LA STESSA GUERRA DI CLASSE UNA STESSA RISPOSTA DI CLASSE!

Volanino per Bologna, 17 giugno 2023

La guerra guerreggiata - La guerra in Ucraina è l'inizio di una fase più pericolosa dello scontro imperialista. Il rischio di una guerra generalizzata cresce con il crescere delle rivalità tra gli USA, che difendono la loro supremazia, e la Cina, che vuole scavalcarla.

Il proletariato ucraino, la popolazione sotto le bombe sono vittime, ma anche i soldati di leva di tutte e due la parti, figli del proletariato russo e ucraino mandati a uccidere e farsi uccidere dalla “loro” borghesia. La classe lavoratrice russa e ucraina paga e pagherà le spese della carneficina, come quella europea e di vaste regioni del mondo, con un nuovo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro. L'inflazione, aggravata dal conflitto, lo dimostra.

La guerra all'ambiente - La devastazione dell'ambiente, il riscaldamento climatico stanno provocando disastri ovunque, con effetti catastrofici sulla vita di milioni di persone (anche per questo costrette a emigrare in condizioni tremende) e sul Pianeta stesso. L'alluvione in Romagna è un altro drammatico “evento” causato dallo stupro sistematico dell'ecosistema, condotto in nome del profitto. Lo stesso vale per le devastazioni ambientali causate dalla guerra in Ucraina –tra esse, la diga fatta saltare - e in altre parti del mondo.

La guerra alla nostra classe - Da decenni la classe lavoratrice sta subendo gli attacchi del padronato e dei suoi governi: salari in calo, impoverimento, precarietà, delocalizzazioni, licenziamenti, inasprimento della dittatura padronale nei posti di lavoro, angoscia per un futuro sempre più incerto. Il furto del salario indiretto e differito (sanità, pensioni, scuola ecc.) è una componente fondamentale di questo attacco, che degrada e peggiora ulteriormente le condizioni di esistenza della nostra classe.

Le tre guerre *hanno un'unica radice*: la crisi strutturale del capitale che si trascina da decenni, dovuta alla caduta del saggio di profitto. La crisi ha ridotto drasticamente i margini per l'ottenimento di migliori condizioni di vita e di lavoro: per il padronato non è più tempo di “dare”, come in altre fasi economiche – se era costretto e senza superare le compatibilità – ma di “prendere” dai nostri sacrifici. I continui interventi repressivi contro militanti del sindacalismo di base ne sono una prova evidente.

Questo non significa che “non c'è niente da fare”, al contrario! Bisogna lottare, partendo dai luoghi di lavoro. Ma non è il sindacalismo, confederale o meno, colluso con la borghesia o animato da sincere illusioni riformiste, che potrà invertire il degrado delle nostre vite. Nella lotta occorre spezzare i guinzagli padronali accettati dal sindacalismo, superare i limiti soffocanti dell'azienda e della categoria, collegarsi con gli altri settori della classe, dotarsi di strumenti che nascono dal basso nel corso della lotta stessa (comitati di sciopero, assemblee ecc.).

Questi primi difficili passi sarebbero però incompleti se i settori più combattivi della classe non collegassero la loro lotta alla prospettiva del superamento del capitalismo.

Se le lotte proletarie, di massa, aperte sono un elemento irrinunciabile, altrettanto fondamentale è la presenza attiva del partito rivoluzionario su scala mondiale, che, in rapporto dialettico con quelle lotte, le diriga politicamente verso un mondo di gran lunga migliore di questo.

Basta proletari contro proletari. Basta combattere per la propria borghesia, sia che attacchi o si difenda. Se guerra deve essere, che sia guerra di classe contro tutte le borghesie. Le nostre armi non sono bombe e fucili, ma la coscienza di classe, le lotte proletarie, gli organismi che da esse nascono e gli strumenti politici indispensabili per il superamento di questa società fondata sullo sfruttamento e la morte: _una nuova Internazionale._ No alla guerra imperialista, sì alla guerra di classe – No war but class war!

PCInt. - Battaglia comunista, sez. italiana della Tendenza Comunista Internazionalista

Venerdì, June 16, 2023