Contro la dittatura dei padroni

Per la ripresa della lotta di classe proletaria.

Per costruire l’alternativa comunista a questa società!

Volantino contro la repressione

I recenti episodi repressivi di Napoli e Roma, così come le cariche della forze dell’ordine durante le proteste dei facchini, mostrano ancora più chiaramente che: lo Stato è lo strumento politico attraverso il quale viene esercitata la dittatura della classe padronale! Come comunisti internazionalisti sentiamo il dovere politico di denunciare queste azioni di repressione, condotte a scopo preventivo ed intimidatorio, e di esprimere – nonostante le differenze politiche – solidarietà a chi tali azioni le ha subite.

Ma le iniziative di solidarietà non bastano. Se è in questi episodi che lo stato mostra il proprio volto, se è in tali occasioni che emerge ancora più chiaramente quanto questo sistema economico si regga sullo sfruttamento… allora è in questi momenti che - a maggior ragione - bisogna porsi la domanda: quale alternativa vogliamo costruire? Quali passi possiamo iniziare a fare per dirigerci verso tale trasformazione?

Nonostante negli ultimi anni ai proletari sia stato tolto di tutto, la risposta della classe sfruttata è stata debole. E tale debolezza, oggi, non è dovuta tanto alle manganellate bensì all’azione di altri strumenti di controllo (e repressione…), i sindacati, e alle tante illusioni riformiste che ci vengono presentate.

La lotta proletaria non va dunque delegata ai sindacati di regime ma nemmeno a quelli alternativi. Non c’è spazio per la mediazione: cosa ci sarebbe da contrattare oggi, la miseria? Una lotta si può vincere o perdere, lo sappiamo bene, ma una reale battaglia per la difesa delle nostre condizioni dovrà passare inevitabilmente attraverso uno scontro aperto contro i padroni, non mediato, portato fino in fondo. Essa dovrà allora esprimersi attraverso il protagonismo dei lavoratori: assemblee, comitati di lotta e di sciopero, ecc. ecc.

Nelle nostre lotte nulla ci garantirà vittoria certa – soprattutto in tempi di crisi acuta come questi, anzi - e qualsiasi vittoria parziale potrà essere scaricata in futuro sulla nostra classe. Questo non significa che bisogna rassegnarsi bensì iniziare a lavorare, fin da subito, per andare oltre la lotta rivendicativa (i cui spazi si sono molto ridotti), per costruire una alternativa a questa società.

“Nazionalizzazione delle aziende in crisi”? “Nuovi piani industriali“? “Un governo più democratico”? “Il rispetto della Costituzione”? “Reddito per tutti i disoccupati”? Abbandoniamo queste illusioni e apriamo gli occhi: questo sistema non garantirà un “lavoro dignitoso per tutti”, non lo ha mai fatto!

Insomma, vogliamo dirlo chiaramente: il capitalismo va solo abbattuto, superato. Le mezze misure sono pura illusione! Dobbiamo ovviamente lottare per difenderci ma la nostra proposta politica deve essere rivoluzionaria. A noi serve una società diversa nella quale i mezzi di produzione e distribuzione siano socializzati e non gestiti in modo privato (o nazionalizzato…) da un pugno di borghesi, una società dove la produzione risponda al reale soddisfacimento dei bisogni. Questo è il genere di comunismo a cui aspiriamo, che non ha nulla a che fare con quanto realizzato in URSS, Cina, Cuba ecc. Per arrivare a tale trasformazione bisognerà necessariamente passare attraverso il rovesciamento dello stato capitalista e la presa del potere politico da parte del proletariato. Un processo di trasformazione rivoluzionario che dovrà estendersi su scala internazionale.

Nelle lotte dei lavoratori, nelle scuole, nelle università, sul territorio, c’è la necessità di far crescere il programma comunista. Per tale motivo riteniamo sia indispensabile costruire il partito internazionale del proletariato. Siamo impegnati con le altre sezioni della Tendenza comunista internazionalista in una seria attività per costruire questo partito. Se ti interessa il lavoro politico comunista, se voi approfondire le nostre posizioni, e magari iniziare a darci una mano, contattaci!

Domenica, February 23, 2014