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Pubblichiamo l'articolo sul Primo maggio da Battaglia comunista, n. 3-4 marzo/aprile 2025, saltato per problemi tecnici.
Primo Maggio: basta ricorrenze stantie e feste rituali, che ritorni ad assere un appello alla lotta di classe internazionale !
Questa ricorrenza - Il Primo Maggio - nasce negli Stati Uniti alla fine del 1800, incredibile, ma vero, nella opulenta, ricca e borghese nazione americana. Ricca per pochi (Borghesia), povera per tanti (Proletari), quei tanti composti da lavoratori sfruttati con miseri salari, spesso costretti a fare più lavori per sbarcare il lunario; immigrati ricattati , sfruttati e deportati; disoccupati e senza tetto!
I Martiri di Chicago
Il primo maggio del 1886 ci fu un'ondata di scioperi generali tra Stati Uniti e Canada per rivendicare la giornata lavorativa di 8 ore (a quei tempi si lavorava tra le 12/16 ore al giorno). Nella sola città di Chicago, manifestarono circa 80.000 lavoratori . Le istituzioni borghesi intuirono la portata e le potenzialità rivoluzionarie degli scioperanti, sicché, iniziarono a mettere in atto la repressione.
Il 3 maggio i manifestanti si riunirono davanti alla fabbrica McCormick, per protestare contro i licenziamenti di lavoratori che avevano scioperato e vennero attaccati dalla polizia, un attacco che provocò 2 morti e diversi feriti.
Per protesta fu indetta una manifestazione il giorno dopo a Haymarket Square, durante la quale, mentre la polizia si avvicinava al palco degli oratori per interrompere il comizio, fu lanciata una bomba. I poliziotti aprirono il fuoco sulla folla. Alla fine si contarono 8 morti e diversi feriti.
Otto Lavoratori presenti alla manifestazione furono arrestati e per sette di loro la sentenza fu di condanna a morte; successivamente, per due dei sette, la sentenza fu commutata in ergastolo.
La notizia della sentenza indignò gli operai di tutto il mondo e i condannati diventarono per il movimento operaio internazionale i "Martiri di Chicago".
Morendo, August Spies, uno dei condannati, disse: "Verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che strangolate oggi". Per ricordare quei martiri nel 1889, la Seconda Internazionale, organizzazione che aveva lo scopo di coordinare i sindacati e i partiti operai e socialisti del mondo, proclamò il Primo Maggio giornata di lotta internazionale.
In Italia la giornata del 1° maggio fu introdotta solo due anni dopo.
Durante il regime fascista, tra il 1924 e il 1944, la “festa” dei lavoratori fu soppressa ed accorpata al 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma, prendendo il nome, appunto, di Natale di Roma, Festa del lavoro.
Oggi, nulla è cambiato!
Nel nostro “bel paese”, ci sono i nostri fratelli di classe immigrati che lavorano nel distretto del pronto moda di Prato (e non solo) per 12/14 ore al giorno, sette giorni su sette. Questi nostri fratelli di classe lottano, lottano per avere condizioni di vita degne di questo nome.
Come in tutte le lotte che cercano di migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro, lotte che, seppur generose e necessarie, non sono, però, sufficienti a scalfire questa società basata sul profitto.
La strada delle lotte economiche/sindacali, anche di quelle che vogliono essere più radicali, è una strada che non porta da nessuna parte, in particolare in un'epoca di crisi profonda del sistema capitalistico.
L'epoca in cui viviamo è fatta di:
Guerre, cambiamenti climatici; poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi; operai ammazzati sul lavoro, tre al giorno; operai sempre più sfruttati con salari da fame. Abbiamo un governo (senza salvare quelli precedenti) che da pochi mesi ha liberato un torturatore Questi sono solo alcuni degli effetti devastanti di una società fallita ed inumana .
Non chiudiamo occhi e orecchi!
Per noi, il Primo Maggio non è mai stato un semplice ricordo, un anniversario rituale o una “festa”. Al contrario, è sempre stato un appello alla lotta che riassume in sé la storia e l’esperienza del proletariato mondiale e lo proietta nel futuro: un futuro, un mondo senza sfruttamento, senza oppressione e razzismo; un futuro, un mondo nel quale i mezzi di produzione siano socializzati e non si trovino più` nelle mani di capitalisti privati o statali; un futuro, un mondo nel quale la produzione e la distribuzione siano in armonia con l'uomo, con le sue necessità sociali e con la natura, ed "il libero sviluppo del singolo che sia alla base del libero sviluppo della collettività`"
Certamente questo mondo non è il capitalismo, anzi ne è la negazione!
Questo mondo si chiama Comunismo!
Rilanciamo l'esigenza che il programma della conquista rivoluzionaria del comunismo torni a circolare nella classe, che si rafforzi il lavoro di costruzione del partito, unici strumenti reali per contrastare, una volta per tutte, la violenza borghese e rottamare il sistema capitalistico che violentemente governa.
Viva i Martiri di Chicago!
Viva lotta di classe !
Viva il partito internazionale della rivoluzione proletaria.
LM
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