Lo stato della classe operaia statunitense

Documento della IWG - USA e Canada

La crisi del capitale che attualmente attanaglia il mondo è diversa da tutte le altre crisi del periodo successivo alla II Guerra Mondiale. Anziché essere innescata da qualche cambiamento della politica fiscale dello stato, questa è invece partita dal collasso di una serie di bolle economiche speculative.

A partire dall'implosione della bolla economica giapponese negli ultimi anni ottanta, dall'insolvenza del Messico del 1994, dalla crisi asiatica del 1994, fino al più recente collasso della bolla ultra-speculativa del settore tecnologico e delle telecomunicazioni, si stanno verificando una serie di catastrofi che affliggono i principali centri di formazione del capitale a livello mondiale. La classe capitalista non riesce più a confinare la crisi alla periferia del mondo capitalista, o agli strati marginali della società all'interno delle grandi potenze mondiali. Negli USA, come dovunque, la classe operaia osserva passivamente la catastrofe sociale. Le sole opzioni che i capitalisti hanno per fronteggiare gli effetti della crisi sono la guerra imperialista e l'estensione del credito e del debito.

La prospettiva di una risposta organizzata della classe operaia è desolante.

La borghesia degli USA è ora occupata in una "Guerra al Terrore" permanente, ponendo l'intera nazione sul piede di guerra e l'intero mondo in allerta. Più di trenta stati sono ora sull'orlo dell'insolvenza e quindi uno dei singoli più importanti settori di impiego per i lavoratori, proprio lo stato, dovrà porre mano agli stessi tagli che hanno spazzato via posti di lavoro nel settore privato per intere decadi. Fin dai primi anni settanta è diventato sempre meno profittevole per i capitalisti mantenere gli investimenti necessari ad impiegare i lavoratori che direttamente producono beni e quindi lo stato ha assunto il ruolo di una delle singole più importanti fonti di impiego negli Stati Uniti e ora la borghesia deve capire che pure questo settore della forza lavoro è in contrazione.

Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha chiesto l'aiuto dei sindacati dei lavoratori municipali per risparmiare 600 milioni di dollari attraverso tagli alla spesa, per fronteggiare la crisi fiscale della città. I licenziamenti di insegnanti nelle scuole pubbliche di New York sono cominciati nei primi di maggio del 2003, con circa 864 insegnati licenziati. Si stima che siano stati previsti 4483 licenziamenti per l'anno fiscale che si chiude nel luglio 2003.

Anche otto caserme dei vigili del fuoco stanno per essere chiuse. Ancora più preoccupante è la crisi fiscale in California, dove potenzialmente 250mila lavoratori statali potrebbero vedere la loro paga ridotta al salario minimo federale, pari a 5,15 dollari all'ora. La sola parte del bilancio statale della California a ricevere qualche aumento è il sistema delle prigioni. Questi esempi non sono unici. Più di 30 stati negli USA stanno fronteggiando simili crisi.

Le crisi finanziarie che affliggono gli USA servono come perfetta motivazione per attuare i tagli alla spesa pubblica richiesti dalla classe capitalista.

Tali tagli massicci non sono semplicemente il risultato di un programma sociale conservatore e destrorso, ma piuttosto rappresentano il bisogno della borghesia di affrontare le crisi di profitti riducendo l'impiego di capitale associato alle spese del governo. L'ala destra della borghesia si adatta ai bisogni di questo imperativo capitalista meglio che la sua ala sinistra. Tradizionalmente, i posti di lavoro del settore statale sono stati gli ultimi ad essere tagliati. Ora i lavoratori statali stanno fronteggiando gli stessi tagli ai posti di lavoro e le stesse misure di austerità che hanno dovuto affrontare gli altri lavoratori.

L'estensione del debito privato aiuta a tenere l'economia USA a galla mentre allo stesso tempo l'insolvenza fiscale legata al debito pubblico aiuta ad imporre le misure di austerità richieste dalla classe capitalista.

Questa crisi, che è cominciata nei primi anni settanta, è continuata senza sosta mentre l'economia zoppica da una crisi all'altra. Secondo il Monthly Review, rivista orientata al capitalismo di stato, se gli USA fossero riusciti a mantenere la crescita del PIL raggiunti negli anni tra il 1950 e il 1970, senza diminuzioni, l'economia degli USA sarebbe circa il 20% maggiore di quella attuale [Monthly Review, Aprile 2002. The New Face of Capitalism]. In maniera simile, il tasso di creazione di nuovi posti di lavoro è sceso con evidenza nello stesso periodo.

L'ultima volta che ci sono state 100 interruzioni di lavoro nelle aziende che impiegano oltre 1000 lavoratori è stata nel 1981, secondo gli istituti statistici ufficiali. Questi dati riflettono la decentralizzazione della produzione in aziende più piccole, il ruolo dei sindacati nella smobilitazione dell'opposizione di classe alle concessioni, e il livello di combattività generalmente basso della classe operaia. I sindacati giocano un ruolo chiave nel porre un freno a qualsiasi resistenza organizzata da parte dei lavoratori a quest'assalto. Dovunque, i sindacati sono chiamati a negoziare la quantità di tagli al salario e i licenziamenti che i lavoratori subiranno. Nel 2002 ci sono stati 19 scioperi nelle aziende con più di 1000 dipendenti.

L'Ufficio del Censimento USA sta registrando il numero più basso di scioperi nella storia degli USA.

In quello che dovrà essere il più spettacolare attacco, supportato dai sindacati, alle condizioni di vita dei lavoratori, i dipendenti della New Castle Machining and Forge, a New Castle nell'Indiana, sono stati costretti ad accettare un taglio del 40% sul salario, contrattato per loro dal sindacato United Auto Workers. All'ultimo proprietario della fabbrica, la Metaldyne Corporation, questa concessione è stata servita su un piatto d'argento dall'UAW, con l'intesa che la Metaldyne non avrebbe interferito con i tentativi di organizzazione del sindacato in altre dieci fabbriche di componenti automobilistiche. Qualsiasi proprietario d'impresa accoglierebbe a braccia aperte un tale sindacato, che elargisce tagli di salari di questa portata. Sotto questo nuovo contratto i lavoratori vedranno la loro paga scendere in media da 26 a 16 dollari all'ora. L'attuale contratto dei lavoratori scadrà il 14 settembre. L'Indiana ha circa il 21% della sua forza lavoro impiegata nell'industria manifatturiera, nessuna altra parte della nazione ha così tanti lavoratori che ancora rimangono nel settore manifatturiero. L'attuale crisi ha colpito in maniera particolarmente dura il settore manifatturiero dell'economia, con i capitalisti che rispondono alla crisi di profittabilità riducendo la propria capacità produttiva. Questo riduce solamente i loro costi, senza rendere le imprese più efficienti o più produttive.

I contratti dei sindacati insediati più di recente non hanno imposto proprio gli stessi sacrifici ai lavoratori come quelli della New Castle Machining and Forge. I portinai di circa 90 edifici per uffici a Sacramento in California hanno scioperato. Il sindacato Service Employees International Union, Local 1877 ha negoziato un contratto, annunciato il 21 Luglio, che estende i sussidi per le cure sanitarie ai familiari dei portinai e un graduale aumento del salario pari a 1,75 dollari nel corso dei prossimi cinque anni di contratto. Dal momento che i portinai prendono in media 6,95 dollari all'ora, l'aumento di salario sui prossimi cinque anni ammonterà a poco più che l'aggiustamento per il costo della vita, lasciando alla fine i salari invariati.

I 24mila lavoratori rappresentati dal sindacato United Electrical, Radio and Machine Workers (UE) e dal sindacato International Union of Electrical Workers - Communications Workers of America (IUE-CWA) hanno ricevuto un contratto quadriennale, annunciato il 24 Giugno, migliore della maggior parte dei contratti che i sindacati sono capaci di ottenere. Tuttavia, un dettaglio "minore", che non era sul tavolo delle trattative negli incontri per il contratto, era il numero non specificato di licenziamenti pianificato dall'azienda.

La traiettoria dei sindacati nel corso del ventesimo secolo non è stata il risultato della mancanza di radicalismo o dell'espulsione della dirigenza politica di sinistra dai sindacati. Piuttosto è stata la conseguenza dell'assorbimento dei sindacati all'interno della macchina statale, quali organi di controllo della classe operaia. Per i capitalisti non c'era maniera migliore di controllare i lavoratori che attraverso le stesse organizzazioni che i lavoratori avevano creato in prima persona attraverso lotte durissime. La soluzione non risiede nel trovare nuovi capi per i sindacati e neppure nel creare nuovi sindacati.

Solo i lavoratori possono rappresentare una soluzione, se saranno capaci di prendere in mano le loro lotte, creare delle loro proprie assemblee, e assumere da soli l'iniziativa, piuttosto che abdicare le loro lotte alla borghesia, ai capi dei sindacati, ai partiti politici e ai meccanismi della legalità statale.

Lo stato di guerra imperialista generalizzata, chiamata "Guerra al Terrorismo", ha permesso di concedere maggiori poteri alle forze dell'ordine e ha aumentato la repressione poliziesca. In tempi di relativa pace sociale tale repressione non è di solito necessaria. Nella cittadina di Bentos Harbor nel Michigan due notti di rivolta il 16 e 17 Giugno hanno condotto alla dichiarazione ufficiale dello stato d'emergenza e la dichiarazione effettiva di un governo militare. In una città di 11mila abitanti circa il 32,5% della città vive con meno di 10mila dollari l'anno. Un numero quasi identico di persone non ha un veicolo, cosa che sostanzialmente impedisce ad una persona di trovare un lavoro con una paga decente. Quasi un quinto della popolazione non ha un telefono. La piccola città ha una vasta popolazione afro-americana ed ha visto posti di lavoro letteralmente sparire nel nulla nel corso delle ultime tre decadi. Le rivolte sono cominciate quando la polizia ha causato la morte di un sospetto sulla sua moto. Era il terzo morto legato ad un inseguimento della polizia in due anni. L'arroganza dei funzionari locali nel rispondere alle contestazioni della comunità per i morti nel corso degli inseguimenti della polizia hanno provocato un'esplosione di rabbia che ha richiesto tutti gli sforzi possibili della forza di polizia locale con l'aiuto dei dipartimenti di tutte le comunità circostanti per placare la violenza. Diciannove case sono state date alle fiamme, la maggior parte delle quali vuote. Lo stato ha inviato le squadre speciali SWAT, unità corazzate e unità con cani poliziotto. L'intera città è stata messa sotto coprifuoco. L'ultima volta che Bentos Harbor aveva visto un simile disordine civile era stata nel 1966. Una vernice di potere e propaganda copre le tensioni esplosive che ribollono sotto la superficie negli USA.

...Dopo la Guerra Mentre gli USA marciscono dall'interno, l'estensione aggressiva della guerra imperialista statunitense si è allargata dall'Afghanistan e le Filippine alla conquista dell'Iraq. La risposta del capitalismo USA alla crisi globale del capitalismo è una disperata orgia di violenza finalizzata al controllo dei flussi petroliferi e quindi le rendite garantite dal commercio del petrolio in dollari e l'insediamento di una permanente presenza militare USA in Asia Centrale e nel Golfo Persico.

La posizione strategica di queste regioni, combinata con il bisogno del capitalismo USA di tenere fuori ogni possibile competitore, rende queste guerre inevitabili. Nessun richiamo alla pace, nessun richiamo al rispetto del diritto internazionale, nessun richiamo alle potenze borghesi europee riuscirà a bloccare questa particolare offensiva imperialista. Solo la classe operaia può fermarla, e i lavoratori statunitensi sono la chiave, se essi non rispondono agli attacchi ai propri standard di vita in opposizione alla guerra imperialista non ci sarà alcuna speranza che questa offensiva giunga ad una fine in tempi brevi.

Non appena le forze USA avevano completato l'invasione dell'Iraq, già le truppe USA stavano sparando sui primi gruppi di dimostranti disarmati. Sulle orme della precedente occupazione britannica dell'Iraq, le truppe USA a Mosul hanno ucciso più o meno una dozzina di dimostranti e ferito almeno un altro centinaio che si erano radunati per protestare contro il nuovo governatore designato di Mosul, Mashaan al-Juburi. Sono stati lanciati sassi e le truppe USA hanno risposta sparando sulla folla. Le forze USA più tardi hanno sostenuto di aver risposto a colpi di ama da fuoco.

La crisi successiva all'invasione dell'Iraq velocemente ha portato all'avvicendamento di vicari USA, sostituendo il generale Jay Garner con il diplomatico L. Paul Bremer III. Dopo la cancellazione delle sanzioni da parte dell'ONU, i ricavi derivanti dal petrolio iracheno possono essere liberamente usati per sostenere il finanziamento della ricostruzione dopo oltre dodici anni di sanzioni USA e incessanti bombardamenti.

Con l'instabilità e il sabotaggio degli oleodotti lo stesso flusso di petrolio fuori dall'Iraq è ancora in dubbio. Stati che usavano raffinare le esportazioni petrolifere irachene stanno ancora esportando petrolio verso l'Iraq, proprio quella nazione che era la fonte principale dell'abbondanza di petrolio della regione. Perciò l'invasione stessa ha destabilizzato economicamente e politicamente l'intera regione e dato origine a ulteriore fondamentalismo islamico nell'assenza di una alternativa rivoluzionaria.

La linea ufficiale sull'attacco costante ai soldati USA in Iraq è che essi sono tutti perpetrati dai resti del regime baathista.

Questa falsità sta già cadendo dal momento che diviene evidente che stanno apparendo numerosi gruppi, tutti con lo scopo di cacciare i soldati statunitensi e inglesi fuori dall'Iraq.

Le prime elezioni del nuovo ordine USA in Iraq erano previste per il 21 Giugno. Il console USA Paul Bremer ha cancellato le elezioni per la carica di sindaco di Najaf quando è apparso evidente che il candidato favorito alla vittoria, Asad Sultan Abu Gilal del Supreme Council for the Islamic Revolution in Iraq (SCIRI) era favorito alla vittoria. Inizialmente lo SCIRI era parte di quei gruppi corteggiati dagli USA per aiutare nel rovesciamento del regime Baath e per stabilire un ordine pro-USA in Iraq. Ora gli USA accusano questo gruppo dell'ovvio fatto, che era noto a tutti, che questo gruppo fondamentalista sciita era finanziato della Repubblica Islamica d'Iran, fondamentalista sciita. È chiaro che la creazione di una democrazia formale in Iraq non è mai stata l'obbiettivo dell'invasione USA. L'obbiettivo USA è sempre stato di controllare il flusso del petrolio proveniente dal Golfo Persico. Il resto era una agenda diplomatica e un pretesto di propaganda per creare un consenso in favore dell'invasione e della occupazione permanente dell'Iraq da parte degli USA.

Solo un ordine apertamente dispotico in Iraq può ricoprire questo ruolo in maniera adeguata, come il regime Baath faceva una volta, prima che la lealtà ai padroni USA giungesse al termine con l'invasione irachena del Kuwait.

Mentre gli USA rivolgono la loro attenzione agli altri regimi che vorrebbero rovesciare, hanno ricominciato a riorganizzare e addestrare i Mujahideen e-Khalq (MEK) nel loro tentativo di rovesciare il governo iraniano e creare qualche forma di nuovo governo con Reza Pahlavi, il figlio dello shah morto, come figura guida. Gli USA una volta consideravano il MEK un gruppo terrorista, ma ora risulta uno strumento politico conveniente e gli USA hanno cominciato ad armare questo gruppo di islamico-stalinisti. Per il governo USA questi terroristi non sono più terroristi perché non hanno attaccato interessi USA dagli anni 70.

Le proteste negli USA contro la Guerra erano terminate ben prima della dichiarazione ufficiale di vittoria, dove in una scena che rimembra il Triumph of the Will, di Leni Riefenstahl, Bush II annunciava il completamento vittorioso dell'invasione. La borghesia sempre cerca di raffinare e migliorare la sua propaganda ma raramente raggiunge realmente qualcosa.

Il pacifismo pacifica la classe operaia, mai si oppone all'imperialismo. Tutte le proteste contro la guerra negli USA erano saldamente entro i limiti del pacifismo borghese. La richiesta più chiara e ovvia che poteva essere sostenuta in quella occasione era la stessa richiesta che mai era stata sostenuta, precisamente di riportare subito le truppe a casa. Al posto di queste richieste minime c'erano richiami per permettere all'ONU di continuare il suo lavoro, con l'ironia che le ispezioni ONU richieste dagli USA dovevano solo fornire una scusa per la guerra. La natura innocua delle proteste pacifiste contro la guerra non ha frenato al polizia di Oakland in California dall'attaccare una protesta sostenuta dal sindacato International Longshore and Warehouse Union.

La polizia di Oakland ha attaccato il 7 Aprile i picchetti che bloccavano l'accesso ai cancelli per due spedizioni legate ai contratti per la guerra in Iraq. La linea uffciale era che l'attacco era in risposta al lancio di sassi da parte dei dimostranti sulla polizia. Nessuno dei 25 dimostranti, che sono stati accusati in tutto di 63 contravvenzioni, è accusato di azioni legate al lancio di sassi. La polizia ha aperto il fuoco con armi a beanbag, che sparano beanbag pieni di proiettili di piombo, armi che sparano grani di legno e granate a concussione "stinger". Il sindacato ILWU è stato a lungo un bastione del sindacalismo di sinistra e attraverso la mobilitazione dei lavoratori in una campagna pacifista contro la guerra voleva rinforzare questa sua immagine di radicale difensore degli interessi dei lavoratori.

La risposta della polizia mostra chiaramente la differenza nella reazione delle forze dello stato ad una protesta dei lavoratori contro la guerra dalla reazione alle normali proteste del pacifismo cristiano. Attacchi simili su proteste sono capitati a New York e in altri posti, il loro aspetto era lo stesso, un assalto aperto su qualsiasi cosa potesse porsi in concreta opposizione ai fini dell'imperialismo USA.

Oltre al zoppicante pacifismo c'era l'illusione diffusa che i potentati francesi e tedeschi dell'Unione Europea potessero porre un freno alle ambizioni dell'imperialismo USA. Questa illusione era destinata a cadere non appena le potenze di Francia, Germania e Russia tutte si fossero allineate per baciare i piedi al presidente Bush e dare la loro ufficiale benedizione all'invasione USA. Il 15 Febbraio in una protesta contro la guerra a Chicago alcuni dimostranti portavano cartelli con tricolore francese che dicevano "Viva la France". Questo modo di pensare era parzialmente una reazione alla disgustosa campagna mediatica anti-francese che era in tutto e per tutto rabbiosa come la stessa propaganda contro lo stesso regime Baath in Iraq. Derivava, in gran parte, dal pio desiderio che qualche altro potere imperialista si levasse nel vuoto lasciato dall'URSS che fosse in qualche modo in grado di arginare le ambizioni imperialiste degli USA.

I lavoratori sono spinti a cercare qualsiasi forza diversa da se stessi per la soluzione ai problemi che li attanagliano. Le guerre imperialiste non si fermeranno a meno che i lavoratori stessi non si organizzeranno per fermarle. La pace dell'imperialismo giunge con l'assoluta certezza che le guerre future sono già in fase di progetto. Allo stesso modo nessun baluardo capitalista porterà alla fine degli attacchi sulle condizioni di vita dei lavoratori. Solo i lavoratori, agendo nelle proprie assemblee libere dall'influenza zoppicante e dannosa dei sindacati, possono bloccare gli attacchi alle proprie condizioni di vita. Solo i lavoratori, intraprendendo la propria lotta di classe, possono bloccare questa offensiva imperialista, come hanno fatto alla fine della Prima Guerra Mondiale. In sostanza sia la Guerra al Terrorismo che la direzione verso l'austerità sono una parte dello stesso fenomeno che si sviluppa dalla crisi inerente alla società capitalista.

Il punto è se e quando i lavoratori cominceranno a loro volta a lottare muovendo guerra al capitalismo.

ASm (Report submitted July 2003)