Non riuscirete a chiuderci in casa - Rifiutiamo la vostra logica securitaria!

A Monza dal 4 novembre 2008 i minori di 16 anni che bevono alcolici vengono multati per 450 euro. A Milano la multa sale a 500 euro, se non pagata entro 5 giorni. A Vercelli il divieto è allargato ai minori di 18. A Caltagirone le sanzioni arrivano a 250 euro. Pare, inoltre, che a tale ordinanza vogliano conformarsi i comuni di Ravenna, Bergamo, Padova, Pavia e Pordenone, imponendo controlli con o senza il paravento dell'alcol. Insomma non si tratta di un fenomeno localizzato, bensì di portata crescente, praticamente nazionale. Un fenomeno di aperta repressione antigiovanile. Le cifre sono altissime ovunque, se rapportate con gli stipendi, specialmente in questi tempi di disoccupazione e precarietà dilaganti negli ambienti proletari.

Ci dicono che la legge, decantata dai media come “legge anti-degrado” o “anti-dipendenza”, vorrebbe arginare il problema dello sfascio serale dei giovani. (1) Un problema reale, che non vogliamo assolutamente trascurare né nascondere, che anzi si presenta spesso come una valvola di sfogo ed un impedimento all’impegno dei giovani - e dei meno giovani - per opporsi al sistema che genera la loro alienazione, le loro frustrazioni, in un'esistenza che, spesso, si trascina tra vane speranze e vuote illusioni. Un problema che si inserisce pienamente nel quadro della decadenza sociale capitalista. I giovani proletari non possono trovare momenti di socialità vera in un mondo oppressivo e tanto meno nell'isolamento che offre la stessa architettura e urbanistica dei quartieri periferici. Non solo, ma l'ipocrisia di questi provvedimenti è ancor più evidente quando si pensa che gli stili di vita propagandati dai mezzi di comunicazione di massa in modo martellante e invasivo sono tutti improntati al consumismo cieco, alcoolici compresi, naturalmente. Dunque un problema che affonda le sue radici nella stessa vita in questa società, e che questa società non può risolvere a colpi di multe e decreti (ma neanche lo vuole).

La legge, allora, è stata fatta veramente per eliminare il problema dell'alcolismo? C'è chi ne vede solo una motivazione mediatica; la cosa non è da escludere, visto l’andazzo del governo, che di fronte alla sostanziale impotenza nel controllare le dinamiche di un sistema stretto nelle spire della crisi, non trova di meglio da fare che lanciare proclami propagandistici e populistici sempre più vaneggianti.

Ma in ogni caso sarebbe pericoloso sottovalutare i connotati antigiovanili e antiproletari degli ultimi provvedimenti. Infatti, a vigilare sul rispetto delle ordinanze dovrebbero essere, oltre ai vigili urbani, tutte le forze dell'ordine: dalla polizia alla guardia di finanza, dai carabinieri alla polizia locale. Sono previsti controlli sistematici verso tutti i giovani raggruppati di notte, un vero sistema securitario e anti-aggregazionale, che vorrebbe imporre l'obbedienza alle istituzioni nei quartieri più periferici dove tutto questo esercito di uomini in divisa al servizio dei padroni fa fatica ad entrare. Il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, dice che "faremo servizi mirati e dinamici che coinvolgeranno tutta la vigilanza impegnata di notte nel presidio delle zone di aggregazione giovanile". Un tentativo di impedire ogni forma di aggregazione, e di aumentare l'atomizzazione sociale che fa tanto comodo ai padroni.

Davanti a questo tipo di attacchi bisogna fare attenzione e reagire a tono. Bisogna rigettare, come reazionarie e borghesi tutte le risposte interclassiste alla legge, di carattere puramente antiproibizionista. Bisogna denunciare la matrice borghese di tali reazioni, e storicizzarle. (2) Noi non dobbiamo essere antiproibizionisti in quanto consumatori, ma antiproibizionisti in quanto proletari che vogliono riprendersi i propri spazi di socialità - a cominciare dalla periferia - per quanto precari e miseri, rifiutando al contempo la logica dello “sballo”, che serve solo a tenerci buoni.

Non possiamo mettere la questione sul piano del diritto al consumo, come vorrebbe il nemico di classe. Dobbiamo metterla sul piano della lotta intransigente per la difesa dei luoghi di aggregazione proletaria, che le multe tendono, potenzialmente, a colpire. Le multe servono a colpire le famiglie proletarie. Ad un attacco mirato e selettivo di classe si deve rispondere con la lotta di classe!

Compagni della gioventù proletaria, dentro e fuori le periferie, i padroni ci temono! Sanno che potenzialmente siamo la parte più pericolosa ed ingestibile del proletariato! Sanno che potremmo essere la fiamma della rivoluzione! Vogliono incatenarci alle nostre case, ma non ci riusciranno! Al tentativo di disciplinamento e controllo borghese dobbiamo rispondere con la disciplina rivoluzionaria, con l'organizzazione!

Giovani compagni proletari, tremino i padroni alla prospettiva di una gioventù proletaria, unita, organizzata e disciplinata! E dimostriamogli che fanno bene a temerci!

Giovani proletari di Battaglia Comunista

(1) Ovviamente tale ordinanza è colorata di buonismo borghese da quasi tutti i media. Al grido di "Finalmente si prova concretamente a mettere fina all'alcolismo che rovina i giovani delle nostre città!", si porta avanti una crociata ai giovani proletari forse più grande e forte di quella contro la droga. L'appoggio dello scrittore della decadenza giovanile in persona, Federico Moccia, è emblematico. L'autore di “Tre metri sopra il cielo” non poteva che salutare sorridendo davanti a tanta infamità:

“Ogni volta in questo Paese il governo si racchiude in se stesso e vive lontano dalla realtà della gente; è un bene che invece i politici comincino ad ascoltare il popolo e quelle che sono le sue difficoltà.”

Ma quanta profondità! E quanta ipocrisia!

(2) L’antiproibizionismo è un fenomeno borghese, alimentato dagli stessi produttori di alcolici (?) e commercianti. Non a caso l'antiproibizionismo borghese si è fatto sentire anche in TV. A portarne le effigi c'era Sgarbi:

Al contrario di quel che fa la Moratti, occorre educare i giovani a bere i vini italiani -- prosegue Sgarbi -- Se c'è qualcosa da vietare sono la Coca Cola, la Fanta e altri intrugli simili. Salemi, quale città del vino, si candida a diventare la città della libertà assoluta di bere. Faccio un appello: vengano tutti i giovani a Salemi dove si può bere liberamente.

Ed ecco che il perbenismo e l'ipocrisia borghese di chi vuole reprimere, viene sostituito dal più genuino e antico affarismo e mercantilismo.. e che non dimentichi che bisogna mantenere i ritmi delle vendite: "Ma pensate che Sarkozy possa mai vietare di bere il Bordeaux?".