Zombi! - Tornando dalla festa di Lutte Ouvriere

Anche quest’anno abbiamo presenziato in un doppio stand con i compagni inglesi e francesi e come Bipr, all’annuale festa di Lutte Ouvriere che tradizionalmente ospita i gruppi internazionali di estrema sinistra.

Con tutto il rispetto per chi organizza l’evento (certamente notevole per ricchezza di iniziative di svago, cultura e spettacolo e unico per questa disponibilità politica) abbiamo percepito quest’anno, più forte che mai, l’impressione di trovarci nello spazio dei morti viventi: zombi appunto.

Abbiamo tenuto, come nei due anni precedenti, un forum, ovvero la presentazione in spazio appositamente attrezzato e aperto a tutti, di un tema e l’apertura del dibattito sul tema stesso.

Il tema era “i fatti di Indonesia e gli insegnamenti per i rivoluzionari”.

Ciò che abbiamo voluto sottolineare erano due punti essenziali: 1)le ragioni della rivolta delle masse proletarie e marginalizzate in quel paese - indipendentemente dalle condizioni e dalle strumentalizzazioni politiche - sono le stesse che operano a scala planetaria, nei paesi periferici come nei paesi metropolitani con la sola differenza di intensità, e ciò deve costituire motivo di riflessione per tutti i militanti e di stimolo a rompere con le varie versioni del riformismo più o meno neo-keynesiano. 2) i fatti degli ultimi dieci anni danno ragione incontrovertibile alla sinistra comunista, rimasta l’unica, lungo i decenni della controrivoluzione e della degenerazione del pensiero comunista in stalinismo e socialdemocratismo, a mantenere salda la base fondativa del movimento politico comunista: la critica dell’economia politica, che da sola sarebbe bastata a giudicare l’Urss per quel che era e cioè capitalismo di stato.

Il primo intervento da parte degli ultimi stalinisti, che paradossalmente diconsi trotzkisti.spartachisti, è stato teatralmente esemplare della spettralità di cui si diceva: i nostri attacchi all’Urss sarebbero stati e tuttora sarebbero un contributo all’attacco del capitalismo contro i bastioni del socialismo per quanto “deformato”, prima l’Urss oggi la Cina. E poiché la guerra fra gli zombi è altrettanto normale come lo scontro delle diverse scuole borghesi, la risibile invettiva, oltre che a noi era rivolta a Lutte Ouvriere e agli altri trotzkisti. Ecco allora che LO si sente in dovere di replicare e che si verifica uno dei ricorrenti episodi di polemica fra trotzkisti, criticato correttamente da un intervento della CCI, a sua volta di difesa della sinistra comunista. Abbiamo dovuto riprendere in mano la situazione per giungere alla scadenza dell’ora a disposizione con la riaffermazione dei due punti di cui sopra.

Girando per gli stand, sentendo i discorsi e leggendo i materiali a disposizione l’impressione di essere fra gli zombi rimaneva. Non un cenno ai mutamenti in atto nelle forme fenomeniche del sistema capitalista e nei corrispettivi mutamenti nelle forme del rapporto fra le classi; non un cenno di revisione dei dogmi della Terza (e Quarta) Internazionale che hanno informato tutta la stagione della cosiddetta guerra fredda; la ripetizione di formule e logiche stantie che, lungi dal costituire un possibile terreno di riaggregazione di classe, rappresentano tuttalpiù il retroterra ideologico di forze, come LO o la LCR (Ligue Communiste Revolutionnaire). Va osservato a questo proposito che queste organizzazioni maggiori nella loro quotidiana azione politica usano meno quelle formule e molto di più - sul terreno più propriamente politico - le suggestioni riformiste del neo-keynesismo più o meno di stile Rifondazione.

In sostanza a LO e LCR interessa poco discutere delle particolari interpretazioni del Programma di Transizione di Trotzky sul quale si dividono le mille correnti del trotzkismo; sono più attente ai modi concreti della mediazione di classe nello stato borghese, a come cioè porsi a rappresentanti della classe operaia nei meccanismi di rappresentanza e mediazione dello stato borghese. Così mentre i gruppuscoli e le correntucole internazionali del trotzkismo dissidente litigano fra loro sui particolari tattici di particolari “problemi”, LCR, LO e Frazione di sinistra del PCF - per la prima volta presente alla Festa - discutevano in sostanza di come distribuirsi i ruoli nelle prossime tornate elettorali e nei rapporti col governo “di sinistra” di Jospin. Se non altro il loro problema è concreto: come conservarsi quel certo seguito che hanno nelle masse proletarie nelle temperie della crisi capitalista, senza rompere con il ruolo storico da loro assunto di ala sinistra del riformismo borghese. La differenza fra loro e il Pci degli anni 50 e 60 è che allora esisteva qualche possibilità di successo nella realizzazione di riforme in qualche modo favorevoli alla classe operaia; oggi quella possibilità è chiusa e i riformisti neo-keynesiani in veste più o meno operaista (stile LO o stile Rifondazione) si ritrovano a sparar formule di soluzione e di difesa proletaria, già dichiarate defunte dai fatti.

Anche noi appaiamo come spettri, ma il nostro programma e le nostre idee e - diciamolo - i nostri ideali non sono ancora stati sconfitti, se non temporaneamente, dalla radicalità della controrivoluzione stalinista. Il nostro slogan da cortei esprime questa verità: contro la crisi del capitalismo torna lo spettro del comunismo.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.