Ai lavoratori serve la lotta di classe, non i sindacati

La Cgil alla fine ha firmato - allineandosi a Cisl e Uil - l'accordo con Governo e Confindustria sui contratti di lavoro.

I contenuti sono evidenti in termini di classe, al di fuori del linguaggio burocratico-sindacalese che tanto piace a lorsignori, perchè utile ad imbrogliare le carte in tavola e confondere i lavoratori; un accordo aziendale diventa approvato automaticamente quando lo approvano il 50% + 1 dei delegati Rsu (brivido lungo la schiena per chiunque ha un po' di esperienza di queste cose...) senza neppure passare per la consultazione dei lavoratori. I quali sono chiamati in causa solo per approvare accordi siglati dalle resuscitate RSA (Rappresentanze Sindacali Aziendali, di nomina sindacale e schietta origine fascista, operanti dove e se non vi siano presenti le RSU elette dai lavoratori) o in presenza di disaccordo tra i sindacati sull'approvazione di un contratto aziendale e - sempre - se lo richiedono almeno il 30% dei lavoratori o una organizzazione sindacale. Quindi:

La maggioranza di una Rsu eletta dai lavoratori approva un accordo aziendale e questo è valido per tutti, senza bisogno di voto dei diretti interessati. La minoranza ha l’obbligo di accettare l’accordo, perché sono impegnate a rispettarlo... Cioè, le strutture della Cgil, e anche naturalmente la Fiom, non possono più opporsi in Fiat ad un accordo sottoscritto dalla maggioranza delle Rsu, come è avvenuto a Mirafiori e Pomigliano, ma devono accettarlo e applicarlo in quanto la casa madre confederale si è preventivamente impegnata per loro. Questo significa anche rinunciare allo sciopero perché le “clausole di tregua sindacale finalizzate a garantire l’esigibilità degli impegni” hanno “effetto vincolante” per tutti i firmatari dell’accordo interconfederale. D’ora in poi se Fim, Uilm e Fismic firmano in Fiat, la Fiom deve solo obbedire e non può scioperare, perché la Cgil si è impegnata per essa. [Inoltre...] “i contratti collettivi aziendali possono definire specifiche intese modificative delle regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro”. Si aggiunge anche che se i contratti non prevedono clausole di deroga, queste si possono fare lo stesso a livello aziendale, in particolare sulla “prestazione lavorativa, gli orari e l’organizzazione del lavoro”.

Dal sito della Rete28Aprile

Una volta che un accordo aziendale è approvato con le modalità di cui sopra è VIETATO a tutte le organizzazioni sindacali proclamare scioperi (ma non ai lavoratori, però...!).

La giungla dello strapotere padronale legittimato dal Sindacato senza neppure (provare a) opporsi sul terreno “scivoloso” della mobilitazione dei lavoratori - aggiungiamo noi, considerando anche che oltre l'80% dei lavoratori italiani lavora in realtà medie o piccole, con meno di 50 dipendenti dove quindi la ricattabilità e le pressioni sono maggiori.

In attesa che un governo meno ripiegato sui propri scandali e processi privati dia anche una cornice legale per meglio cristallizzare la situazione.

Da marxisti non dimentichiamo certo che è in ultima analisi la crisi internazionale che impone ai padroni nostrani di aumentare il controllo sulla forza lavoro e la sua produttività per restare competitivi nel mercato mondiale (e col portafoglio ben gonfio, ovviamente), come insegna bene anche “l'eroe dei 2 mondi” (borghesi) mr. “Vogliamo Tutto” Marchionne, per il quale il recente accordo non è ancora sufficiente!

Per completezza riportiamo anche il buon Landini che, nel Manifesto del 30/6, a chi gli chiedeva della possibilità che la Fiom rompesse con la Cgil, magari per aggregarsi ad una parte del sindacalismo di base per dare vita ad un' opposizione ipoteticamente classista, rispondeva perentorio: “Noi restiamo dentro la Cgil perché la Fiom è ed sempre stata parte della Cgil”... più chiaro di così!

Nessuna illusione per i tanti lavoratori in buona fede e magari in prima fila nelle mobilitazioni che guardano alla Fiom come uno strumento di lotta per difendere le proprie condizioni di vita e lavoro!

Detto ciò, ci pare evidente che ai lavoratori la questione si ponga più o meno in questi termini: rassegnarsi a subire sempre e di più con l'avallo o l'impotenza sindacale rispetto alle scelte padronali oppure iniziare a reagire auto-organizzandosi dal basso sui bisogni immediati (senza aspettare i sindacati, inutili se non di ostacolo), recuperando contemporaneamente un po' di genuino istinto antagonista e di classe.

Noi da comunisti internazionalisti siamo e saremo sempre al nostro posto nel promuovere, dove possibile, e nel sostenere queste mobilitazioni con la prospettiva dell'anticapitalismo, della radicamento nella classe del partito comunista ed internazionalista e dei suoi gruppi di fabbrica e territorio.

DS

Comments

La legge bronzea dell' oligarchia colpisce e colpirà ancora.

E' il grande problema dei "rappresentanti" che, conquistata una certa rilevanza, tendono a difendere gli interessi personali maturati, sottraendo impegno e determinazione nella difesa degli lotte collettive.

Occorre elaborare sistemi che, prevedendo forme di rotazione automatiche, vedano alla testa delle masse rappresentanti motivati, attivi e scevri dalle fascinazioni del sistema mediatico.

Il sistema da cambiare è quello capitalistico, non ce nulla da riformare, correggere o elaborare, non penso neanche siano le fascinazioni mediatiche il problema..