La Tendenza Comunista Internazionalista

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La formazione del Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario (BIPR)

Il Bureau Internazionale è nato nel 1983 come risultato di un'iniziativa congiunta del Partito Comunista Internazionalista (PCInt) in Italia e della Communist Workers' Organisation (CWO) in Gran Bretagna.

Esistevano due ragioni fondamentali per tale iniziativa. La prima era dare forma organizzativa a una tendenza già esistente all'interno del campo politico proletario. Questa era emersa dalle Conferenze Internazionali convocate da Battaglia comunista fra il. Le basi di adesione all'ultima di tali conferenze erano i sette punti per i quali la Cwo e il PCInt avevano votato alla Terza Conferenza:

  • Accettazione della Rivoluzione d'Ottobre come proletaria.
  • Riconoscimento della rottura con la socialdemocrazia operata dal Primo e Secondo Congresso dell'Internazionale Comunista.
  • Rifiuto senza riserve del capitalismo di stato e dell'autogestione.
  • Rigetto di qualunque linea politica che soggioghi il proletariato alla borghesia nazionale.
  • Riconoscimento dei partiti “socialisti” e “comunisti” come partiti borghesi.
  • Orientamento verso la organizzazione dei rivoluzionari nel riconoscimento della dottrina e dei metodi marxisti come scienza proletaria.
  • Accettazione del principio secondo cui le riunioni internazionali sono un aspetto del lavoro di discussione fra i gruppi rivoluzionari per coordinare il loro intervento politico attivo verso la classe nelle sue lotte, con l'obbiettivo di contribuire attivamente al processo che condurrà al Partito Internazionale del proletariato, l'organo politico indispensabile per la direzione politica del movimento di classe rivoluzionario e lo stesso potere proletario.

La seconda ragione, e scopo per la formazione del Bureau, era agire come punto di riferimento per organizzazioni individui che si affacciassero sulla scena internazionale nel momento in cui l'approfondirsi della crisi del capitalismo avesse provocato il manifestarsi di risposte politiche.

Nel primo decennio di vita del Bureau non si è assistito a grandi episodi di lotta di classe di massa e la risposta, a volte anche molto combattiva, dei lavoratori ai crescenti attacchi del capitale è rimasta sempre di carattere settoriale ed è infine sempre stata sconfitta. Al capitale internazionale sono stati così concessi importanti momenti di tregua per portare avanti quelle ristrutturazioni che sono costate milioni di posti di lavoro, misure di austerità sempre crescenti e notevoli peggioramenti delle condizioni di lavoro e di vendita della forza lavoro. Non c'è quindi da sorprendersi se gli anni 1980 non hanno portato nuovi compagni nelle nostre fila e che molti, che invece sono comparsi, si sono poi persi per strada sopraffatti dall'isolamento politico in cui ci troviamo ad operare. Nonostante però la situazione oggettiva sfavorevole e le modeste forze, il Bipr, durante questi anni, andava organizzativamente a consolidarsi. Oltre a gestire la corrispondenza internazionale ed ad organizzare, quando possibile, incontri e discussioni con gli elementi con cui venivamo a contatto, il Bipr ha prodotto numerose pubblicazioni internazionali in varie lingue sugli argomenti cruciali degli ultimi anni e si è incaricato di farle arrivare anche nei paesi interessati.

La rivoluzione proletaria o sarà internazionale o non porterà a niente. La rivoluzione internazionale presuppone l'esistenza di un partito rivoluzionario, l'espressione politica concreta della parte più cosciente della classe operaia, per diffondere il programma rivoluzionario all'interno del resto della classe. La storia ha mostrato come i tentativi di organizzare il partito durante la rivoluzione stessa si sono rivelati tardivi ed inadeguati. Coscienti di questo, il Bipr nasceva puntando alla formazione di un partito comunista mondiale nel momento stesso in cui esistano il programma politico e le forze sufficienti alla sua costituzione. Il Bureau si è sempre dichiarato però "per" il partito e non intendeva esserne l'unico nucleo originario, il partito futuro non sarà infatti semplicemente il frutto della crescita di un'unica organizzazione. Prima che il partito rivoluzionario venga costituito, tutti i dettagli del suo programma politico dovranno essere stati chiariti tramite discussioni e dibattiti tra le parti che vanno a costituirlo. Le organizzazioni che vanno a costituire il partito devono già rappresentare una minima presenza all'interno del proletariato della loro regione di provenienza. La proclamazione del partito rivoluzionario o dei suoi nuclei iniziali solo sulla base dell'esistenza di piccoli gruppi di attivisti non rappresenterebbe un grande passo in avanti per il movimento rivoluzionario.

Al momento della propria formazione il BIPR affermava che l'obbiettivo di ogni organizzazione rivoluzionaria deve essere oggi quello di riuscire a radicarsi all'interno della casse operaia e questo al fine di trovarsi in una posizione che le permetta di indicare gli indirizzi che deve prendere la lotta di classe oggi e di organizzare e guidare la rivoluzione domani. La lezione dell'ultima ondata rivoluzionaria non è che la classe può fare a meno di una leadership organizzata, né che il partito stesso è la classe (secondo le astrazione metafisiche dei bordighisti dell'ultima ora), ma piuttosto che la leadership organizzata nella forma di partito è l'arma più potente di cui si può dotare la classe operaia. Il suo obbiettivo sarà di combattere per una prospettiva socialista in quelli che saranno gli organismi di massa che precederanno la rivoluzione (soviet o consigli). Il partito, comunque, rimarrà una minoranza all'interno della classe operaia e non ne potrà rappresentare un sostituto. L'obiettivo di costruire il socialismo è infatti proprio di tutta la classe nel suo insieme ed è un compito che non può venir delegato, neanche alla parte più cosciente del proletariato.

Al sesto congresso (Milano 1997) Il Partito Comunista Internazionalista decide di adottare la Piattaforma del BIPR quale suo documento programmatico generale (piattaforma politica), così come fece la CWO, alla quale volta a volta si affiancheranno i documenti e le Tesi specifiche dei Congressi delle rispettive organizzazioni.

Il BIPR diventa la Tendenza Comunista Internazionalista

Quando il Bureau fu fondato nel 1983-84 furono stabilite alcune chiare linee guida.

  1. Noi non eravamo il partito, neanche una prefigurazione di esso, ma un'organizzazione alla quale poteva aderire chi voleva partecipare alla lotta per il futuro partito - internazionale e centralizzato - della classe lavoratrice, per lottare, discutere e lavorare insieme verso tale scopo. Ci aspettavamo che ampi movimenti del proletariato avrebbero fatto sorgere nuove organizzazioni di classe, con nuovi contributi e argomenti, per non parlare degli inevitabili contrasti e stimoli. Uno dei nostri compiti principali era quello di portare l'esperienza delle lotte di classe del passato, assimilate nell'evoluzione nella sinistra comunista internazionalista, alla nuova generazione di lavoratori che fosse pronta a continuare la lotta di classe.
  2. Non volevamo neppure creare un ufficio postale, un magazzino, che semplicemente ripetesse l'ortodossia dell'organizzazione dominante e con maggiore esperienza. Abbiamo riconosciuto che solo avendo un'effettiva esperienza nelle rispettive aree/Stati di appartenenza, i vari nuclei si sarebbero potuti sviluppare in autentiche organizzazioni comuniste in grado di contribuire con la propria esperienza all'arricchimento della pratica del futuro partito.
  3. Il nostro orientamento è sempre stato verso la classe lavoratrice nel suo insieme piuttosto che verso gruppi politici già esistenti, per quanto vicine potessimo sentire le loro posizioni. Pur essendoci a volte cimentati in scambi polemici con altri gruppi, il nostro scopo non era semplicemente unire gruppi di intellettuali o eruditi, ma costruire una reale organizzazione che cercasse il modo di legarsi alle lotte dei lavoratori sul territorio allo scopo di mantenere una continuità di coscienza tra la lotta di un'area e quella della successiva. Questo è il motivo per il quale continuiamo a sentire il bisogno di organismi del partito radicati nella classe come i gruppi di fabbrica, di lavoro o di territorio, che raggruppino i lavoratori militanti nella stessa area.

Il BIPR non si è mai discostato da queste basi, gli stessi gruppi in Francia, Canada, Stati Uniti e Germania -- che sono entrati nel Bureau -- hanno agito all'interno di questa cornice. Ciò che abbiamo chiesto ai gruppi che si sono affiliati è stato avere un documento di base che definisse l'organizzazione, una pubblicazione regolare, un orientamento definito verso la classe lavoratrice e una pratica continuativa che lo riflettesse.

Nel testo “25 anni di Bureau - Bilancio e Prospettive” (vedere Revolutionary Pespectives 47) abbiamo analizzato le ragioni per cui non abbiamo avuto un maggiore successo. Innanzi tutto vi è il fatto che le minoranze rivoluzionarie riflettono le effettive condizioni della coscienza di classe del proletariato in uno specifico momento. Noi non viviamo al di fuori della classe lavoratrice o del movimento reale della storia. Proprio nel momento della fondazione del Bureau, le grandi lotte di classe (gli scioperi polacchi, gli scioperi dei portuali spagnoli e dei minatori britannici), isolate com'erano nei rispettivi Paesi, si ritrovarono sconfitte o sulla via della sconfitta. Queste sconfitte aprirono la strada alla ristrutturazione capitalistica e spostarono indietro la resistenza dei lavoratori di una generazione.

Ci sono ovviamente alcune cose fuori dal nostro controllo e, come i nostri primi compagni del Comitato d'Intesa dissero nel 1926:

È un errore pensare che in ogni situazione espedienti e manovre tattiche possano allargare la base del partito dal momento che il rapporto tra il Partito e la Classe è dato dalla situazione oggettiva.

Quello che possiamo fare però è agire sulla base delle analisi che abbiamo fatto e migliorare il funzionamento della nostra organizzazione. Era questo il compito principale prefissoci in occasione dell’incontro del Bureau svoltosi a Milano nel settembre 2009 che ha visto presenti delegati di tutte le sezioni.

Ci aspettiamo che la crisi non solo continui ma anche che si accentui (in un modo o nell'altro). Ci aspettiamo che all'intera classe operaia mondiale venga fatto pagare il conto di ogni cosiddetta politica di risanamento. Ci aspettiamo che la corrente accettazione da parte della classe operaia di ogni politica di austerity farà aumentare rabbia e resistenza nella stessa. Ci aspettiamo inoltre che le rivalità inter-imperialiste si acutizzino e molte più divengano le vittime innocenti degli aumentati conflitti. In tali circostanze i rivoluzionari devono essere il più possibile preparati ed organizzati.

Per tale motivo il Bureau, già nell'assemblea di Parma del maggio 2008 (vedere “Un nuovo sviluppo per il Bureau” in Revolutionary Perspectives 47), decise di fare un passo verso una maggiore centralizzazione dell’attività. Questa non era una rottura con le nostre posizioni precedenti, I nostri documenti fondanti hanno sempre previsto un momento in cui l'espansione del Bureau avrebbe richiesto al tempo stesso una maggiore centralizzazione delle sue attività. Il Bureau era stato concepito come strumento che partecipasse al processo di formazione di un partito internazionale e centralizzato del proletariato ma al tempo stesso non volevamo, con la nostra stessa esistenza, chiudere prematuramente tale processo. Avevamo così esitato a creare organi centrali e ci si è basati invece su un comune legame di fiducia e di discussione. Questo esiste ancora, ed è diventato ancora più forte negli ultimi anni, tuttavia un tale modo di funzionamento risultava un po' impacciato, in particolare quando si trattava di rispondere con prese di posizione ufficiali ad eventi improvvisi o a domande di singoli o gruppi circa il nostro lavoro. Alla luce di tutto ciò al meeting di Parma si concordò di istituire una specie di “segretariato” chiamato comitato di collegamento tra le varie organizzazioni affiliate. Il suo scopo era: rispondere rapidamente alle questioni internazionali, a nome del Bureau, avere la responsabilità per la corrispondenza e la discussione con altri gruppi, l'organizzazione di delegazioni in luoghi in cui siamo stati invitati, coordinare la preparazione delle dichiarazioni internazionali, così come la preparazione e l'organizzazione di conferenze internazionali.

Il comitato di collegamento funzionò bene, ma non è stato pienamente rappresentativo di tutta l'organizzazione e non era chiaro quale fossero i suoi rapporti coi singoli individui membri. Alla riunione di Milano del 2009 si decise quindi di fare un ulteriore passo in avanti rispetto al cambiamento organizzativo del BIPR, per affrontare al meglio le sfide del prossimo futuro, di seguito le decisioni principali che vennero allora prese.

  1. L’ossatura principale e l’approccio definito nei nostri documenti originali non cambiano. Dobbiamo tuttavia riconoscere che il BIPR è andato oltre i membri originali e in queste condizioni, come i nostri documenti originali prevedevano, dovremo muoverci gradualmente nella direzione di una attività più centralizzata man mano che il Bureau si espanderà. In quest’ottica, abbiamo deciso che il Bureau diventerà il corpo centrale di coordinamento della nostra organizzazione internazionale. Fungerà da collegamento non solo per le organizzazioni locali affiliate, ma anche per gli individui dei vari paesi. Si occuperà delle questioni legate al funzionamento della organizzazione nel suo complesso (come le relazioni con altri gruppi, la corrispondenza, le prese di posizione e le scelte politiche internazionali ecc.).
  2. Il comitato di collegamento si chiamerà quindi Bureau Internazionale e sarà composto da un rappresentante di ogni paese dove saremo effettivamente presenti.
  3. Per dare una espressione più chiara alla nostra esistenza come organizzazione internazionale abbiamo deciso di adottare il nome di Tendenza Comunista Internazionalista (TCI), a cui aggiungeremo sul sito web il sottotitolo “per il partito rivoluzionario”. Ciò non implica né alcuna variazione nei rapporti tra i nostri gruppi né l’abbandono della responsabilità di ciascun gruppo di radicare la loro presenza all’interno della classe operaia dell’area geografica dove sono presenti. Tutti i gruppi manterranno i loro distinti metodi di intervento per rispondere alle condizioni dove operano e manterranno i loro specifici nomi. Quindi, per esempio, la CWO si chiamerà ancora CWO, ma sarà la “sezione inglese della TCI”. Gli individui nei vari paesi saranno direttamente membri della TCI e sotto la responsabilità del Bureau Internazionale.
  4. I compagni responsabili del sito cercheranno di rendere più evidente la presenza di contenuti in lingue diverse e migliorarne l’efficacia a livello internazionale.
Giovedì, January 30, 2020