Come – col capitalismo – si diffonde l’eguaglianza economica

La critica non è una passione del cervello, ma il cervello della passione; essa non è un bisturi ma un’arma. Il suo oggetto è il suo nemico che essa non vuole confutare bensì annientare. Infatti lo spirito di quelle condizioni è già confutato.

K. Marx, Per la critica della filosofia del diritto di Hegel

Una delle tante contraddizioni che farebbero del capitalismo il… “miglior mondo economico possibile”, sono le abissali differenze nei “redditi e patrimoni” di cui dispongono i cittadini.

In Italia i primi 7 miliardari possiedono una ricchezza pari a quella posseduta dal 30% della popolazione, ed il 20% dei benestanti ha in cassaforte patrimoni e liquidità che valgono circa il 69% della ricchezza complessiva nazionale. I poveri stanno sempre peggio, a cominciare dal 2008 quando, nel giro dei soli successivi 6 anni, le fasce più deboli hanno perso il 24% del loro reddito. Sono questi i dati fornitici dalle stesse fonti borghesi.

Inoltre dal 2000 ad oggi, in generale e secondo la Banca Mondiale, il 50% della ricchezza globale è finito in tasca all’ 1% della popolazione e solo l’1% della ricchezza è andato al 50% della popolazione più povera. Anche l’OCSE ci informa sulla sempre più alta “ingiustizia” nella distribuzione dei redditi oltre che al possesso di ricchezza, creando un vero e proprio abisso tra ricchi e poveri.

Un altro “riprovevole fenomeno” è poi quello che vede i due terzi della ricchezza dei più facoltosi miliardari del mondo ereditata, al punto che nei prossimi anni a figli e parenti stretti degli attuali super ricchi pioveranno in tasca qualche migliaio di miliardi di dollari…

Ma sapete cosa ci raccontano i tanti servi sciocchi del capitale, riuniti in bande di ciarlatani che - come leggiamo nelle dissertazioni dell’ing. E. M. Ammannato – sostengono che le forti disuguaglianze economiche (sociali e politiche) non sarebbero un fenomeno negativo, poiché “è importante premiare persone che lavorano duramente, che hanno migliori capacità o che hanno geniali intuizioni contribuendo allo sviluppo sostenibile della nostra società”….

In attesa che la società borghese diventi più equa, il faro di questa moderna civiltà, gli Usa, ha visto salire del 3-4% la ricchezza posseduta dai 400 americani più ricchi. Con in più quello che si nasconde dietro i servizi di gestione patrimoniale offshore...

Al momento, nel tentativo di frenare il disfarsi di quella rete di “coesione sociale” nella quale i vertici della classe borghese hanno imprigionato e cercato di “addomesticare” la classe operaia, dal cui sfruttamento traggono la ricchezza che dà a loro poteri e privilegi, i gruppi borghesi più… progressisti non possono andare oltre la proposta di una distribuzione "un po' più giusta" del denaro ai salariati. Spremendo al massimo quelli che restano al lavoro nei settori produttivi di merci, affinché il feticcio capitale resti ancora in piedi. “Culturalmente” si è approfondita in buona parte della classe operaia l’assimilazione dei concetti di lavoro e valore così come il capitale li ha introdotti nella società mercantile.

Nel frattempo, la classe borghese – alle prese con l’esplodere sempre più violento delle contraddizioni presenti nel capitalismo – guarda al baronetto Keynes e alle sue idee per rendere più “buono, giusto ed equo” il capitalismo. Il suo pensiero era quello di regolamentare la finanza, assegnare allo Stato un maggiore ruolo centrale per salvaguardare il lavoro salariato, il denaro e la merce. In nessun caso, nutriva una prospettiva di radicale trasformazione del presente: riteneva il “socialismo di Marx” una “dottrina vuota, di qualità scadente”, logicamente debole ed “esempio di un pensiero povero”. Con un altro campione come Sraffa che si vantava di ritenere i volumi scritti da Marx di “nessun interesse per un essere umano dotato di ragione”…

E noi – che evidentemente di “ragione” non ne abbiamo e nutriamo pensieri “poveri” – continuiamo a leggere e studiare il vecchio Marx.

DC
Mercoledì, July 27, 2022