Lavora e crepa

Ciao Compagni,

in pieno lookdown, vi inoltrai un breve report dal titolo “Il coronavirus non è uguale per tutti”, riguardante la situazione lavorativa che stavo vivendo in azienda (settore igiene ambientale).

Oggi, in piena seconda ondata pandemica, nulla è cambiato, anzi le cose vanno di male in peggio.

Ci sono sempre più colleghi che si sono ammalati e si stanno ammalando di covid.

Il virus non risparmia, ovviamente, neanche la parte di personale amministrativo (risultano diversi impegati contagiati), che, in buona parte, lavora in modalità smart working.

L'azienda (stile governo nazionale, con i suoi Dpcm) ci sta inondando di Ordini di servizi nei quali si dispone le note regole base di comportamento anticontagio, la sanzionabilità dei comportamenti a loro difformi, ma, soprattutto, si scarica tutta la responsabilità di eventuali contagi (screening tramite tampone e/o sierologico) sui lavoratori.

Sempre l'azienda ritiene di non dover comunicare i nominativi degli eventuali contagiati, in quanto si vedrebbe costretta ad avvisare i colleghi che sono stati a contatto con quest'ultimi, con inevitabile messa in quarantena.

Buona parte delle sedi aziendali conta diversi operatori (come già denunciato nel precedente report) che sono ammassati negli spogliatoi con armadietti striminziti ed attaccati (senza un'adeguata areazione e sanificazione degli stessi).

Si continua a lavorare con due operatori in uno stesso mezzo (spesso sono mezzi di piccole dimensioni), per non parlare degli inadeguati dispositivi di sicurezza individuali (mascherine etc.).

In sostanza, nulla è stato fatto dalla prima ondata pandemica.

Anzi, dimenticavo, qualcosa è stato fatto: l'azienda ha delegato un'agenzia di lavoro interinale a selezionare personale (cani da guardia) che verifichi se il protocollo anticontagio viene rispettato e, a chi non lo rispetta, saranno applicati sanzioni disciplinari.

“Bene”, il messaggio è chiaro: Lavora e Crepa!

Come da prassi i sindacati non hanno battuto ciglio, anzi il loro servilismo li ha spinti ad avvalorare le disposizioni aziendali , come giuste.

Tutto ciò poco stupisce, pur trattandosi di azienda di igiene ambientale che ricopre un settore di pubblica utilità (raccolta rifiuti) , non differisce da altri settori produttivi e di servizi in questo contesto di società , l'obbiettivo è sempre lo stesso: profitto e sfruttamento (in qualsiasi forma) dei lavoratori salariati.

E' tempo di rialzare la testa, si deve concretizzare la rabbia e la giusta preoccupazione dei lavoratori in Assemblee di Lavoratori autorganizzati, per iniziare a rompere la cappa di rassegnazione, per stimolare e organizzare gli altri lavoratori al protagonismo di classe.

Questo è un primo passo importante, per poterci appropriare da subito della nostra dignità di classe, avendo chiaro che la prospettiva finale è l’abbattimento del capitalismo, che produce solo sfruttamento, disoccupazione e miseria.

Il vero virus è il Capitalismo!

Lunedì, November 9, 2020