La finanziarizzazione non determina i tempi ciclici del capitalismo

Leggendo un magistrale saggio di un compagno di BC,di qualche anno addietro, (Lorenzo Procopio), intitolato: "Crisi del ciclo di accumulazione del capitale e crisi congiunturali", pubblicato sulla rivista Prometeo, sul cui impianto generale concordo in toto, mi sono accorto di una piccola svista concettuale che mi piace puntualizzare,sottoponendola alla riflessione dei più che frequentano questo forum. Scrive il compagno citato:

Grazie anche ai processi di finanziarizzazione dell'economia, i paesi imperialistici più importanti riescono ad appropriarsi di quote crescenti di plusvalore prodotto dal proletariato internazionale negli angoli più disparati del mondo. Grazie al meccanismo della rendita finanziaria, di cui gli Stati Uniti grazie al dollaro e al proprio esercito sono i maggiori percettori, la crisi di ciclo del capitale ha subito una dilazione nel tempo, ma il cui prezzo è stato elevatissimo per miliardi di esseri umani che vivono nelle aree meno avanzate nel pianeta.

Mi sembra che su questo punto, il compagno Procopio, consideri l'accaparramento del Plusvalore borsistico sui mercati finanziari internazionali, alla stregua di un elemento della controtendenza alla legge della caduta del saggio di profitto esplicata da Marx nel III libro del Capitale. Ora i guadagni di borsa non si possono equiparare,a mio avviso,a fattori di controtendenza del saggio di profitto in caduta. Invece, l'equiparazione è giusta se la si fa avendo a riguarda le oscillazioni,in sù o in giù, del livello generale del saggio medio di profitto di un'area,o un Paese, rispetto al resto del mondo. Difatti le frenate alla caduta del saggio medio hanno origine nelle misure intraprese dentro il processo di produzione del valore (e plusvalore) che si ottiene all'interno del processo produttivo, compresi i nuovi metodi di organizzazione del lavoro (maggior grado di sfruttamento della forza lavoro nell'estrazione del plusvalore assoluto; oppure migliore produttività nei settori che producono il capitale costante,abbassandone il prezzo).Il trasferimento del plusvalore, all'interno di un'area o di un Paese, equivale ai maggiori guadagni che si realizzano durante gli scambi internazionali di merci o le produzioni dirette all'estero, i cui profitti vengono fatti rimpatriare nell'area di origine dei capitali.Questo movimento determina l'alzata del livello generale del saggio medio di profitto, cosa ben diversa dalla sua 'frenata' in seguito al cambiamento della composizione organica media del capitale in un determinato periodo.

Nel primo caso, si ha una ripartizione della massa di plusvalore ottenuta tra i capitalisti attraverso i movimenti speculativi-finanziari che non intacca la formazione del saggio medio mondiale del profitto; nel secondo caso,quello relativo alla frenata della caduta del saggio, si altera la stessa massa di profitto(equivalente alla massa di plusvalore) e quindi ciò influisce sulla determinazione del saggio medio di profitto.È chiaro allora che la finanziarizzazione dell'economia non partecipa alla "capacità di gestione dell'attuale fase di crisi ciclica del capitalismo". Tutto questo finisce per concedere al capitalismo attuale maggiori capacità soggettive nel dilazionare i tempi ciclici della crisi di quanto in effetti non abbia, capacità che scappano al meccanismo sistemico del capitale,collocando la soggettività(capitalistica) fuori e al di sopra dei movimenti materiali economico-storici del vero soggetto:il Capitale,appunto! Saluti ai compagni.duccio

Forum: 

Lotta alle false credenze!

Il direttore del FMI (non ricordo se si chiami Rato o Rado) ha dichiarato, ieri, che l'economia a livello globale segnala, dai dati, di essere arrivata "on top of economic cycle". I segni di una probabile caduta ciclica a livello globale dell'economia si collocano su tre versanti dell'orizzonte economico mondiale:1) la crescita del prezzo del petrolio che trascina una ripresa del circolo inflazionistico;2) l'accentuato e allarmante squilibrio tra le partite correnti degli Stati della terra (deficit del commercio estero, deficit di bilanci statali,crescita dell' indebitamento generale,pubblico e privato, continua svalutazione del dollaro);3) segnali di ritorno a misure protezionistiche da parte degli Stati (che intralcerebbero la libera circolazione di merci e capitali). I dati positivi di singole aree economiche e di crescita di economie come Cina e India dipendono dalla tenuta dell'equilibrio complessivo (leggi: della continuità espansiva del ciclo lungo).

Che si sia arrivati a una nuova fase in cui le contraddizioni del capitalimperialismo multinazionale si sono uleriormente aggravate è una realtà di cui bisogna tenere conto nel valutare ,oggi, i fenomeni della politica internazionale, come la crisi tra Islamismo e Occidente per quanto riguarda la ribellione delle plebi musulmano-arabe alla" volontà di potenza" della tecnologia imperialista, che mira a "oggettivizzare" sino all'esasperazione le relazioni umane accrescendo povertà, disperazione ed abiezione tra le popolazioni sacrificate alle leggi di sviluppo forsennato di un pugno di Paesi ricchi.A ciò si aggiungano: i venti di guerra che attraversano il pianeta, le tendenze alle dittature anche nei Paesi avanzati in cui rischiano di essere spazzate via persino le odierne "democrazie manipolate" dell'imperialismo, l'avanzamento della barbarie che si esprime nel ritorno medievale,dal punto di vista ideologico,alle guerre di religione e di civiltà con cui si rappresentano i conflitti in atto.Ma da questo scenario decadente, tipo secolo XVI europeo,si potrebbe assistere anche alla ripresa della guerra di classe ( ben differente da quelle contadine dirette dagli anabattisti in Germania di Munzer) che, con l'acuirsi dei conflitti farebbe apprendere al movimento rivoluzionario in fieri la vera posta in gioco nel nostro tempo,e provocherebbe la caduta degli "idoli" e delle false credenze, riassemblando le masse intorno al progetto comunista,che si manifesta più vivo che mai, e in favore del quale bisogna dedicare tutte le nostre energie liberando il marxismo rivoluzionario da tutte quelle spurie dottrine che lo hanno deformato come "arma della critica" in vista di diventare una "critica delle armi". Yours truly a tutti i compagni. duccio

Caro Duccio,

non mi pare che l'autore abbia scritto, o inteso scrivere, che la finanziarizzazione "determini" il periodo dei cicli di accumulazione. Questi sono dettati dalla caduta del saggio del profitto, nonchè da tutte le controtendenze messe in atto dalla borghesia.

Ma sono convinto che spostare parte della produzione nelle aree periferiche significhi far pesare lo sfruttamento ancora di più sul proletariato di quelle aree, ossia dove la classe non ha ancora maturato le stesse esperienze e tradizioni di lotta e organizzazione che si sono avute nelle metropoli del capitalismo. Ovviamente questo non permette al capitale di superare le sue contraddizioni, ma permettere di dilatare i tempi di reazione del proletariato.

Altra questione: l'esplosione delle attività speculative legate ai capitali fittizi, i quali non corrispondono ad alcuna ricchezza materiale realmente prodotta. Certamente questa bolla di economia virtuale è destinata prima o poi a esplodere, facendo i conti con l'economia reale. Ma nel frattempo il capitale fittizio permette ristrutturazioni industriali (qeste invece molto reali) che altrimenti sarebbero difficilmente attuabili, e che contrastano la caduta del saggio del profitto.

Insomma, io sono convinto che gli strumenti finanziari messi in campo dalle borghesia effettivamente permettano di procrastinare gli effetti della crisi, senza tuttavia poterli risolvere.

Riporto da wikipedia (ma sicuramente si possono trovare fonti più qualificate) un dato interessante e forse "premonitore": sommando il deficit pubblico USA a quello delle famiglie e quello delle imprese...

> ... si arriva a circa 30 trilioni di dollari ovvero quasi il 300% del PIL. Nelle settimane precedenti il crollo di Wall Street del 1929 tale rapporto era del 240%ca.

Scusate compagni, ma perchè

Scusate compagni, ma perchè non mi consentite di rispondere a mic? Saluti duccio

Il mio testo è equivalente

Il mio testo è equivalente a quello inviatomi dal compagno mic! Cosa significa che il testo è lungo? La discussione langue nel forum e ciò che è lungo o largo non dipende certo dalla regola fissa e formale, ma dalla noia che produce. Spero che i criteri burocratici non facciano aggio sui concetti della discussione,se ci tenete! Con queste regole asfissianti,tolgo il disturbo e vado via! Grazie di avermi ospitato finora...Saluti a tutti per sempre. duccio!

Niente di personale

Le regole sono ben note, Duccio. Dispiace che le trovi asfissianti, ma sono quelle che riteniamo più opportune all'utilizzo proficuo del forum.

Ti assicuro che non c'è niente di personale, non disturbi affatto e anzi spero sinceramente che tu voglia continuare ad arricchire la discussione con i tuoi interventi. Con la consapevolezza però che le regole ci sono e sono valide per tutti allo stesso modo. Se il tuo testo è risultato troppo lungo... semplicemente non era equivalente a quello del compagno mic.

Senza rancore (non ce ne sarebbe assolutamente motivo!). Saluti.

Evidentemente, come è già stato osservato altre volte, il forum scatena meccanismi psicologi strani, perché la gente si incazza e si indigna, peggio che se avesse ricevuto un cazzotto in un occhio. Che siano i microchips e farci diventare così suscettibili? Forse neanche la nobiltà - che si credeva il centro del mondo - era così sensibile.

Se Duccio vuol ritornare, è il benevenuto (sul serio) altrimenti, pazienza.

Saluti, Smirnov

non èun microchip

La milizia comunista non è la negazione dell'individuo, al contrario è la sua esaltazione nel lavoro collettivo. Se non si parte da questo presupposto si fanno pochi passi avanti.

saluti

  • Giusto

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Giusto

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