Foglio Zero

Pur non potendo elencare in modo esaustivo tutte le situazioni di crisi che hanno coinvolto molte realtà operaie sul territorio bolognese negli ultimi anni, alcuni dati ci forniscono una fotografia abbastanza nitida di quale sia l’entità di tale crisi che, inevitabilmente, si riversa sui “soliti noti”.

Nel nome di una concertazione che, ormai sotto gli occhi di tutti, è solo un modo per arginare con la paura, la rassegnazione e l’individualismo quello che potrebbe essere il fiume in piena della rabbia proletaria, i sindacati fanno il palo mentre i padroni smantellano e ristrutturano, portano le produzioni all’estero dove possono spremere i lavoratori senza freni, e “ottimizzano ” lo sfruttamento del capitale umano che hanno a disposizione in ogni modo possibile, mettono in cassa integrazione, liste di mobilità, licenziano senza più bisogno di “giuste” cause.

Il lavoro interinale, le esternalizzazioni, le più diverse formule contrattuali sono ormai la norma, leggi ad hoc hanno reso legale ciò che prima era già prassi, sistematicamente sperimentata in alcuni settori, mentre i salari hanno perso potere d’acquisto e i rinnovi contrattuali sono, ogni volta, un giro di giostra a vuoto.

Nel 2002 la Minarelli di Calderara di Reno, mette in Cassa integrazione a rotazione, per 9 settimane ben 190 dipendenti e la Malaguti utilizza la C.i.g. per 4 settimane.

Crisi annunciata per la Lamborghini Oleodinamica; si inizia a paventare un trasferimento in Ungheria per lo stabilimento della Ducati Energia, mentre la Teleinvest, di S. Giovanni in Persiceto licenzia 1/3 dei suoi dipendenti.

Nel 2004 si possono contare circa 800 licenziamenti operai su tutto il territorio e nel 2005 sono circa 70 le situazioni di difficoltà produttiva presenti su tutto il territorio nel settore metalmeccanico.

La Cassa integrazione a rotazione riguarda 60 operai della Ducati Energia, 380 della Ducati Meccanica mentre chiudono i battenti la Manifattura Tabacchi - lasciando a casa 148 operai - la Sinudyne di Ozzano Emilia e la Samp Utensili, in Via Stalingrado.. La Sasib e la Effer di Castelmaggiore licenziano rispettivamente 50 operai la prima e il 50% dei suoi dipendenti la seconda.

In crisi anche la Fini compressori e la Magneti Marelli del gruppo Fiat.

A Zola Predosa Cassa integrazione per la Dietorelle mentre CTO e Siderpali hanno chiuso, e per La Perla è in atto il piano di ristrutturazione che vedrà a casa a breve - entro inizio 2007 - circa 410 dipendenti, per lo più donne.

Reperire informazioni aggiornate e precise sulla reale entità delle situazioni di crisi che riguardano il tessuto industriale bolognese è alquanto difficile e sono certo molte quelle di cui non siamo a conoscenza.

I media tacciono, i sindacati confederali mantengono separate le loro vertenze-truffa, che spacciano per lotte quelli che invece sono accordi preordinati di totale sottomissione alle logiche del profitto padronale e in occasione dei rinnovi contrattuali ci garantiscono qualche briciola di aumento salariale, in cambio di aumenti radicali di flessibilità, ritmi, carichi lavorativi e un peggioramento costante delle condizioni di sicurezza.

Gli Internazionalisti di Bologna si propongono come punto di riferimento sul territorio di tutti i lavoratori precari e non, che vogliono riportare un po’ di sano conflitto nei luoghi di lavoro e vogliono organizzarsi per farlo e a tal fine propongono la creazione di un coordinamento operaio e di precari che, fuori dal sindacato, metta in contatto tra loro i tanti lavoratori che sono stufi di subire ogni genere di attacco padronale, e vogliono cominciare almeno a difendersi, unendo le loro forze e la loro capacità di lotta.

Gli Internazionalisti invitano tutti i lavoratori a non tacere di fronte all'arroganza padronale: che si tratti di difendere il proprio posto di lavoro, di far assumere un precario, di far rispettare le norme di sicurezza, di adeguare il salario al carovita, di riprendersi tfr e pensioni...

È necessario organizzarsi azienda per azienda e sul territorio in gruppi internazionalisti operai, slegati dai sindacati confederali, divenuti oggi più che mai pilastri del capitalismo, e anche da quelli di base, sempre più inefficaci di fronte alla crisi economica che ha scatenato a livello mondiale e locale la brutalità del padronato e dei suoi servi, per riprenderci ciò che ci viene quotidianamente tolto al lavoro: dignità, salario, salute, sicurezza e vita.

Organizziamoci

Oggi: per resistere e rispondere agli attacchi dei padroni incattiviti dalla loro crisi.

Domani: per sbarazzarci di questo sistema che ormai non ci da più nemmeno la sicurezza di essere ancora sfruttati e produce sempre più morti, guerre, miseria e disastri ambientali.

Se si vuole ottenere qualcosa dai padroni gli scioperi ordinati e programmati non servono a niente! bisogna farli senza preavviso e senza limiti imposti per legge. per far questo non occorre nessun sindacato ma l'unione e la determinazione dei lavoratori!

Certi di non avere nessun santo in parlamento ci sentiremo tranquilli solo quando il potere sarà dei proletari e degli operai.

Stiamo raccogliendo materiale informativo soprattutto da internet sulle lavorazioni (amianto, pvc, vernici varie, piombo, zinco...) con alti rischi e la loro diffusione per informarti, informarci e soprattutto per cominciare almeno a difenderci e lottare.

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Fogli operai

//Aurora// è il "//Foglio internazionale di intervento operaio//" che, per iniziativa del BIPR, viene prodotto e diffuso (identico nella prima pagina) nelle fabbriche e nei quartieri proletari di Italia, Gran Bretagna, Francia, Usa, Canada, Colombia.

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