Lavoratori Fincantieri: è ora di fare a meno del sindacato!

La giornata di oggi è stata semplicemente assurda. Il corteo dei lavoratori Fincantieri doveva partire da Piazza Esedra in mattinata. Ma la questura non aveva alcuna intenzione di autorizzare la piazza e tanto meno di renderla disponile. Quindi ha fatto deviare verso Ostiense i treni degli operai, in arrivo da Genova a Termini.

Nel frattempo il ministro Romani stava chiedendo ai sindacati di calmare gli animi. Ma non ce n'era bisogno: si erano dati già un bel daffare!

I primi ad arrivare sono stati i lavoratori di Castellammare di Stabia. Il sindacato in accordo con le forze dell'ordine aveva già organizzato un servizio di navette su cui ha invitato gli operai a salire. Le navette porteranno i lavoratori all'EUR, dove si svolgeranno le trattative.

I lavoratori liguri invece non potranno raggiungere i campani, perché i burocrati avevano detto che era “impossibile”. Quindi sono partiti in corteo verso il Colosseo. Nel frattempo, gli operai sono stati lasciati nella completa confusione, senza riuscire a capire se stessero effettivamente raggiungendo i propri compagni. Soprattutto per la scarsa conoscenza di Roma, hanno devuto però farsi guidare. Ha fatto eccezione una piccola minoranza che, avendo capito che si trattava di una mossa per impedire che i lavoratori si unissero, ha provato a deviare il percorso, trovando però l'opposizione di uno spocchioso burocrate di Lotta Comunista. Sono quindi stati bloccati, sotto il sole rovente, in una strada che porta al Colosseo. I lavoratori si sono trovati davanti un impressionante dispiegamento di celerini. Sono rimasti a lungo lì, dove diversi di loro hanno provato a contestare l'affarismo sia dei politicanti (erano presenti il sindaco di Genova ed elementi della Lega e del PD) che delle burocrazie sindacali, finché ad un certo punto gli è stato detto che l'azienda aveva invine ritirato il piano di tagli.

Ovviamente i burocrati hanno subito cercato di fare i galli, ma non è mancata la contestazione degli operai che meglio avevano capito la situazione. Infatti, il ritiro dei tagli era scontato: le pressioni politiche sull'amministratore delegato Giuseppe Bono erano forti. Inoltre la lotta dura dei giorni precedenti già bastava per forzare questo passo. Gli operai hanno capito bene che, ora che è aperto il tavolo delle trattative, occorre stare ancora più sull'attenti, perché sanno bene che i sindacalisti sono tutti dei venduti. Vogliono garanzie vere, e continueranno a lottare per queste.

Gli operai sono quindi tornati con i volti della sconfitta verso la stazione Ostiense, dove un paio d'ore dopo saranno raggiunti dai propri compagni napoletani. L'amore fraterno fra proletari si poteva toccare, e ben presto si è capito il motivo per cui i sindacalisti e le istituzioni hanno lavorato tanto per tenerli separati.

Invitiamo i lavoratori di Fincantieri ad alzare la testa, ad organizzarsi da sè! È giunta l'ora della lotta di classe e la solidarietà fra proletari è la premessa per una lotta lunga e dura. Occorre che si mettano in collegamento con gli altri lavoratori e che maturi il senso dell'indipendenza dalle strutture sindacali e politiche.

Salutiamo con favore la solidarietà dei giovani proletari di Castellammare di Stabia e di Genova!

Viva la solidarietà di classe!

I compagni internazionalisti di Roma