Risposta alle stupide accuse di una organizzazione in via di disintegrazione

Abbiamo preso visione sul sito della CCI (pagine in francese) di un documento "Le BIPR pris en otage par des voyous" di cui ci colpisce innanzitutto la estrema volgarità d'espressione. A cominciare dai mascalzoni (voyous) dato ai compagni della FICCI, passando attraverso i "piedi nella merda" e i "corbeille de marriage", fino alla "femme de petit vertu" e relative "blennoragie" - la volgarità è il tratto caratteristico di questo documento.

È per questo che le sei pagine del "documento" non meriterebbero risposta, se non per puntualizzare due o tre cosette.

  • I nostri contatti con la FICCI esistono e resistono perché vorremmo evitare che l'ennesima scissione della CCI con relativa perdita di dirigenti della "vecchia guardia", si risolvesse nella nascita di un altro gruppo dissidente della CCI e rivendicante la sua ortodossia, come è quasi sempre capitato, tanto nella CCI quanto in Programma Comunista. Ciò che stiamo discutendo con la FICCI sono proprio le questioni metodologiche di base che da sempre ci separano dalla CCI, per convincere questi compagni che è proprio in quelle che risiede la ragione della intima debolezza di quella Corrente.
  • Non è dunque alla CCI, né a nessun altro, che dobbiamo rendere conto del nostro agire politico e la pretesa della CCI di rifarsi a presunte tradizioni della Sinistra Comunista appare solo patetica, sebbene voglia essere un ennesimo tentativo di "rimettere in pista" il vecchio "campo politico proletario" che sarebbe fatto dalla CCI, i bordighisti e noi e che abbiamo già dichiarato non essere più - se mai lo è stato - l'ambito di formazione del partito internazionale del proletariato.
  • Ci rifiutiamo di prendere anche solo in considerazioni le "Thèses sur le parasitisme" uscite nel corso di un'altra crisi della CCI stessa, perché sono una delle manifestazioni dell'intima debolezza della CCI: mentre al mondo succede di tutto e di più, la CCI non trova di meglio da fare che scrivere delle "tesi" sulle sue beghe interne di natura politico/organizzativa e per di più applicando i soliti schemi avulsi dalla realtà. Così, la debolezza organizzativa non sarebbe il prodotto inevitabile di una situazione ancora controrivoluzionaria, in cui qualunque "intellettuale" con attorno qualche simpatizzante si sente in diritto di fare un suo gruppetto, rubacchiando qua e là idee e posizioni, o di una propria incapacità a tenere assieme i compagni, ma sarebbe bensì il prodotto di una congiura della borghesia contro le forze rivoluzionarie, utilizzando "gruppi parassiti". Siamo francamente stufi (fed up) di discutere del niente, quando abbiamo da lavorare per cercare di capire cosa sta avvenendo nel mondo.
  • Non diamo nessuna cauzione al un "furto", perché non c'è stato alcun furto reale. Se dei compagni dirigenti della CCI - che come tali disponevano del file di indirizzi dell'organizzazione - rompono con la organizzazione stessa, dichiarando per di più di voler recuperare i compagni alla "retta via", e si tengono il file di indirizzi, non si tratta di furto. Il falso moralismo della CCI odora dunque di ipocrisia, quando è la stessa CCI a lanciare accuse di ogni genere a chi la abbandona.
  • Allo stesso modo respingiamo come ridicole le "messe in guardia" da parte di una organizzazione che ha continuato a perdere pezzi, ogni volta strillando ai complotti della borghesia e ogni volta raccogliendo accuse di opportunismo e di stalinismo sulle quali non abbiamo mai cercato di speculare.

Al contrario rivendichiamo la correttezza di un metodo che ci porta a una lenta ma sicura aggregazione di forze rivoluzionarie, unite dalla adesione ai principi e al programma della rivoluzione comunista che, una volta rese omogenee su quel terreno, non hanno mai dato e difficilmente daranno luogo alle vere e proprie scissioni alle quali la CCI - come Programma Comunista - è da sempre votata dalla sua vuotezza metodologica e politica.

Il Bureau Per il Partito Rivoluzionario (15 ottobre 2004)