Sulla manifestazione a Parma contro Casapound

In merito alla manifestazione di sabato 30 giugno, a Parma, contro l'aggressione in classico stile neo-fascista, di Casa Pound nei confronti di un circolo ARCI, specifichiamo che siamo costantemente intervenuti alle assemblee organizzate in seguito all'aggressione fascista, dove abbiamo cercato di portare i nostri contenuti, che sono quelli inequivocabilmente anticapitalisti e che solo in quest'ottica concepiamo l'antifascismo (per noi l'unico possibile), non certo in un generico antifascismo democratico - istituzionale e non - il quale è stato ed è una delle carte cui alternativamente ricorre la borghesia per salvaguardare il suo sistema.

Come sempre diciamo, il nostro “antifascismo” è l'anticapitalismo. La “Resistenza” ha rappresentato per i proletari e per i comunisti un inganno ed una sconfitta. Molti partigiani proletari lottarono valorosamente credendo di liberarsi definitivamente dallo sfruttamento padronale, ma non fu così, questi compagni furono ingannati dal CLN ed in particolare dal PCI stalinista. Il reale risultato della “liberazione” fu la democrazia borghese e - allo stesso tempo - l'annullamento di un potenziale rivoluzionario, con tanta gioia per i padroni. Furono il CLN e il PCI stalinista a dare vita all'ingannevole categoria politica dell' “antifascismo” proprio per nascondere le radici capitalistiche del fascismo e della guerra e spingere la rabbia di sinceri compagni e proletari verso il “democratico” 'obiettivo dell'abbattimento del regime fascista, avendo cura di preservare la struttura economica capitalistica. Un categoria fuorviante che ancora oggi viene riproposta sottoforma di mito. (1)

Oggi il neofascismo è sostanzialmente un problema (non l'unico) di difesa dell'agibilità politica, di difesa dunque dalle aggressioni fisiche, come quella avvenuta a Parma, semplicemente perché, purtroppo, la classe proletaria non reagisce o reagisce in maniera del tutto inadeguata all'aggressione, di portata infinitamente superiore, che le portano i governi, tecnici o meno, anche e non da ultimo grazie al lavoro di controllo e diversione eseguito dai sindacati.

Le considerazioni sopra esposte manifestano chiaramente una distanza politica tra la nostra organizzazione e i compagni o le strutture politiche che si riconoscono nel manifesto promotore del corteo (“Chiudere Casa Pound”), molte delle quali hanno dato vita la “Progetto di Parma antifascista”. Non ci siamo certamente tirati indietro nelle discussioni avvenute alle diverse assemblee e saremo anche presenti alla manifestazione, così come siamo presenti ai cortei dei lavoratori in sciopero, alle manifestazioni di protesta (non di rado politicamente interclassiste, confuse o gestite da partiti istituzionali e sindacati) contro le tante malefatte del sistema dello sfruttamento e del profitto: con i nostri contenuti di classe, comunisti, contro la borghesia in qualunque veste essa si presenti.

Mossi da una seria e sincera volontà di chiarezza politica, ci siamo sentiti in dovere di scrivere questa nota di precisazione dopo che la sigla della nostra organizzazione era stata inserita - evidentemente in maniera erronea - dagli organizzatori del corteo del 30 tra le sigle che aderivano al manifesto del corteo. Chiediamo quindi ai gestori del sito e agli estensori del manifesto di eliminare la sigla della nostra organizzazione dagli stessi.

(1) Per approfondimenti sul tema potete leggere i numerosi articoli presenti sul sito.

Venerdì, June 22, 2012