Corrispondenza - Sul massacro di Katyn

Pensando che l'argomento possa essere interessante anche per altri, pubblichiamo qui la domanda di un lettore, a proposito di un articolo dell'ultimo numero di Prometeo, seguita dalla risposta dell'autore

Sul numero di luglio 2009 di "Prometeo" leggo, nell'articolo a firma di Davide Rizzo su "Antisionismo, antisemitismo e revisionismo", a pag. 25 che la paternità nazista del massacro di Katyn sarebbe falsa e, dunque, implicitamente, sarebbe da attribuire all'URSS staliniana.

Su un'altra rivista, "Teoria & Prassi" n.17 del gennaio 2007, è riportato, a pag. 50, un articolo sullo stesso argomento a firma di Ella Rule. Comprendo che la rivista in oggetto esprima una posizione politica filostaliniana, ma, a una prima lettura, l'articolo di Ella Rule, che attribuisce ai nazisti la paternità del massacro, non mi sembra così infarcito di falsi e contraffazioni. Sbaglio? Mi piacerebbe sentire il vostro parere.

Grazie.

S.

Ciao S.,

grazie innanzi tutto di aver letto il mio articolo e della segnalazione del pezzo di Ella Rule. Ho trovato su Internet solo un estratto della sua traduzione in italiano su “Teoria e Prassi”, ma sono riuscito a risalire all'originale in inglese, sul sito “Stalin Society” stalinsociety.org.uk

Come giustamente noti tu stesso, è evidentissimo l'intento propagandistico che accompagna tutta questa operazione, rimarcato dal sottotesto italiano che tesse le lodi della Stalin Society in quanto associazione “nata per difendere Stalin e la sua opera e respingere la propaganda anticomunista di borghesi, revisionisti, opportunisti e trotzkisti”.

Dal punto di vista storico, dopo l'insabbiamento di 50 anni, la verità su Katyn si è rivelata con una mole di particolari che sembrerebbero rendere la versione del massacro sovietico l'unica attendibile.

Ti cito alcuni dettagli degni di nota:

  1. Neanche nell'ambito del compiacente tribunale di Norimberga è stato possibile addossare ufficialmente il massacro ai nazisti, tanto i fatti materiali smentivano questa versione.
  2. Una commissione internazionale datò i cadaveri al 1940, periodo di occupazione sovietica (l'operazione Barbarossa dei nazisti prese il via nel giugno 1941 e tra l'altro mal si concilierebbe con gli abiti invernali degli ufficiali uccisi).
  3. Esisterebbero diverse prove degli ordini scritti delle uccisioni in data marzo 1940 e dei successivi rapporti. Puoi trovarne un esempio qui: en.wikipedia.org
  4. L'operazione sovietica di insabbiamento tirò fuori la località di Hatyn in Bielorussia, dove venne computa una strage di militari russi, e sistematicamente la interscambiò con Katyn (ad esempio nei libri di scuola e nelle visite ai turisti).
  5. I documenti britannici segretati dal Foreign Office fino al 1989 testimoniano come gli “occidentali” sapessero, ma decidettero di tacere per ragioni di opportunità politica.

Detto tutto questo, a me piace mettere in discussione qualunque cosa, quindi non mi soffermerò oltre sull'elencazione dei fatti a conforto della tesi della responsabilità sovietica, anche per non espormi alla consueta tesi per cui “tutto è falsificabile”. Quello che mi premerebbe sottolineare e che vorrei far notare tanto ai signori della “Stalin Society” quanto ai loro epigoni di “Teoria e Prassi” è la forza con cui da una ricerca storica di questo tipo dovrebbe emergere il contenuto evidentemente imperialistico della politica staliniana: tutti coloro i quali si affannano a tentare di (ri)assegnare la paternità del massacro agli “odiati tedeschi" farebbero bene a ricordare che i loro antenati sovietici sottoscrissero il patto Molotov-Ribbentrop con gli stessi nazisti e che la spartizione della Polonia fu concordata fino nei dettagli: il 3 settembre 1939 si inizia da ovest, il 19 da est; il 52% del territorio all'Urss, il 48% alla Germania. C'è una scena molto evocativa e simbolica nel film di Andrzej Wajda "Katyn", che ben rappresenta secondo me la condizione dei proletari polacchi: migliaia di persone, in fuga da direzioni opposte, si incontrano su un ponte; la metà di esse sta fuggendo dai sovietici, l'altra metà dai nazisti. Tutti sono ugualmente disperati e terrorizzati e pensano di proseguire nella direzione in cui stavano scappando.

Un'analisi classista della vicenda dovrebbe sottolineare il carattere parimenti imperialistico delle operazioni militari dell'Urss e della Germania: a quel punto, chi siano gli esecutori materiali dei massacri passa decisamente in secondo piano e il tentativo di rovesciare di nuovo la storia che è appena stata rovesciata diventa semplicemente patetico.

Sull'argomento, oltre al film sopracitato, ti segnalo un libro interessante dal lato storico (anche se disastroso politicamente): “Pulizia di classe - Il Massacro di Katyn”, di Victor Zaslavsky.

Sul sito di Radio Radicale è possibile anche ascoltare un'intervista allo stesso Zaslavsky sul tema: radioradicale.it

Ti saluto con una nota di colore: su questo forum di Rifondazione si parla di Katyn, senza mettere in discussione la paternità sovietica, affermando anzi che “hanno fatto bene” e che “da qualche parte andavano pure sepolti” rifondazionecomunista.forumcommunity.net

Spero di essere stato di aiuto. Se hai altre domande, sarò felice di rispondere... nei limiti delle mie capacità!

A presto.

Davide