Punture

Pubblichiamo il commento di un compagno, all'indomani dell'attacco iraniano a Israele. Non si, tratta, evidentemente, di un'analisi esaustiva del fatto, ma solo di qualche considerazione a caldo sui tanti presunti anti-imperialisti che affollano le schiere della “sinistra” (del capitale).

Negli anni scorsi un numero inferiore alle aspettative di "compagni" di casa nostra ha sostenuto la lotta dei proletari (e delle proletarie) iraniani contro il regime teocratico-borghese degli ayatollah che li schiaccia e li reprime. Guai a spendere mezza parola sulle lotte delle donne e su quelle dei lavoratori che dal settore petrolifero si sono estese ad altri comparti, organizzate in consigli dal basso sul modello dell'autorganizzazione e spesso fuori dal guinzaglio sindacale. Forse per qualcuno ci sono regimi meno regimi di altri, l'importante è che siano antisionisti e antiamericani, in nome del solito anti imperialismo a senso unico che fa finta di ignorare l'asse Russia - Cina - Iran: come se di imperialismo ce ne fosse uno e basta, oppure se non lo ignora è perché vorrebbe che anche a lui toccasse - lo chiamano multipolarismo - la sua parte di cartina su Risiko, meglio ancora se prende il posto del gendarme imperialista attuale diventando lui gendarme planetario.

Sicuramente ci sarà chi, in nome del giusto sdegno verso il criminale macello di Israele a Gaza, esulta per l'attacco iraniano di stanotte [13 aprile, ndr].

Chi è comunista invece dovrebbe essere quanto di più lontano dalla pretaglia islamica nella sua peggiore versione, e ricordarsi di quello che hanno fatto a Masha per un ciuffo fuori dal velo, a tante come lei e a tanti oppositori di questa tirannia che se sono ancora vivi marciscono nelle carceri di Teheran o di qualche altro posto. E ricordarsi la fine che in passato altri ayatollah hanno fatto fare ai comunisti (così qualificavano se stessi, di solito in buona fede, anche se per lo più appartenevano allo stalinismo), dopo essersene serviti per fare la loro "rivoluzione": li buttavano nel cesso cioè li impiccavano alle gru e ai carri ponte.

Il capitalismo fa schifo sia con la kippah in testa che col turbante, e pure col cappello da prete. Fa schifo in doppiopetto e in camicia nera. Bisogna stare con qualunque proletario che voglia abbattere la sua borghesia (in Palestina la borghesia si chiama non solo ANP, ma pure Hamas), compresi quelli israeliani, i comunisti rifiutano ogni bandiera che non sia quella rossa e ogni odio, - etnico, religioso o nazionale - che non sia ispirato all'unico vero odio che si possa riconoscere: L'ODIO DI CLASSE.

La vespa rossa

Lunedì, April 15, 2024