La lotta dei lavoratori portoghesi

Il Portogallo sembra essere uno dei più deboli anelli della catena del capitalismo mondiale. Dopo i fatti di Porto, dove si è dovuto istituire un immenso banco alimentare per lo stato di estrema miseria di una città industriale, sulla cui economia la crisi ha prodotto devastazioni immense, il Governo portoghese vara un Programa de Estabilidade e Crescimento 2010-2013 nel quale è previsto il taglio del 50% della spesa sociale per pagare gli interessi sul debito pubblico.

C’è stato un intervento al Parlamento di Jeronimo de Sousa (il Segretario del Partido Comunista Portugues – è sul web) dove, al di là dei toni accesi, il contenuto è che la necessità di tamponare il debito pubblico deve essere “equamente ripartita”.

Anche di fronte al dramma del popolo portoghese la sinistra borghese continua a sostenere gli interessi del capitale finanziario ed a funzionare come ‘regolatore’ (cioè pompiere) delle vastissime lotte sociali in atto in quel paese. I lavoratori portoghesi stanno lottando strenuamente contro questo Programa ma senza via d’uscita dato che il PCP non intende assolutamente contestare il debito pubblico, ma solo fare chiasso e salvarsi la faccia.

Non è possibile esprimere solidarietà con i bravi lavoratori portoghesi senza condannare, senza remissione, il ruolo proditorio del PCP che li sta portando alla sconfitta.

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