Primo Maggio in guerra

Primo Maggio 2003

Proletari, compagni

Oggi, e ormai da lungo tempo, i processi di valorizzazione del capitale sono in crisi, al punto che la maggiore potenza mondiale (gli Usa) sopravvive solo grazie al drenaggio di plusvalore dal resto del mondo sotto forma di rendite parassitarie e grazie alla possibilità di non pagare i debiti in virtù... dello strapotere del dollaro e del loro apparato militare.

È per difendere la sopravvivenza del suo strapotere, garantendosi anche favorevoli condizioni strategiche per il futuro, che l'amministrazione statunitense ha deciso e condotto l'attacco e l'invasione dell'Iraq.

Il nemico non era il regime dittatoriale di Saddam (sempre difeso dagli Usa quando faceva loro comodo), ma i contratti che Saddam aveva stipulato con gli Stati europei per vendere petrolio contro Euro e la minaccia quindi di vedere intaccato il dominio assoluto del dollaro sui mercati mondiali del petrolio e di tutte le materie prime.

Gli stati europei questa volta non potevano allinearsi a una guerra contro... di loro. È iniziato così un processo che porterà alla netta contrapposizione fra gli Usa e un'area ancora non ben definita ma sicuramente attestata sull'Euro.

È un processo tutto interno alle dinamiche imperialistiche del capitale moderno. È dunque un processo di guerra, che come tutte le guerre del capitale è innanzitutto contro di noi proletari. Quanti ancora fra noi si sentono quasi offesi dall'essere chiamati proletari? Troppi, perché troppi sono stati i guasti creati dallo stalinismo sovietico prima e dai suoi eredi democratici poi.

Ma proletari siamo tutti coloro che impiegati (o disoccupati o "collaboratori" finti autonomi) dalle imprese lavoriamo per il loro capitale senza minimamente goderne, ma percependo un salario o stipendio.

Per questo il Primo Maggio assume quest'anno un valore particolare.

Proletari, compagni

Il Primo Maggio è nato come giornata mondiale di lotta del proletariato contro il capitale in memoria dei fatti di sangue di Chicago il 1 Maggio del 1886, quando la polizia americana, in una delle tante manifestazioni per le 8 ore, uccise sei dimostranti e altri sei operai furono in seguito impiccati dopo un processo farsa. Per iniziativa della borghesia, ma con il sostegno delle forze controrivoluzionarie dei riformisti e dei sindacati, è stata trasformata in quasi tutti i paesi in una festa, di sapore interclassista e che rimanda più alle origini pagane del Giorno di Maggio che alla grande e dolorosa lotta del proletariato.

Da allora (1886) a oggi le condizioni di vita del proletariato mondiale sono migliorate solo nei centri imperialistici dove il proletariato è stato in grado di battersi per strappare qualche aumento salariale, ma anche in questi paesi è cresciuta a dismisura la sproporzione fra la ricchezza prodotta e quella di cui il proletariato gode. Si è in grado di produrre oggi ricchezze enormemente maggiori di prima in tempi enormemente minori, ma al proletariato vengono sempre più negati i servizi essenziali: in breve, ci viene rubato il salario indiretto. Scuola, sanità, pensione, trasporti diventano sempre più dei lussi, quanto più cresce la ricchezza disponibile, prodotta dal solo proletariato. E, da una trentina d'anni, anche il salario diretto e le condizioni generali di lavoro hanno ripreso a peggiorare fortemente in tutto il mondo, sotto i violenti attacchi del padronato e dei governi, agevolati dalla complicità sindacale.

Nei paesi della periferia capitalista, il proletariato e le masse povere sono semplicemente ridotte alla fame e alla disperazione. In più, il capitale procede di guerra in guerra verso quella vera, fra i blocchi, e ci conduce così alla catastrofe.

Sono queste ragioni sufficienti perché il Primo Maggio torni ad essere il 1° Maggio di lotta del proletariato internazionale, la giornata di lotta in cui si possano saldare fra loro le ancora isolate, ma pur esistenti, manifestazioni della resistenza proletaria agli attacchi del capitale.

La ripresa della iniziativa di lotta proletaria è possibile e gli internazionalisti si sforzano di contribuirvi.

Chiamiamo le avanguardie di tutti i paesi a unirsi alle organizzazioni aderenti o simpatizzanti del B.I.P.R. per dare concretezza e slancio alle rinnovate prospettive comuniste.

Il Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario