Falsi amici e veri nemici

E poi cosa vorranno, il sangue?

Volantino per la manifestazione nazionale a Roma, 13/2/2009

Contratto nazionale: azzerato di fatto. Pensione: al mare d'estate... se va bene (e... mezza , senza esagerare!) Sicurezza, stabilità lavorativa e recupero del potere d'acquisto dei salari: in qualcuna delle tante fiction televisive! E la lista potrebbe allungarsi all'infinito. Sono anni, infatti, che padroni e governi - nessuno escluso - aggrediscono il mondo del lavoro dipendente, spinti dal progredire della crisi del capitalismo. Questa crisi, esplosa sul terreno finanziario, è gravissima, non sarà breve e verrà scaricata su di noi, se non reagiamo adeguatamente. Solo per citare qualche dato, la cassa integrazione, tra i metalmeccanici, è aumentata del 1000% e passa!

Che fare? Riteniamo demoralizzante e fuorviante per i lavoratori discutere se la Cigs - pagata oltretutto dalle nostre tasse - deve essere al 65 o all'80% del salario: si tratta comunque di una riduzione dello stipendio, accettando la logica del capitalismo.

La via da percorrere è un'altra: rompere la pace sociale!

Ciò significa che, mentre dobbiamo difendere le nostre condizioni di esistenza, sempre più precarie, allo stesso tempo si deve mettere in discussione l'essenza stessa del lavoro salariato, cioè del lavoro umano ridotto a merce (s)venduta sul mercato (mondiale): il capitalismo.

La lotta per la sopravvivenza che questa crisi ci impone, dunque, può e deve diventare l'occasione per tornare a riempire le piazze e le strade e ricostruire gli indispensabili legami di classe contro tutte le divisioni di categoria ed i veleni razzisti.

I nostri avversari sono quelli di sempre: i padroni con le loro solite compatibilità economiche da rispettare (le nostre possono attendere ovviamente), cioè i loro profitti, ed i rappresentanti dello Stato che, come a Pomigliano, vigilano ed intervengono se necessario affinché tutto resti com'è. Di schifo, cioè.

Ma chi sono gli amici dei lavoratori?? Di certo, non chi dal '93 ha firmato ogni accordo anti-operaio...

... sia col centro-sinistra che col centro-destra (a voler essere pignoli la storia incomincerebbe da molto prima...). Anche se oggi si trova attaccato e messo ai margini dalla furia anti-operaia della Banda Berlusconi-Maroni-Brunetta-Sacconi (= Confidustria). In attesa - è già capitato... - di un “doloroso ma necessario accordo” col Governo nella sostanza uguale a quello già sottoscritto dai dichiaratamente clientelari Cisl-Uil-Ugl, dopo aver fatto scaricare la sana rabbia operaia in un paio di imponenti manifestazioni nazionali diluite in tre mesi.

Il riscatto e la difesa delle nostre condizioni di vita e lavoro passa per la lotta intransigente contro questo sistema, lotta che richiede inevitabilmente forme ( comitati di lotta e assemblee territoriali, sul tipo dei movimenti No Tav/No Dal Molin) e metodi incompatibili con la pratica sindacale, così come fino ad ora l'abbiamo conosciuta o di cui si è persa la memoria: per es. picchettaggi, blocchi, scioperi che i padroni e i loro manutengoli chiamano selvaggi, ecc. Non a caso con le recenti proposte di legge fasciste del governo (vedi proposta Sacconi) ogni sciopero o lotta degna di tale nome saranno di fatto “selvaggi”. Solo in tale percorso, potremo forse strappare cigs, blocco dei licenziamenti, delle bollette, mettere cioè paura e quindi un freno agli attacchi dei padroni incattiviti dalla loro crisi di profitti ed allo Stato che ne tutela apertamente gli interessi.

Noi internazionalisti siamo e saremo sempre al nostro posto nella lotta per una società senza classi, dove cioè il fine delle attività umane sia la soddisfazione dei bisogni e non il profitto.

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