Argentina, fame e repressione

A tre mesi di distanza dai fatti del Venezuela, anche i proletari argentini sono insorti contro la fame e si sono scontrati con la violenta repressione dello stato che li ha affamati

La stampa borghese internazionale tace volentieri sulle lotte dei proletari nel mondo: non dice nulla per esempio dello sciopero di 500 mila portuali che ha paralizzato l'India nelle settimane a cavallo fra Aprile e Maggio. Come poco ci ha detto delle forti lotte in Giordania, Cile e Turchia. Davanti a fatti come quelli di Caracas o delle città argentine é costretta a darne notizia per dare risalto alla violenza dei proletari e insinuare che alla base ci siano soltanto le manovre politiche di questa o quella forza dello schieramento borghese.

In realtà alla base delle lotte in questi paesi c'é solo la fame alla quale questo sistema di produrre e distribuire, che domina in tutto il mondo ha ridotto i proletari.

I capitalisti del mondo intero hanno scaricato la crisi che da diciotto anni travaglia il loro sistema di accumulazione sulle economie più povere. Dal supersfruttamento dei proletari della periferia sono derivati gli extraprofitti che hanno consentito di ammortizzare sino ad ora la crisi nelle cittadelle avanzate. A spartirsi la torta ci sono anche i borghesi dei paesi periferici. L'economia argentina é dissestata, i suoi proletari sono alla fame, ma i borghesi argentini si sono arricchiti e tuttora ingrassano sugli interessi dei capitali investiti in dollari.

Il gigantesco debito estero é stato contratto dai borghesi che lo hanno in gran parte reinvestito all'estero e ora lo vogliono far pagare ai proletari col sudore del superlavoro e la fame del sottosalario. Si é poi scatenata l'inflazione a tre cifre ed ora nel paese che é il più grande produttore di carne al mondo non si trova la carne al mercato. Per il capitalista fazendero é meglio esportare tutto e realizzare in dollari da investire ad alto interesse piuttosto che vendere in casa per riscuotere pesos che domani varranno la metà.

I capitalisti argentini mangiano alla stessa tavola dei borghesi americani e di casa nostra, alimentata dal plusvalore estorto al proletariato mondiale. I proletari argentini si vedono negato anche il pane.

I meccanismi del capitale a scala internazionale sono complessi e raffinati, ma i risultati sono semplici: i ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri.

Proletari compagni,

i borghesi e i loro pennivendoli hanno detto che la classe operaia non esiste più, hanno detto che la lotta di classe é finita. Ma i proletari argentini non sono fantasmi, i loro morti non sono fantasie. Sono invece lì a dimostrare che la lotta di classe non é finita, ma sta ora riprendendo vigore.

I borghesi hanno detto che la crisi era superata e che tutto va bene. Ma le lotte dei proletari latinoamericane sono lì a ricordarci che la "normalità" al centro é stata assicurata dal bestiale sfruttamento della periferia, che la tranquillità dei borghesi di tutto il mondo é basata sull'affamamento dei proletari.

Come possiamo noi, proletari della metropoli, pensare che tutto vada bene se i nostri fratelli di classe di tre quarti del mondo vengonno sempre più affamati. A noi hanno lasciato il pane. Licenziandoci a milioni ci hanno dato la cassa integrazione; tagliando di fatto il salario ci hanno lasciato abbastanza di che nutrirci, per tenerci buoni.

Forse, mantenendo la pace sociale nelle metropoli, pensavano di poter strozzare i nostri compagni della periferia senza che questi reagissero, solo perché eravamo fermi noi.

Invece i proletari della periferia cominciano a reagire e a ricordarci con la forza dei fatti che il capitalismo é un sistema inumano e marcio.

Ora anche qui l'attacco borghese si fa più duro. Iniziano a toglierci i servizi sociali e a chiedere ulteriori tagli al salario. I sindacati e i partiti che gli stanno dietro sono complici, sia sul piano programmatico sia sul piano dell'azione di queste manovre e della conservazione capitalista.

La migliore solidarietà ai compagni argentini é la ripresa della lotta proletaria e operaia anche qui.

Le indicazioni che dobbiamo seguire sono le stesse valide per i compagni argentini:

  • rifiuto della logica economica borghese e dei suoi sostenitori sindacali e politici;
  • darsi un programma di azione e politico per l'abbattimento di questo sistema;
  • organizzarsi a scala internazionale per avviare la sua realizzazione.
PCInt