Inceneritore di Albano: solo semplice corruzione amministrativa?

Nei Castelli Romani, in provincia di Roma ad Albano Laziale, è in corso una battaglia contro l'inceneritore, il quale porterà un fortissimo disagio ambientale che si ripercuoterà in modo diretto sulla salute dei cittadini. In tutti i Castelli, in particolare ad Albano e zone strettamente limitrofe c'è stata una risposta piuttosto rapida a questo “mostro ambientale”, che ha portato alla creazione di un coordinamento che si oppone all'inceneritore di Albano, il coordinamento “No Inc”. Ma forse occorre porsi una domanda: qual è la vera causa che sta alla base della costruzione dell'inceneritore di Albano e di altri casi simili come quello di Acerra? Solo semplice e pura corruzione di alcuni di funzionari? Esiste un'alternativa ecologica all'inceneritore? Forse possiamo trovare dei nomi per i principali responsabili che hanno dato il via alla costruzione dell'inceneritore, nonostante i pareri negativi espressi perfino dagli enti borghesi per la “salute pubblica” e dall'ex presidente della regione Lazio, Piero Marrazzo.

La verità è che ogni tipo di disagio ambientale è provocato da un intero sistema, il capitale, che mette il profitto davanti alla salute delle classi più disagiate; non ha importanza se si reca un grave danno alla salute di donne, bambini, vecchi e onesti lavoratori che già vivono immersi nei problemi, provocati dalla crisi. Ed è proprio con la crisi economica che cercano di giustificare questo inceneritore, che quindi risulta l'unica alternativa possibile per lo smaltimento dei rifiuti. Ma se questa crisi che viviamo oggi, è stata provocata da un modo folle di produrre, perché a pagare deve essere chi già vive sfruttato e non ha colpa?

Il coordinamento cittadino del No Inc. di Albano crede ci sia invece un'alterativa all'inceneritore e che si possa tradurre nello sviluppo sostenibile con fonti di energia alternativa e raccolta differenziata come nel caso della Germania. Bisogna però analizzare alcuni punti, come il fatto che il passaggio a fonti di energia alternativa sarebbe costosissimo e che la borghesia italiana nell'attuale crisi economica non se lo può permettere se non con una catastrofica perdita di profitto.

L'amministrazione pubblica italiana non può sobbarcarsi le spese di costruzioni di impianti di energia alternativa e per lo smaltimento di rifiuti in maniera ecologica in tutto il paese e quindi preferisce continuare a creare “mostri ambientali”.

In realtà l'alternativa esiste, ma non consiste nel trovare un'alternativa ecologica oppure creare forme di sviluppo “sostenibile” (pura utopia nel capitalismo, basato sull'accumulazione e per la quale non sopporta vincoli di nessun tipo, tanto meno quelli ambientali) ma sta nello scagliarsi contro un sistema che è la causa dei disastri ambientali. Gli sforzi contro l'inceneritore da parte del proletariato che oggi vive nei Castelli Romani non devono cessare, ma devono canalizzarsi non solo nella lotta contro l'inceneritore, ma anche in quella contro il capitale. L'inceneritore di Albano non deve essere costruito. Le lotte contro l'inceneritore non devono essere condotte appellandosi alle istituzioni, che ogni giorno si prendono gioco dei cittadini (ad esempio dicendo che non si vuole costruire nessun inceneritore, ma solo un termovalorizzatore... quando in realtà intendono la stessa cosa, ed anzi l'Italia ha ricevuto delle lamentele dall'Unione Europea per l'utilizzo di questo nome).

Le lotte in questo sistema nemico del proletariato, devono essere condotte in maniera autorganizzata; l'unica alternativa è una società di liberi ed uguali, dove gli uomini e le donne decidano in prima persona della propria vita, dove il denaro, il mercato e lo sfruttamento siano aboliti e la produzione sia finalizzata ai bisogni umani.

Giovani internazionalisti dei Castelli Romani