Studentismo o lotta di classe?

Basta con la solita demagogia movimentista!

Lo studentismo è quella concezione tipicamente sessantottina secondo cui gli studenti sono - in quanto tali - portatori di interessi comuni, indipendentemente quindi dalla condizione sociale in cui ognuno di essi si trova ad essere, cioè indipendentemente dal fatto che a pagare i suoi studi sia un industriale o un avvocato, piuttosto che un operaio o un postino, quando non è egli stesso costretto a lavorare per pagarseli.

Chi non è ipocrita ed è riuscito a mantenere, malgrado anni di movimentismo fine a se stesso, un briciolo di spirito critico non conformista, dovrebbe dunque capire che i tagli alla spesa scolastica, come gli aumenti degli affitti, delle mense e delle rate universitarie non colpiscono in modo eguale gli studenti di estrazione borghese e quelli di estrazione proletaria, che tra l’altro, proprio a causa dei costi, il più delle volte interrompono gli studi alla fine della scuola media superiore, se non prima.

Dovrebbe inoltre essere evidente che l’attuale attacco al cosiddetto “diritto allo studio” (quando mai c’è stato per tutti?), rientra nel più generale attacco alla spesa sociale (pensioni, sanità, servizi pubblici, ecc.) che a sua volta non è altro che l’ennesimo attacco al salario. Il salario, infatti, viene dato in forma diretta - la busta paga - e indiretta: la spesa sociale, appunto, sostenuta con le trattenute in busta paga dei lavoratori salariati e con il resto delle tasse, sistematicamente evase dal padronato attraverso giochi legali e sgravi fiscali. L’attacco alla spesa sociale fa insomma parte dell’articolata aggressione al costo del lavoro condotta dai vari governi per conto di chi detiene il potere economico, che passa attraverso il complessivo peggioramento dei contratti di categoria, l’introduzione dei contratti d’area e di “emersione”, la diffusione della flessibilità, del precariato, della disoccupazione.

Tutto questo, poi, non sta avvenendo solo in Italia, ma in tutte le principali roccaforti del capitalismo mondiale, indipendentemente dal fatto che il governo sia di destra o di “sinistra”, a ulteriore dimostrazione che sono le leggi inflessibili di un sistema economico in crisi che spingono il padronato a svuotare il più possibile le tasche della classe lavoratrice e non la cupidigia del politicante di turno: il politicante ha infatti la sua ragione d’essere in quanto fedele servo dei padroni, altrimenti durerebbe molto poco.

Noi, quindi, da comunisti, lanciamo un appello al proletariato studentesco e docente affinché si liberi da tutte le vecchie incrostazioni corporative e interclassiste che li circondano, ritrovando la coscienza di essere parte di un’unica classe comprendente tutti coloro che vivono di salario e che solo con ilrovesciamento rivoluzionario del capitalismo si potrà liberare.

PC Internazionalista - Battaglia Comunista e Gruppi di Lotta Proletaria

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.