Innse - Solidarietà multata

2 agosto 2009: contro lo sgombero improvviso e violento della Innse, i lavoratori dello stabilimento organizzano con successo un blocco della tangenziale insieme a varie realtà antagoniste milanesi e semplici militanti grazie al tam-tam di sms e dei social network.

In queste settimane la Prefettura invia multe da svariate migliaia di euro ai partecipanti...

Ma non a tutti. Solo “agli esterni” cioè a coloro che non lavorano nello stabilimento etichettati poi sbirrescamente come appartenenti ai famigerati “centri sociali”.

Solidarietà con i “poveri” operai che tengono famiglia e devono pagare l'affitto od il mutuo da parte del sig. Prefetto? Non crediamo proprio.

Ci sembra invece un sottile ma disgustoso e pericoloso intervento “chirurgico”: non si colpiscono (per ora) i lavoratori che scendono in lotta, magari adottando anche forme dure, si colpiscono invece e subito coloro che portano solidarietà e tentano magari di estenderne l'esempio, che è ciò che probabilmente più fa paura.

Un tempo sentivamo dire “Rossa canaglia devi capir che se scendi in piazza puoi morir”, oggi secondo la moda berlusconiana si colpisce prima il portafoglio degli individui, anzi dei compagni cui va la nostra solidarietà militante.

Il precedente è significativo perché dimostra come la classe dominante sia conscia del pericolo che può correre quando le lotte escono dalle fabbriche (o dai loro luoghi specifici) e creano una qualche forma di comunità intorno ad esse che può mettere in dubbio le liturgie sindacal-istituzionali.

Ovviamente in tutto ciò è fondamentale la presenza organizzata dei rivoluzionari.