essere invece penalizzata - calcola una perdita di 98 milioni di euro per gli esercizi commerciali e di servizio, 51 milioni per gli albergatori e 13 per i ristoratori.

Gli stessi partiti del centro-destra (al Nord, s'intende) parlano ormai apertamente di un eccesso di "facilitazioni concesse finora ad Alitalia, che tanto ha avuto dal governo" (Moratti). Anche Pennati, da ..."sinistra", applaude al "coraggio" della Moratti e della Lega, quest'ultima in prima fila sulle barricate bipartisan contro gli "interessi clientelari di Roma" e minacciando la serrata contro Alitalia.

Tutto questo per lo meno fino alla consueta cena tenutasi da poco nel "castello" di Arcore, dove l'Unto del Signore deve aver bacchettato (e "ricompensato") i suoi fidi scudieri, i quali sembrano rientrati a più miti consigli. Quelli, si capisce, di Re Silvio, più che mai incontenibile dopo la "vittoria" nel regno di Sardegna.