La morte delle 4 operaie di Barletta

Il mandante ed esecutore ha un solo nome: Capitalismo

Il 3 ottobre crolla a Barletta una vecchia palazzina all’interno della quale - nello scantinato - vi era una piccola azienda tessile, dove lavoravano 10 operaie. Trovano la morte 4 giovani lavoratrici, che lavoravano per meno di 4 euro all’ora, con turni di 10-12 ed a volte di 14 ore al giorno; anche la figlia quattordicenne del padrone, per una crudele ironia della sorte, è deceduta sotto le macerie.

Lavoravano senza nemmeno uno straccio di contratto che le potesse anche in minima parte e formalmente tutelare.

La canea dell’informazione borghese si è scatenata da subito per far ricadere tutte le responsabilità - in parte vere - sulle istituzioni locali borghesi, che non hanno fatto le dovute verifiche/perizie sull’immobile fatiscente, nel tentativo di mettere il tutto su una questione di negligenza ed incapacità dei singoli. Hanno trovato un capro espiatorio con lo scopo di far passare in secondo ordine lo sfruttamento messo in pratica dal padrone, che non solo sottoponeva le operaie ad orari massacranti e salari miserevoli, ma le costringeva a lavorare sotto ad un vecchio edificio pericolante, pur di risparmiare anche sui costi fissi della sua azienda.

In parole povere, quello che è accaduto si chiama omicidio padronale, evidentemente, in combutta con le istituzioni locali borghesi.

Quello di Barletta non è un caso isolato, ma è una modalità di sfruttamento della forza-lavoro diffusa e ramificata su tutto il territorio che trova terreno fertile dove c’è un altissimo tasso di disoccupazione - maggiormente al Sud - disoccupazione peraltro aumentata vertiginosamente con la crisi capitalista, che costringe i lavoratori ad accettare, “pur di sopravvivere”, lavori sottopagati, in condizioni ambientali malsane e pericolose.

Il lavoro, cosìddetto nero, non è altro che l’altra faccia del capitalismo che non esita a mettere a repentaglio la vita di noi lavoratori .

Ad ogni modo, noi Proletari, non dobbiamo cadere nella fuorviante tesi che ci propinano tutte le organizzazione sindacali e cioè che l’accaduto sia imputabile ad una mancanza di tutela contrattuale, lo dimostrano gli operai della ThyssenKrupp (e non solo) che, nonostante avessero un “regolare“ contratto, erano sottoposti ad orari massacranti e hanno trovato anch‘essi la morte.

Morti bianche? No! Sono omicidi, il cui mandante ed esecutore ha un solo nome: Capitalismo!

Noi comunisti internazionalisti di Battaglia Comunista *esprimiamo la nostra solidarietà di classe alle operaie di Barletta*, sottolineando che il primo passo obbligato da fare per la nostra dignità e per la difesa dei nostri interessi immediati di classe è l’autorganizzazione dei lavoratori attraverso comitati ed assemblee che devono decidere modalità e scopi delle lotte, al di fuori di tatticismi e capitolazioni sindacali.

Non dobbiamo mai dimenticare che solo l’abbattimento del sistema capitalistico ci può mettere al riparo dallo sfruttamento e dalle stragi che esso provoca!

Solo la lotta di classe proletaria può porre fine a questo stato di cose!

LM, 2010-10-24

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.