2008-01-22

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Newsletter del Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista)

Battaglia Comunista - 1

  • L'uccisione di Banazir Bhutto e le nuove tensioni in Pakistan
  • Migliaia di morti sul lavoro, questo il prezzo imposto dal capitale ai proletari
  • Un'altra finanziaria "di sinistra": padroni e militari ringraziano
  • I dati Istat sull'aumento dell'occupazione falsano palesemente la realta`
  • Banco del Sur e nuove tensioni finanziarie
  • Compromesso sul clima a Bali
  • Il prossimo patto per salari e tasse
  • Condizioni e lotte operaie nel mondo
  • Operai internazionalisti e sbirraglia sindacale
  • La Fiat delle meraviglie aumenta i profitti
  • Nuovi contratti, maggiore sfruttamento

L'uccisione di Banazir Bhutto e le nuove tensioni in Pakistan

Anche il nuovo anno promette piu` guerra e piu` miseria

Nel delineare i possibili sviluppi della crisi dei subprime, abbiamo indicato nella ricaduta dei suoi costi su salari, stipendi e pensioni e nell'acuirsi delle tensioni inter-imperialistiche le ineluttabili conseguenze. Ma, in tutta onesta`, non pensavamo che i fatti si sarebbero incaricati di darne conferma cosi` presto.

Per quel che riguarda i costi della crisi, i dati macroeconomici del mese di dicembre indicano un'economia Usa ormai prossima alla recessione. In dicembre, infatti, e` stata registrata una contrazione dei consumi di circa il 10 per cento e la richiesta di mutui da parte delle famiglie e` crollata ai minimi del 2006 nonostante siano diminuiti i costi dei prestiti.

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Migliaia di morti sul lavoro, questo il prezzo imposto dal capitale ai proletari

Il tributo di sangue pagato dai lavoratori

Una direttiva impartita nel lontano 1977 da parte del servizio centrale di manutenzione del gruppo Montedison disponeva di:

Spendere solo quando e` assolutamente e comprovatamente indispensabile. In tutti gli altri casi bisogna correre dei ragionevoli rischi.

La manutenzione viene quindi vista come un costo e come tale deve essere se non abbattuto quanto meno tenuto il piu` basso possibile. Gli impianti vengono sfruttati all'inverosimile e si taglia in maniera delinquenziale sulla manutenzione. Fa specie nell'asettico linguaggio, tutto proprio del mondo d'impresa, il riferimento ai rischi. Quali, di grazia? Pagare qualche multa o dover chiudere lo stabilimento per un certo periodo? E se questi sono rischi come definire quelli che corrono in ogni istante della loro vita lavorativa milioni di salariati? Come definire i 7 morti della Thyssen Krupp?

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Operai internazionalisti e sbirraglia sindacale

Alcuni nostri operai sono stati attaccati dai sindacati durante lo sciopero dello scorso 16 novembre

Il 16 novembre 2007 si e` tenuto il secondo sciopero nazionale dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto. I nostri compagni operai di Bologna hanno partecipato attivamente a questo sciopero con le modalita` ed i contenuti che da sempre contraddistinguono gli internazionalisti. Non abbiamo invitato a boicottare lo sciopero indetto dalla triplice sindacale - cinghia di trasmissione degli interessi padronali nella nostra classe - ma siamo stati presenti individuando e rimarcando le contraddizioni profonde che emergevano in piazza. Questa nostra modalita` di intervento da` parecchio fastidio ai burocrati sindacali, abituati a poter fare il buono ed il cattivo tempo tra gli operai.

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Condizioni e lotte operaie nel mondo

Minatori

Il mestiere di minatore resta ancor oggi uno dei piu` pericolosi al mondo, in dicembre diversi gravi incidenti hanno avuto luogo in Cina, Ucraina e hanno provocato la morte di centinaia di lavoratori.

Questi non sono che due tra i casi piu` drammatici verificatisi di recente; morire in miniera e` ancora la quotidianita` in tutto il mondo. In Sudafrica, dove il settore minerario rappresenta ancora una realta` di grande importanza, solo nell'ultimo anno le vittime sono state quasi 200 e questo ha portato ad una prima mobilitazione dei lavoratori per ottenere un livello di sicurezza adeguato, ma andiamo per ordine. L'ultima strage nelle miniere di carbone cinesi e` accaduta nella provincia di Yunnan e ha causato 18 morti e 43 "dispersi" che vanno ad aggiungersi ai 2.163 lavoratori morti in 1.320 "incidenti" nei primi 7 mesi dell'anno la Cina. Il tasso di mortalita` delle miniere di carbone cinesi e` il piu` alto al mondo ed e` direttamente proporzionale alla crescente necessita` energetica dell'industria cinese. Il governo ha emanato diverse direttive per migliorare i livelli di sicurezza, ma si sono per ora dimostrate totalmente inefficaci e rappresentano una ulteriore conferma di come gli interessi del capitale e quelli dei lavoratori siano sempre piu` inconciliabili.

In Ucraina, le ripetute esplosioni di gas nella miniera di carbone di Zasyadko, una delle piu` grandi del Donbass, ha portato nel novembre scorso alla morte di 101 morti e ad altri 5 morti all'inizio di dicembre. Questi incidenti sono oltremodo gravi se pensiamo che l'impianto coinvolto dovrebbe essere uno dei piu` moderni e sicuri dell'Ucraina. Il premier Yanukovich da sempre appoggiato dai gruppi economici che gestiscono la miniera di Zasyadko ha respinto la proposta di chiusura totale dell'impianto perche` troppo dannosa per l'industria siderurgia nazionale. In questa situazione l'unico modo per ancorare i lavoratori alle miniere e` quello di fornire salari molto maggiori a quelli medi, il rischio di perdere la vita o di rimanere gravemente feriti viene barattato con il denaro e questo e` reso possibile dall'altissimo tasso di disoccupazione e di poverta` dell'Ucraina.

In Sudafrica, lo scorso ottobre, 3.200 lavoratori bloccati nella miniera d'oro di Elandsrand si erano salvati a fatica, l'incidente aveva comunque messo in luce negligenze e carenze di manutenzione. 180 vittime quest'anno, 200 l'anno scorso per smottamenti, crolli, fughe di gas, microsismi. Meno delle 533 registrate nel 1995, ma sempre troppe per la National Union of Mineworkers (Num) che ha proclamato, in dicembre, uno sciopero per la sicurezza, il primo nella sua storia (Solidarity, il sindacato "bianco" non ha aderito).

Si tratta di una prima timida reazione ad una situazione insostenibile, purtroppo se i lavoratori non andranno oltre alla mera logica sindacale difficilmente riusciranno a migliorare le loro condizioni di vita: per il capitale la sicurezza e` infatti solo un costo da contenere al massimo per far fronte all'attuale situazione di crisi, le conseguenze anche mortali non vengono considerate.

Grecia

Il 12 dicembre il Gsee (settore privato) e l'Adedy (settore pubblico), i due sindacati maggiori che rappresentano circa due milioni e mezzo di lavoratori greci hanno condotto uno sciopero generale contro la riforma delle pensioni del governo di destra di Nuova Democrazia. La mobilitazione ha coinvolto anche gli avvocati, i giornalisti, i piccoli commercianti, i piccoli artigiani e gli ingegneri. Tutti i trasporti pubblici (metro, bus, navi ed aerei) si sono bloccati per l'intera giornata, a parte la metropolitana che ha circolato per poche ore in modo da facilitare l'arrivo dei dimostranti ai luoghi di concentramento dei cortei. Nelle fabbriche principali, nelle grandi aziende statali e nei principali luoghi di lavoro la partecipazione allo sciopero e` stata dell'80-100%. Minore l'adesione nei posti di lavoro di minore dimensione dove pero` molti lavoratori hanno partecipato indirettamente mettendosi in malattia o utilizzando la scusa che non circolavano i mezzi di trasporto pubblici. Un primo tentativo di riforma del sistema previdenziale era stato fatto nel 2001 dal governo del Pasok di Kostas Simitis ma, anche grazie ad un imponente sciopero generale, non era giunta a compimento. La riforma e` oggi pero` sempre piu` impellente per il capitale greco, infatti sia le imprese che lo stato hanno "eluso" per anni il versamento dei contributi e questo rischia di portare il sistema al collasso. Si tratta di una situazione molto simile a quella italiana di dieci anni fa con un'evasione dei contributi alle stelle ed un loro costante impiego a favore delle imprese invece che dei pensionati.

La posizione del sindacato appare ancora una volta "ambigua", infatti se da un lato ha portato in piazza migliaia di persone dall'altro concorda con le organizzazioni padronali e con il governo sulla necessita` della riforma: questo non ci sorprende, ma ci fa temere che la lotta verra` presto incanalata esclusivamente contro l'attuale governo di destra e che la riforma verra`, seppur con lievi modifiche, attuata a danno dei lavoratori.

Argentina

I lavoratori agricoli del nord ovest dell'Argentina hanno protestato per non essere stati pagati e perche` la Manpower, una delle piu` importanti agenzie di lavoro interinale al mondo, ha fatto carta straccia del contratto di 3 mesi che aveva siglato con loro.

I lavoratori collocati dalla Manpower in diverse fattorie nella provincia Tucuman non avevano ricevuto informazioni chiare sui tempi e le modalita` di pagamento, ma questa e` la normalita` per un'azienda che si occupa di caporalato legalizzato. Infatti al momento dell'assunzione la Manpower ha fatto firmare il contratto ma senza distribuirne una copia ai lavoratori. Proprio nelle note a margine del contratto era contenuta in modo difficilmente visibile l'opzione per l'azienda di non dare piu` lavoro dopo il primo mese, sebbene la durata complessiva fosse di tre.

Dopo il primo mese non sono piu` stati chiamati e ora sono costretti ad aspettare molti giorni prima del pagamento che avverra` alla fine dei tre mesi teorici del contratto. A questo ritardo si aggiunge un'ulteriore beffa: al posto dei 43 pesos al di` gli si offrono 39, in seguito alle trattenute sociali. Diversi lavoratori sospettano che queste trattenute non daranno loro la possibilita` di avere una pensione ne` una assicurazione sanitaria.

Altri lavoratori sono invece stati spostati nella provincia di Cordoba e sono stati alloggiati in baracche di lamiera senza letti ed in condizioni sanitarie indegne.

Battaglia Comunista - 11

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Prometeo - 16

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