Lotta di classe o schiavitù? A chi appartiene il nostro futuro? A noi o ai padroni?!

Volantino diffuso in varie fabbriche in crisi in Toscana

Noi non siamo sindacalisti o politicanti in cerca di voti.

Siamo qui come lavoratori ma soprattutto come comunisti per esprimere la nostra solidarietà di classe.

Come Voi siamo stanchi di promesse, prese in giro, di attese più o meno fiduciose in qualche santo che prima o poi risolva la situazione.

Siamo convinti che occorra toccare i padroni nel loro portafoglio, per farsi almeno ascoltare; un primo passo necessario è per forza di cose la mobilitazione operaia dal basso, tesa ad aggregare sul territorio le tante altre realtà che subiscono gli stessi problemi (Seves, Richard Ginori, Gruppo Barducci, Panorama, Sasch etc.)

Per portare avanti azioni e rivendicazioni comuni, dato che siamo tutti uguali quando si deve pagare il mutuo, la spesa, la benzina etc.

Ci vogliono divisi, delusi e rassegnati… ci avranno uniti, incazzati e determinati??

Noi pensiamo che una volontà operaia collettiva condivisa, possa incidere sulla volontà padronale; serve organizzarsi come classe fuori da sindacati ed istituzioni (i quali fanno finta d’essere dalla parte dei lavoratori, in realtà sono strumenti di divisione e narcotizzazione delle lotte, e fanno solo gli interessi dei padroni); unirsi e sperimentare con altre realtà in lotta - movimento studentesco ecc. - forme di lotta “nuove” tipo cortei volanti e simili, uscendo dalla fabbrica e provando a collegarsi con gli altri lavoratori del territorio.

I lavoratori più combattivi creino dei comitati di lotta, per iniziare a rompere la cappa della rassegnazione, per stimolare e organizzare gli altri lavoratori al protagonismo di classe.

Sono le assemblee dei lavoratori che devono decidere modalità e scopi delle lotte.

Uniamo le vertenze delle aziende in crisi, battiamoci contro tutti i licenziamenti e precarietà.

Facciamo sentire la forza operaia ai padroni: creiamo, durante le lotte, coordinamenti indipendenti da tutti i sindacati, che uniscano operai, studenti, precari e i lavoratori di ogni settore!

Questo è un primo passo importante, per poterci appropriare da subito della nostra dignità di classe, avendo chiaro che la prospettiva finale è l’abbattimento del capitalismo, che produce solo sfruttamento, disoccupazione e miseria.