Denunciamo lo squadrismo neofascista e la repressione poliziesca negli scontri di Massa del 25 Luglio 2009

Ma i comunisti non si lascino risucchiare della logica dell'antifascismo: la difesa dell'agibilità politica e territoriale deve essere legata alla ripresa della lotta di classe; il nostro programma è il superamento di questa società in crisi

  • I comunisti devono contrastare chiunque impedisca la ripresa della lotta di classe. Mentre il governo e la borghesia internazionale portano avanti le loro politiche tutte volte ad espropriare e reprimere noi proletari, che già non abbiamo nulla, a vantaggio di chi vive di potere e privilegi, i fascisti stanno crescendo sul territorio e danno vita ad azioni provocatorie e violente come la costituzione del Servizio di Sicurezza Sociale (SSS). Il capitale finanzia queste forze al servizio della Patria e del padronato perchè sa che la crisi porterà ad esplosioni di rabbia sociale ed i fascisti - mercenari al soldo della borghesia - saranno pronti a reprimerle. Ma, al tempo stesso, il problema principale nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, nel territorio, sono le organizzazioni democratiche della destra, della “sinistra” e dei sindacati, che impegnano tutte le loro energie per deviare la rabbia proletaria nel vicolo cieco del nazionalismo (fascismo, leghismo), del tatticismo che frammenta le lotte e le conduce in partenza alla sconfitta, delle compatibilità economiche, le forze che impediscono in tutti i modi l'autorganizzazione della rabbia degli sfruttati.
  • Per questo non possiamo condividere l'appello che gli stalinisti del CARC rivolgono a tutte le forze sinceramente democratiche mentre, al contempo, s*olidarizziamo con TUTTI i proletari, italiani e immigrati, che difendono le loro vite ed il territorio, diventando con ciò vittime della repressione statale, della violenza fascista, sindacale o democratica*.
  • Nella crisi la classe dominante non si combatte cadendo nella sterile contrapposizione fascismo-antifascismo, ma rilanciando il programma della autorganizzazione delle lotte dei lavoratori sul terreno della difesa dei nostri autonomi interessi di classe, indicando la concreta possibilità di opporsi alle politiche del capitale con la lotta di classe, con l'unità di tutti i proletari, italiani e immigrati, stabili e precari, a partire dalla fabbrica fino al territorio. Il terreno sul quale dobbiamo opporci alla crisi, alle politiche padronali ed alla repressione, è quello della lotta a questi servi, per il rilancio della battaglia per il mondo nuovo, il comunismo, una società governata dalle assemblee dei lavoratori, nella quale siano aboliti il capitale e la proprietà privata.
  • Nella crisi, siamo noi internazionalisti che possiamo e dobbiamo aggregare i proletari sostenendo posizioni coerentemente anticapitaliste, combattendo il fascismo ed i fascisti come una delle tante facce con le quali il potere borghese ci reprime e ci sfrutta. Per questo è un errore rincorrere la borghesia sul suo terreno, quello dell'antifascismo democratico e fine a se stesso. L'antifascismo proletario si chiama anticapitalismo.
  • Nei luoghi di lavoro e nel territorio opponiamoci con tutte le forze a chiunque si opponga alla lotta di classe, costruiamo il partito della rivoluzione sociale: tutto il potere al proletariato! Questo sia il nostro programma, su questo programma riconquistiamo le fabbriche, i luoghi di lavoro, le periferie, il territorio.