Storia di ordinario sindacalismo

Ciao a tutti, questo è il primo post nel forum, scusate se sarò prolisso o inesatto, ma è con rabbia che scrivo tutto questo.

Vorrei cercare di fare la cronistoria di una "crisi" aziendale, una come tante, e del ruolo del sindacato (nello specifico Fiom) nella gestione degli eventi.

Il 15 dicembre 2010, a sorpresa, l'Azienda (GEA Technofrigo di Castel Maggiore) ha comunicato la messa in mobilità di 22 dipendenti. premetto che questa azienda, dopo una crisi negli anni '90, ha visto continuamente crescere il fatturato di circa il 10-20% all'anno, nel 2010 il fatturato era più che doppio rispetto a quello del 2002-20003.

La scelta del 15 dicembre è stata strategica, per due principali motivi: rientrare nei limiti di legge, quindi aprire una procedura di crisi nell'anno 2010, e "strappare" 20-30 giorni alla contrattazione tra Azienda e sindacato, di fatto iniziata il 10 gennaio 2011.

Il 15 dicembre stesso, si è tenuta un'assemblea sindacale, nella quale si è semplicemente letto il comunicato aziendale, e i ruoli aziendali di esubero. A questo punto, tra lo smarrimento dei lavoratori (l'azienda è molto specializzata, gran parte dei ruoli sono rivestiti da un'unica persona, per cui indicare l'esubero in un reparto significa molto spesso dire ad una persona che sarà licenziata), il sindacalista della Fiom ha deciso, in appena 30 secondi (letteralmente treta secondi!!), le azioni di lotta da intraprendere, ben guardandosi dall'avvertirci prima che era meglio stare calmi, non fare grandi azioni, e mantenere un basso profilo... Quali sono tali azioni? un'ora di sciopero a fine turno, decisa senza sentire le opinioni dei lavoratori, non lasciando la parola a nessuno, con una strana fretta di concludere l'assemblea.

Quindi il 15 si è svolto uno scipero simbolico di un'ora, a fine turno.

Durante questo scipero ho provato personalmente ad alzare la voce, chiedere di rivedere la startegia di lotta, cercare, finchè possibile, di bloccare l'azienda, visto che proprio a fine dicembre sarebbero dovute avvenire delle consegne di materiale ai clienti, ma nessuna risposta è stata data, i sindacalisti interni si sono limitati a ripetere il discorsetto "ora serve calma, pensiamo bene a cosa fare, si vedrà poi..".

Ad inizio anno un'altro scipero burla di 4 ore davanti alla sede dell'Unindustria, durante l'incontro tra sindacato ed azienda. Poca partecipazione al picchetto, ma adesione pressochè totale allo scipero.

Nella seguente riunione sindacale comunque, non dimenticando quanto accaduto precedentemente, il sindacalista apre rimproverando le "teste calde", perchè le azioni devono essere contenute, e discusse in assemblea. I lavoratori devono attenersi a quanto deciso dalla Fiom, non si possono esprimere nè tantomeno criticare, e chi lo fa è subito ripreso.

Nel frattempo una decina di artigiani che lavoravano nello stabilimento da circa 10 anni sono mandati a casa. Nessuna voce di protesta. Sembra che la cosa vada bene a tutti.

A fine gennaio si giunge all'accordo, dopo solo 5 ore di sciopero.

il delegato della Fiom è raggiante. Ha ottenuto cassaintegrazione per 43 persone (su 176 lavoratori), e 10 esuberi che sarannno volontari. Non manca di complimentarsi con se stesso, per la sua bravura, rincuorandoci che porterà l'esempio della nostra trattativa in tutto il bolognese... Inoltre sprona i più giovani a candidarsi alla mobilità volontaria, perchè comunque troveranno un altro lavoro, e nel frattempo possono prendere quei quattro soldi che l'azienda gli darà per il piccolo sacrificio di essere licenziati (racconta la storia un fantomatico operaio che ha conosciuto di persona in un'altra azienda, che ha preso i soldi della mobilità volontaria, se li è goduti per 6 mesi e poi ha trovato magicamente un altro posto migliore del precedente... la classica favola a lieto fine, per addormentare le coscienze...). La sua spavalderia incomincia a calare durante l'assemblea, in cui la quasi totalità dei lavoratori ha solo parole di disprezzo per il sindacato, per il pre-accordo che è stato firmato e per le modalità di lotta adottate. Tutti chiedono di continuare la lotta per ottenere di più, sembra un accordo al ribasso, "ci hanno venduto" è il commento che serpeggia tra di noi. Il sindacalista, evidentemente alterato, tratta l'assemblea come un gruppo di mentecatti, ricordando che "comunque c'è la crisi, quindi zitti e lavorate".

Dopo la firma degli accordi ieri il primo giro di chiamate per la cassaintegrazione. Doveva essere a rotazione, ma probabilmente così non sarà.

Dopo questa breve cronistoria, un paio di appunti:

- l'azienda non è in crisi, nel 2011 si avrà il fatturato di 2 anni fa, e ora che l'accordo è firmato, magicamente sembrano entrare nuove commesse...

- il sindacato (Fiom in questo caso) si è perfettamente sostituita al padrone. Con voce dell'azienda ha impedito una seria lotta, ha suggerito a vari lavoratori che per loro era meglio farsi da parte perchè ormai "bruciati", e ha accettato quello che l'azienda ha voluto.

- ogni dissenso è stato stroncato sul nascere, ogni decisione dei lavoratori è stata impedita...

- la cassaintegrazione dovrebbe essere a rotazione, ma qui si va a toccare un punto dolente. In un reparto composto da cinque persone, un lavoratore è stato messo a casa per 6 mesi. Bhè, per spiegare questo basta dire che su cinque persone, due sono sindacalisti. Così, dopo aver ripetuto per 10 giorni che ora occorre vigilare sull'effetiva rotazione, si fa l'ennesimo passo indietro.

- il sindacato è sempre più indietro rispetto alla cosciernza dei lavoratori (bastano i fischi alla Camusso a Bologna per vedere questo), arranca, cerca di fare il duro, ma non riesce a mascherare il sio ruolo di servo del padrone.

Un abbraccio fraterno a tutti

Forum: 

Ciao Robbo, benvenuto sul forum.

La cronaca che riporti è illuminante sul ruolo che gioca la Fiom sui luoghi di lavoro, che è quello di contenere/controllare/spegnere la lotta di classe nel settore operaio tradizionalmente più combattivo.

Ora la Fiom fa la parte del leone, si presenta come ultimo bastione della classe operaia, quando invece, ancora una volta, non è che la quinta colonna del sistema in seno al proletariato.

Come dice Merlino in Excalibur, "la sciagura degli uomini è che essi dimenticano". Noi, però, non dimentichiamo. Ricordiamo perfettamente chi in questi anni ha firmato tutti i contratti peggiorativi a livello locale e nazionale, chi in situazioni di lotta "fuori controllo" come a Mirafiori e Pomigliano ha giocato il ruolo del gendarme, e chi adesso, di fronte a un attacco così feroce del padronato, NON taglia definitivamente i ponti con la CGIL e NON proclama lo sciopero generale di categoria a tempo indeterminato.

Ricordate il maggio 2009 a Torino? leftcom.org

Noi non dimentichiamo. E sappiamo che la ripresa della lotta di classe dovrà passare anche sopra la Fiom.

da quello che ho capito sei un operaio di bologna o giù di lì, castelmaggiore è praticamente attaccata a bologna, forse saprai che a bologna ci troviamo tutti i giovedì al circolo iqbal masih in via della barca 24\3 alle 21.30 e sempre al circolo con altri lavoratori compagni di altre organizzazioni e da poco anche studenti abbiamo dato vita ad un'asssemblea proletaria per l'autorganizzazione nei luoghi di lavoro e sul territorio, abbiamo fatto sentire la nostra voce il 27 in piazza forse ci avrai visti.

Beh il 12 febbraio alle 17.30 c'è il quarto appuntamento di questa assemblea che sta iniziando ad allargarsi...viste le premesse spero che verrai a trovarci grazie comunque per il resoconto, quello che è successo da te è un copione già visto in molte altre fabbriche metalmeccaniche del bolognese e non solo, un esempio su tutti: gli operai della sabiem. Due anni fa tutti a parlare di loro, la fiom in gran spolvero ha organizzato pranzi e cene per loro, ma non ha chiamato alla lotta nessun altra fabbrica pur avendo la forza di farlo, poi all'ultimo il segretario provinciale bruno papignani ha trattato per gli operai sabiem e ha ottenuto di fargli fare dei corsi per diventare operai edili dopo anni passati in fonderia...gli operai gli hanno detto no grazie, ma era troppo tardi, la sabiem già smantellata e gli operai esausti dopo un anno di lotta innocua guidati dalla "grande e combattiva" fiom, tutti o quasi più che cinquantenni, tutti in mezzo alla strada, qualcuno se l'è cavata con i prepensionamenti, altri no, almeno uno di loro, l'ho visto io,è diventato un barbone.

Lottando si può perdere, ma si acquista comunque forza e coscienza di classe, simulare la lotta serve solo ai burocrati per farsi belli e gli operai perdono e si perdono...la situazione economica è sempre peggiore, dobbiamo iniziare a tirare fuori i denti per difenderci davvero e ad organizzarci per farla finita con questo sistema infame, c'è bisogno dell'aiuto di tutti quelli come te.

"Sono un vecchio lavoratore, di quelli che ne hanno viste di tutti i colori, prima, durante e dopo Livorno. Lavoro nell'Azienda Tramviaria Fiorentina da molti anni, e da molti anni non sentivo parlare come i compagni internazionalisti, che nell'ultima assemblea sindacale hanno avuto il fegato di cantarle chiare. Alcuni grossi papaveri, cui hanno fatto eco i soliti tirapiedi, han dato loro dei "pazzi". Già, ma anche a noi, quando eravamo giovani a fianco di Lavagnini, ci davano dei pazzi.

In appena una ventina, giovani comunisti della frazione sindacale comunista, ci si opponeva ai "mandarini confederali". Ogni volta che c'era da difendere gli operai presi in giro da quelli della Camera del Lavoro e tartassati dai padroni, i primi e i soli erano sempre i "pazzi". Man a mano, poi, che i bonzi sindacali si compromettevano con tutta la marmaglia dei venduti ai padroni, da "pazzi" si diventò "criminali" perché gli operai ci eleggevano loro rappresentanti vedendo in noi gli unici che non si amoreggiava con nessuno.

Quando la reazione fascista rizzò la testa per colpire a morte i lavoratori, ecco ancora i "pazzi" e i "criminali" difendere palmo a palmo, con la rabbia e l'odio dei traditi da tutti gli "amici", le istituzioni dei proletari, abbandonate da quelli sempre sulla "linea giusta", sempre sviscerati amanti dell'unità.

Nel sentire questi compagni ripetere ai nuovi "mandarini" le accuse che noi si faceva ai vecchi, mi è sembrato di tornar giovane, come loro. E come noi abbiamo avuto ragione ieri, così essi l'avranno oggi e domani! Ne sono certo!"

Firmato: un vecchio comunista (Battaglia Comunista n. 22, novembre 1951)

ciao Robbo,

benvenuto intanto e grazie del tuo contributo.

La tua testimonianza spiega come stanno le cose più di tante infinite discussioni teoriche.

ai rivoluzioanri trarre le conseguenze politiche.

saluti

Prodezze della FIOM alla Piaggio

rete28aprile.it