You are here
Home ›Intervento di Bordiga al Congresso Socialista di Livorno 1921
Ordine Nuovo 5
Bordiga - affronta immediatamente la questione fondamentale dell'esistenza della concezione socialdemocratica e della sua opposizione irriducibile alla concezione comunista marxista.
Egli fa ciò analizzando lo svolgimento del movimento politico ed economico del proletariato nella seconda Internazionale, ricordando l'opposizione continua dei marxisti al revisionismo e al riformismo. La Seconda Internazionale - egli dice - aveva sostituito al principio della lotta di classe l'illusione di poter conciliare la funzione della classe operaia con la classe borghese, di conseguenza il Partito socialista e i Sindacati erano venuti sviluppandosi solo per le piccole conquiste immediate.
La concezione socialdemocratica
Il movimento revisionista, sostituitosi alla concezione marxista, aveva diffuso l'opinione che il mondo capitalistico si sarebbe modificato attraverso le iniezioni di socialismo che a poco a poco si venivano facendo nei suoi strati. Ma è venuta la guerra a dimostrare la fallacia di questa dottrina revisionista che accarezzava l'illusione di una trasformazione pacifica escludendo l'urto rivoluzionario fra le due avverse forze. I socialisti della Seconda internazionale accettando la guerra furono quindi coerenti con se stessi. Essi, che avevano predicato e attuato il programma della pacificazione tra le classi non potevano allo scoppio della guerra battersi il petto e diventare rivoluzionari. I capi sindacali e parlamentari, che erano alla testa del movimento proletario, alla vigilia della guerra avevano creato un meccanismo che per la sua natura stessa e per lo spirito che lo animava si trovò impotente ad opporsi alla borghesia, con la quale aveva collaborato sino ad allora. Per questo che le Organizzazioni operaie, nella maggior parte dei paesi, divennero strumento di guerra nelle mani della borghesia.
Ma ora che la guerra è passata lasciandoci se non altro un insegnamento, quale deve essere il nostro comportamento? Il vecchio errore e il vecchio metodo esistono ancora nel mondo malgrado la catastrofe, la quale ha aperto gli occhi dei proletari. La sinistra marxista vuole invece troncarla definitivamente con gli errori della Seconda Internazionale, vuole ritornare alla sua concezione originaria rivoluzionaria e preparare la classe operaia alla conquista del potere con i soli mezzi possibili. Ma quali sono questi mezzi? Il proletariato non può liquidare la guerra che con la rivoluzione. noi vogliamo prepararlo e renderlo capace di compierla. I revisionisti invece, i partigiani della graduale evoluzione, tentano di opporsi alla rivoluzione. Essi costituiscono quindi un pericolo che minaccia l'ascensione al potere del proletariato, perché vogliono impedire che dalla guerra tra gli Stati nazionali si passi alla guerra civile tra le classi, soltanto la quale il proletariato potrà realizzare la conquista del potere.
La prova, anzi l'esempio concreto della realtà di questo sviluppo storico ce l'ha dato la rivoluzione russa. Essa ha iniziato l'effettiva liquidazione della guerra e mostrato che il proletariato non può sostituire se stesso alla borghesia se non spezzando tutte le istituzioni che la borghesia ha creato per il suo governo.
I riformisti, i socialdemocratici, essi pure dicono di voler conquistare il potere, ma la loro tattica li portò a mantenere in vita l'apparato politico, amministrativo, militare e poliziesco che la borghesia ha creato per il suo dominio.
La contraddizione dei principi costringe la socialdemocrazia a fallire anche in pratica. Ovunque essa è andata al potere, in Ucraina, in Georgia, in Germania, e non solo parzialmente, ma ereditando tutto il potere dallo Stato borghese, è stata obbligata a ricorrere alla violenza e alla dittatura. Ma mentre la dittatura e il terrore in Russia sono stati applicati contro la borghesia, nei paesi socialdemocratici la dittatura e il terrore vengono applicati contro il proletariato.
Un altro indizio della mentalità del riformismo si ha nel modo di considerare la rivoluzione. Noi vogliamo prepararla e propagandarla in mezzo alle masse, mostrandone la sua inevitabilità. Il riformismo non ha mai avuto una visione storica di questa inevitabilità e si è sempre perduto nei problemi contingenti.
Non sono volontaristi i comunisti, ma volontaristi furono e sono i riformisti, per cui il fine è nulla e il movimento è tutto, per cui tutti i problemi devono essere risolti di giorno in giorno senza la guida di una ferrea teoria che non è vana chiacchiera ma è l'interpretazione di uno sviluppo e di una necessità storica.
Mancando della bussola sicura di questa dottrina è chiaro che i riformisti ondeggiano continuamente di fronte alle possibilità di azione, continuamente trovano che il momento della rivoluzione non è giunto ancora. Così prima della guerra la conquista del potere non sembrava loro possibile perché la società capitalista era troppo forte e troppo ricca. Oggi che la borghesia è stremata il potere non si può prendere perché la baracca è sconquassata l'eredità troppo pesante. Così durante la guerra i riformisti dicevano che la rivoluzione aveva un valore se avveniva in tutti i paesi. Oggi che la rivoluzione è iniziata, essi si tirano indietro, hanno paura del blocco e non si avvedono che queste paure e queste preoccupazioni sono vane e dannose nel momento in cui la Russia da tre anni resiste e chiede l'aiuto dei proletari del mondo intero. Tutte queste aberrazioni sono la conseguenza della mancanza di una visione generale della lotta del proletariato.
Oggi no domani si
Contro il rinnovarsi del pericolo riformista, sorge la Terza Internazionale Il suo Congresso si è preoccupato quindi in special modo di tracciare delle norme che serviranno a distinguere in tutti i paesi i comunisti dai riformisti. A questo scopo debbono servire le tesi e i ventun punti proposti dall'Internazionale a tutti i partiti che vogliano aderire ad essa, proposti con lo scopo esplicito di allontanare dal movimento internazionale gli opportunisti ed i riformisti. Perciò contro i 21 punti e contro le tesi i riformisti e gli opportunisti sono insorti in ogni paese ed in ogni paese dicono la stessa cosa, dicono che essi sono giusti in linea di principio, ma non sono applicabili al loro paese per speciali sue condizioni. In questo modo, facendo delle restrizioni per mantenere l'autonomia dei singoli movimenti nazionali, si tende a permettere a tutti di entrare nella terza Internazionale. Ma il fatto stesso che l'autonomia e le differenze ambientali sono l'argomento di tutti riformisti di tutti i paesi, ne stabilisce il valore puramente dilatorio e sofistico. La parte che i socialdemocratici dicono essere inapplicabile agli altri paesi, è invece proprio quella che rappresenta l'esperienza più preziosa della rivoluzione. I socialdemocratici sono coscienti di ciò e perciò, ripetono come mercanti in bolletta: Oggi no, domani si.
La crisi del P.S.I.
L'oratore, che prosegue tra la più viva attenzione del Congresso, il quale è afferrato e tenuto avvinto dalla sua oratoria appassionata e stringente che supera facilmente le forti interruzioni e frena in pari tempo gli applausi dei comunisti, comincia ad esaminare la situazione della nazione e del Partito socialista italiano. Anche fra noi - egli dice - il dibattito e la lotta tra la sinistra marxista e il riformismo, produssero contrasti. Tra il 1900 e il 1914 la sinistra ebbe il sopravvento nella organizzazione politica, ma le mancò il tempo di sviluppare effettivamente la sua azione, soprattutto nei sindacati e nel campo della politica parlamentare e amministrativa. Il nostro Partito entrò nel periodo della guerra col suo vecchio meccanismo colla sua antica struttura, lasciando i capi parlamentari e sindacali riformisti ai loro posti. Quindi la stessa opposizione alla guerra non ebbe un carattere esclusivamente rivoluzionario e di classe, fu determinato da motivi di vario genere: sentimentali, umanitari, utilitari e così via.
Finita la guerra doveva avvenire la frattura tra le due tendenze che non aveva potuto avvenire alla sua vigilia. Le due anime alla vigilia erano da una parte rappresentate da coloro che avversavano la guerra perché avrebbero voluta trasformarla in guerra civile tra le classi, dall'altra gli avversari alla guerra per pacifismo e per orrore del massacro.
Ma le due anime si sono palesate ancora più chiaramente nel dopo guerra. Il Partito si è ritrovato allora in una situazione che aveva caratteristiche rivoluzionarie. Ma non si può risolvere immediatamente il problema della conquista del potere. Questo problema si è presentato a noi per la revisione universale imposta dalla rivoluzione russa, mentre i Partito si valeva dell'avversione alla guerra soltanto per lanciarsi nella grande baraonda elettorale.
Riferendosi alla tradizione intransigente del Partito, l'oratore afferma in seguito che se ieri per intransigenza si poteva limitarsi a intendere il negare la collaborazione con un ministero borghese, oggi per intransigenza deve intendersi conquista integrale del potere dal proletariato. Questo programma fu approvato dal Congresso di Bologna. Ma dopo l'approvazione di quel programma, troppa gente non ha fatto altro che aspettare che esso fallisse. Orbene oggi che il programma di Bologna è fallito, si sente dire da questi stessi che vi hanno aderito: "Se il massimalismo ha avuto un insuccesso, questo è stato l'insuccesso dell'unitarismo".
Socialisti di guerra
Bordiga - Io non sono un socialista di guerra e nego che fra i comunisti ci siano molti socialisti di guerra. Con noi ci sono giovani e vecchi; ma con gli altri vi sono i socialisti di prima della guerra, quelli che durante la guerra hanno taciuto e poi sono andati ai comizi ad urlare: Siamo stati contro la guerra! A questi, preferisco i giovani che attraverso l'esperienza del sacrificio della guerra, son tornati colla nuova fede nel cuore.
Chiusa questa breve parentesi, Bordiga esamina la mozione che gli unitari hanno definitivamente concordata e che presenteranno al voto del Congresso.
Rileva ancora una volta l'incertezza e l'equivoco contenuti nel comma in cui si dichiara l'adesione alla Terza Internazionale. Tutti cercano di sfuggire all'applicazione dei 21 punti per non essere vittime. Ma l'unico modo serio e degno di venire alla divisione è quello indicati, dalla mozione di Imola: tagliare fuori la frazione che è consciamente socialdemocratica. Gli unitari invece vogliono tenere questa frazione in seno al Partito cui vogliono dare bandiera rivoluzionaria.
Mentre fanno ciò gli unitari stessi dicono che la rivoluzione non si può farla per mancanza di preparazione. Noi vogliamo compiere questa preparazione e compierla nel modo più efficace, preparando gli animi. I socialdemocratici e gli unitari ci oppongono che gli organismi economici e politici attualmente posseduti dal Partito sono i migliori strumenti per la conquista del potere politico. Ma ciò è erroneo. Essi parlano in questo modo dei Comuni delle provincie e Cooperative come di fortilizi utili alla causa della rivoluzione. Questo concetto è errato. Questi organismi sono strumenti di conquista solo in quanto sono nelle mani di un Partito che si sappia servire di essi per poter abbattere il potere della borghesia. Se questa condizione non si avvera, questi sforzi diventano nuove catene per il proletariato. Ed è questa un'altra ragione perché da un partito rivoluzionario si deve escludere la parte socialdemocratica.
20 Gennaio 1921Communist left
Presentiamo qui alcuni documenti storici del movimento internazionalista, tutti in opposizione allo stalinismo e al trotskismo. Evidenziano l’originalità delle nostre posizioni e la loro stretta aderenza al marxismo. L'archivio andrà estendendosi man mano che digitalizzeremo i documenti.
Sono qui elencati:
- Testi fondamentali della Sinistra Comunista d'Italia (fino al 1926)
- Documenti della Frazione (dal 1928 al 1939)
In altre sezioni del sito, puoi trovare testi più recenti inerenti la Sinistra Comunista Italiana , alcuni elaborati nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, oltre a numerosi articoli di Onorato Damen e Amadeo Bordiga .
In evidenza
- Tesi della Frazione comunista astensionista del PSI (1920)
- Tesi della Frazione comunista astensionista sul parlamentarismo (1920)
- Tesi di Roma - Sulla tattica del P.C.d'Italia (1922)
- Tesi della Sinistra al Congresso di Lione (1926)
- Dalla Sinistra italiana al Partito comunista internazionalista
- Comitato d'Intesa, primo campanello d'allarme
Inizia da qui...
ICT sections
Fondamenti
- Bourgeois revolution
- Competition and monopoly
- Core and peripheral countries
- Crisis
- Decadence
- Democracy and dictatorship
- Exploitation and accumulation
- Factory and territory groups
- Financialization
- Globalization
- Historical materialism
- Imperialism
- Our Intervention
- Party and class
- Proletarian revolution
- Seigniorage
- Social classes
- Socialism and communism
- State
- State capitalism
- War economics
Fatti
- Activities
- Arms
- Automotive industry
- Books, art and culture
- Commerce
- Communications
- Conflicts
- Contracts and wages
- Corporate trends
- Criminal activities
- Disasters
- Discriminations
- Discussions
- Drugs and dependencies
- Economic policies
- Education and youth
- Elections and polls
- Energy, oil and fuels
- Environment and resources
- Financial market
- Food
- Health and social assistance
- Housing
- Information and media
- International relations
- Law
- Migrations
- Pensions and benefits
- Philosophy and religion
- Repression and control
- Science and technics
- Social unrest
- Terrorist outrages
- Transports
- Unemployment and precarity
- Workers' conditions and struggles
Storia
- 01. Prehistory
- 02. Ancient History
- 03. Middle Ages
- 04. Modern History
- 1800: Industrial Revolution
- 1900s
- 1910s
- 1911-12: Turko-Italian War for Libya
- 1912: Intransigent Revolutionary Fraction of the PSI
- 1912: Republic of China
- 1913: Fordism (assembly line)
- 1914-18: World War I
- 1917: Russian Revolution
- 1918: Abstentionist Communist Fraction of the PSI
- 1918: German Revolution
- 1919-20: Biennio Rosso in Italy
- 1919-43: Third International
- 1919: Hungarian Revolution
- 1930s
- 1931: Japan occupies Manchuria
- 1933-43: New Deal
- 1933-45: Nazism
- 1934: Long March of Chinese communists
- 1934: Miners' uprising in Asturias
- 1934: Workers' uprising in "Red Vienna"
- 1935-36: Italian Army Invades Ethiopia
- 1936-38: Great Purge
- 1936-39: Spanish Civil War
- 1937: International Bureau of Fractions of the Communist Left
- 1938: Fourth International
- 1940s
- 1960s
- 1980s
- 1979-89: Soviet war in Afghanistan
- 1980-88: Iran-Iraq War
- 1982: First Lebanon War
- 1982: Sabra and Chatila
- 1986: Chernobyl disaster
- 1987-93: First Intifada
- 1989: Fall of the Berlin Wall
- 1979-90: Thatcher Government
- 1980: Strikes in Poland
- 1982: Falklands War
- 1983: Foundation of IBRP
- 1984-85: UK Miners' Strike
- 1987: Perestroika
- 1989: Tiananmen Square Protests
- 1990s
- 1991: Breakup of Yugoslavia
- 1991: Dissolution of Soviet Union
- 1991: First Gulf War
- 1992-95: UN intervention in Somalia
- 1994-96: First Chechen War
- 1994: Genocide in Rwanda
- 1999-2000: Second Chechen War
- 1999: Introduction of euro
- 1999: Kosovo War
- 1999: WTO conference in Seattle
- 1995: NATO Bombing in Bosnia
- 2000s
- 2000: Second intifada
- 2001: September 11 attacks
- 2001: Piqueteros Movement in Argentina
- 2001: War in Afghanistan
- 2001: G8 Summit in Genoa
- 2003: Second Gulf War
- 2004: Asian Tsunami
- 2004: Madrid train bombings
- 2005: Banlieue riots in France
- 2005: Hurricane Katrina
- 2005: London bombings
- 2006: Comuna de Oaxaca
- 2006: Second Lebanon War
- 2007: Subprime Crisis
- 2008: Onda movement in Italy
- 2008: War in Georgia
- 2008: Riots in Greece
- 2008: Pomigliano Struggle
- 2008: Global Crisis
- 2008: Automotive Crisis
- 2009: Post-election crisis in Iran
- 2009: Israel-Gaza conflict
- 2006: Anti-CPE Movement in France
- 2020s
- 1920s
- 1921-28: New Economic Policy
- 1921: Communist Party of Italy
- 1921: Kronstadt Rebellion
- 1922-45: Fascism
- 1922-52: Stalin is General Secretary of PCUS
- 1925-27: Canton and Shanghai revolt
- 1925: Comitato d'Intesa
- 1926: General strike in Britain
- 1926: Lyons Congress of PCd’I
- 1927: Vienna revolt
- 1928: First five-year plan
- 1928: Left Fraction of the PCd'I
- 1929: Great Depression
- 1950s
- 1970s
- 1969-80: Anni di piombo in Italy
- 1971: End of the Bretton Woods System
- 1971: Microprocessor
- 1973: Pinochet's military junta in Chile
- 1975: Toyotism (just-in-time)
- 1977-81: International Conferences Convoked by PCInt
- 1977: '77 movement
- 1978: Economic Reforms in China
- 1978: Islamic Revolution in Iran
- 1978: South Lebanon conflict
- 2010s
- 2010: Greek debt crisis
- 2011: War in Libya
- 2011: Indignados and Occupy movements
- 2011: Sovereign debt crisis
- 2011: Tsunami and Nuclear Disaster in Japan
- 2011: Uprising in Maghreb
- 2014: Euromaidan
- 2016: Brexit Referendum
- 2017: Catalan Referendum
- 2019: Maquiladoras Struggle
- 2010: Student Protests in UK and Italy
- 2011: War in Syria
- 2013: Black Lives Matter Movement
- 2014: Military Intervention Against ISIS
- 2015: Refugee Crisis
- 2018: Haft Tappeh Struggle
- 2018: Climate Movement
Persone
- Amadeo Bordiga
- Anton Pannekoek
- Antonio Gramsci
- Arrigo Cervetto
- Bruno Fortichiari
- Bruno Maffi
- Celso Beltrami
- Davide Casartelli
- Errico Malatesta
- Fabio Damen
- Fausto Atti
- Franco Migliaccio
- Franz Mehring
- Friedrich Engels
- Giorgio Paolucci
- Guido Torricelli
- Heinz Langerhans
- Helmut Wagner
- Henryk Grossmann
- Karl Korsch
- Karl Liebknecht
- Karl Marx
- Leon Trotsky
- Lorenzo Procopio
- Mario Acquaviva
- Mauro jr. Stefanini
- Michail Bakunin
- Onorato Damen
- Ottorino Perrone (Vercesi)
- Paul Mattick
- Rosa Luxemburg
- Vladimir Lenin
Politica
- Anarchism
- Anti-Americanism
- Anti-Globalization Movement
- Antifascism and United Front
- Antiracism
- Armed Struggle
- Autonomism and Workerism
- Base Unionism
- Bordigism
- Communist Left Inspired
- Cooperativism and Autogestion
- DeLeonism
- Environmentalism
- Fascism
- Feminism
- German-Dutch Communist Left
- Gramscism
- ICC and French Communist Left
- Islamism
- Italian Communist Left
- Leninism
- Liberism
- Luxemburgism
- Maoism
- Marxism
- National Liberation Movements
- Nationalism
- No War But The Class War
- PCInt-ICT
- Pacifism
- Parliamentary Center-Right
- Parliamentary Left and Reformism
- Peasant movement
- Revolutionary Unionism
- Russian Communist Left
- Situationism
- Stalinism
- Statism and Keynesism
- Student Movement
- Titoism
- Trotskyism
- Unionism
Regioni
Login utente
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.