Beceri ricatti per gli operai Electrolux

La situazione instabile degli operai Electrolux dello stabilimento di Scandicci (Firenze) ha inizio nel 2005, quando, dopo una sostanziale crescita della azienda svedese (in Italia con cinque stabilimenti) le esigenze di mercato della stessa sono cambiate. Durante quell'anno 170 lavoratori pagano con il posto di lavoro una ristrutturazione all'interno dello stabilimento fiorentino, conseguente ad una politica di delocalizzazione verso l'est, in Ungheria e in Russia, dove la forza lavoro e la produzione costano meno. Oggi, tre anni dopo, l'Electrolux se ne esce con l'annuncio di una possibile chiusura dello stabilimento di Scandicci, che farebbe perdere il posto di lavoro ai restanti 450 operai della fabbrica.

Sono false pretese quelle di Electrolux, che, tra lo sconcerto e la confusione, prima accusa gli operai di scarsa produttività, ma poco dopo deve ammettere la buona redditività. I padroni dell'azienda, evidentemente, non si accontentano dei buoni risultati raggiunti dalla spremitura dei lavoratori. Vogliono imporre agli operai che resteranno carichi di lavoro aumentati, quindi ritmi accelerati, ore extra da scontare e straordinari non pagati. Il tutto farcito con il rischio-ricatto di essere delocalizzati.

Gli operai di Electrolux Scandicci si sono mobilitati prontamente, portando la loro voce davanti alla fabbrica, bloccando per 2 ore la produzione e successivamente bloccando per mezz'ora la superstrada Firenze- Pisa- Livorno, con un corteo fatto durante uno sciopero di 4 ore (che sono sempre poche), facendo riecheggiare la loro giusta rabbia in tutta la regione. Se gli operai di E.lux saranno in grado di tenere a distanza i sindacati dalle loro lotte, di essere loro stessi il motore della lotta, la possibilità di evitare licenziamenti e, in ogni caso, di incutere davvero paura al padrone, sarà molto più concreta. Nell'attesa della manifestazione programmata per il 4/4 a Firenze, le rappresentanze di base di GKN, Telecom, Ilm, Esa-Ote, Steab, Ericson NSI, AnselmoBreda ed Engineering, tutte fabbriche del territorio toscano, hanno mosso la loro solidarietà alla lotta intrapresa dagli operai di E.lux.

Nell'augurio che la manifestazione di aprile possa essere un momento di lotta incisivo per i 450 operai, anche noi Internazionalisti di Battaglia Comunista siamo al loro fianco in questa lotta, sottolineando però che solo l'organizzazione rivoluzionaria delle lotte, cioè la formazione di organismi autonomi di classe, fuori e contro la logica sindacale e politicantesca, è l'unica strada per poter concretamente contrastare l'attacco padronale e il pompieraggio sindacale. È il primo passo per rendere la classe operaia più coesa e forte, quindi in grado di difendersi meglio; il secondo, altrettanto necessario, è quello di allargare il più possibile le lotte anche al di fuori della categoria e del territorio. Padroni e Sindacati temono questo e vogliono che ci si accontenti sempre del presunto meno peggio. Che poi è sempre il peggio e basta.

Va rifiutata questa logica di ricatto da banditi del tipo "o la borsa o la vita": in pratica, la promessa (?) del mantenimento della fabbrica, ma con peggiori condizioni di lavoro, e magari con una “limitata” perdita di altri posti. In attesa del prossimo identico ricatto tra 2, 3, 5 o 10 anni. Questo non deve succedere.

Operai, precari: solo la lotta paga, ma quella vera, fuori e contro i guinzagli sindacali, siano essi concertativi o sedicenti alternativi! Lottiamo uniti a testa alta!