Rom - Alcune considerazioni sulle vergogne della borghesia italiana

  1. La destra perde il pelo ma non il vizio. Appena arrivata al governo ha dato vita ad una incredibile repressione nei confronti della popolazione Rom sia a Napoli, Milano, Firenze che in altre località italiane. La repressione, la smobilitazione dei campi, gli arresti hanno stimolato un clima di caccia alle streghe (all’uomo zingaro) accompagnati da un pacchetto legislativo per la “sicurezza” che non ha precedenti, come non ha precedenti nemmeno l’allineamento di quello schieramento politico che insiste a definirsi di sinistra.
  2. Pelo e vizio a parte, l’operazione anti-Rom ha una evidente ragione, quella di creare un clima di paura e insicurezza sociali in modo da far passare in secondo piano ciò che i proletari dovrebbero effettivamente temere: la precarietà del lavoro, la disoccupazione, i salari di fame, l’inflazione e l’incertezza per il futuro.
  3. Il nuovo governo sta agendo in termini preventivi sul terreno sociale. La stagione che sta preparando sarà di lacrime e sangue per tutto il mondo del lavoro. La neo-presidentessa di Confindustria lo ha chiaramente espresso e Berlusconi lo ha sottoscritto. Ben venga dunque un diversivo che storni l’opinione pubblica dalle future mazzate. Meglio parlare della caccia al Rom e dell'immigrato “clandestino” che può essere preso ed espulso quando si vuole, che di ricerca di un posto di lavoro che si trova con difficoltà e quando lo si trova è precario e mal pagato.
  4. In una simile operazione di pulizia etnica ci si dimentica che i mostri evocati sono i figli del capitalismo. Rom è sinonimo di emarginazione, fame, miseria che le nostre società preferiscono ignorare, favorendo la propensione a delinquere e reprimerla quando fa comodo, ma mai tentare concretamente d’integrare per il semplice motivo che costa troppo e, con questi chiari di luna, il capitale ha ben altro a cui pensare.
  5. In compenso ai Rom, come agli immigrati clandestini e non, è concesso di vivere in condizioni animalesche, nei campi abusivi senza servizi igienici, in una sorta di campi di concentramento a porte aperte solo per consentirgli di uscire a vendere la loro forza lavoro a tre / quattro euro nei campi del sud o nelle fabbrichette del nord per dodici ore al giorno.
  6. Razzismo e sfruttamento sono le due facce della medesima medaglia. Scontrarsi con il primo significa combattere il secondo. Tutti e due sono figli del capitalismo, di quel perverso sistema sociale che crea il diverso, se ne serve sfruttandolo sin che fa comodo, lo criminalizza quando occorre, lo usa come agnello sacrificale per contenere ben altre “emergenze” e come monito per meglio tacitare e sfruttare altri proletari che Rom - o immigrati “clandestini” - non sono ma forza lavoro sì.