2008-09-22

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Newsletter del Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista)

Lezioni dalla crisi nel Caucaso

Instabilita` e guerra permanente, ecco il futuro

Il quadro generale dei rapporti interimperialistici che si sta delineando a seguito della recente guerra fra Russia e Georgia e di cui specificatamente si parla nell'articolo Ossezia del Sud, Georgia e dintorni offre non pochi spunti utili per una piu` puntuale comprensione del fenomeno dell'Imperialismo in questa fase storica.

Innanzitutto, va rilevato che avendo per oggetto del contendere il petrolio e le sue vie, essa si ascrive a pieno titolo in quella piu` generale guerra imperialista divenuta ormai permanente e destinata a sconvolgere radicalmente gli attuali equilibri interimperialistici come accadde con le due prime guerre mondiali. Viene cosi` ancora una volta smentita la tesi secondo cui con il crollo del muro di Berlino e l'implosione dell'Orso sovietico non avremmo piu` avuto guerre ma solo, ma solo "scontri di civilta`".

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Condizioni e lotte operaie nel mondo

Brasile

L'inflazione che attanaglia il paese riducendo costantemente il livello salariale sta portando alla reazione degli operai metalmeccanici in diverse aree de Paese. Il fenomeno inflativo ha subito negli ultimi mesi ed ora corre oltre il 6%. Gli operai delle aziende di auto, ben consci di quanto il settore si sia allargato e di quanto alti siano stati i profitti negli ultimi anni sono scesi in piazza per ottenere una reale stabilita` salariale.

Gli operai delle linee di produzione della Nissan, della Renault e della Volkswagen nello stato del Parana`, nel Brasile meridionale sono in sciopero dal 29 agosto. L'agitazione coinvolge piu` d 9000 lavoratori ed e` centrata su un aumento immediato dei salari dell'8,5% piu` un bonus di 800 reais che dovrebbero, almeno in parte, compensare la forte inflazione del Paese. Nello stesso stato i dipendenti dell'impianto Volvo (circa 2000) riceveranno un incremento di circa il 7% a Novembre e un una tantum di circa 620 euro. Lo sciopero ha gia` causato la mancata produzione di piu` di 6000 veicoli. Anche a San Paolo i lavoratori della General Motors, dell'Honda e della Toyota minacciano lo sciopero e chiedono un aumento salariale del 18%. E` evidente come le tensioni crescano anche in quei paesi dove la delocalizzazione ha portato ad uno sviluppo industriale a volte importante ma sempre basato su salari talmente bassi da essere resi inaccettabili da un aumento dell'inflazione.

Argentina

In molte province argentine, tra cui quella di Buenos Aires, gli insegnanti sono in sciopero per chiedere aumenti dei salari erosi dalla crescente inflazione. Gli incrementi medi chiesti dai lavoratori si aggirano intorno al 20% e l'amministrazione e` arrivata ad offre il 10%: questo da un idea della difficile situazione in cui si trova il Paese dopo la drammatica crisi di pochi anni fa. La lotta ha avuto inizio il 20 agosto quando migliaia di insegnanti, sotto 24 sigle sindacali, hanno sfilato nel centro di Cordoba per protestare contro la decisione dell'amministrazione locale di posticipare il pagamento delle pensioni superiori ai 5000 pesos. Il governo ha usato da subito la fermezza per reprimere le diverse manifestazioni che si sono susseguite nella citta`, la polizia e` stata fatta intervenire piu` volte con il pretesto che gli scioperanti provocavano caos e minaccivano la pubblica sicurezza. Il 27 e il 28 agosto le proteste hanno investito il settore della scuola dove la lotta per il salario si fa ogni giorno piu` impellente. Anche in questo caso la reazione dell'amministrazione pubblica e` stata molto dura, il sindaco di Buenos Aires Macri ha accusato gli insegnanti di avidita` ed ha ammesso la mancanza di fondi pubblici...almeno quelli necessari a difendere i salari dall'inflazione.

Kuwait

La polizia ha arrestato il 17 agosto scorso diversi lavoratori che stavano manifestando per ottenere un aumento salariale e delle migliori condizioni di lavoro. Si trattava di lavoratori immigrati di origine bengalese, quelli che costituiscono l'ossatura della classe lavoratrice del Kuwait, mai come nei paesi del golfo si e` assistito a un fenomeno di importazione di manodopera a basso costo dai vicini paesi asiatici ad alto tasso di natalita`. Questo a permesso di mantenere bassi i salari ma le manifestazioni si susseguono con sempre maggiore frequenza (l'ultima era stata repressa nel luglio scorso). Spesso i lavoratori immigrati e quindi facilmente ricattabili non vengono pagati per interi mesi. Il quotidiano Arab Times denuncia la presenza di ben 6000 lavoratori di due compagnie di puliziesono in sciopero er ottenere salari arretrati. Alcuni lavoratori espulsi dalle autorita` del Kuwait dopo gli scioperi denunciano violenze e torture.

Corea

Il 19 agosto i lavoratori della Hyundai sono scesi in sciopero in difesa dei loro salari. Piu` di 45.000 lavoratori hanno attuato scioperi a rotazione di quattro ore, si tratta della quinta azione di lotta negli ultimi due mesi e sta costando all'azienda piu` di 233 milioni di dollari di mancata produzione. L'obiettivo dei lavoratori e` un aumento salariale del 9%, l'azienda non ha ancora ceduto alle richieste e gli scioperi non solo si stanno protraendo ma stano anche aumentano come livello di partecipazione.

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