Proletari, giù i calzoni e le mutande!

Il Governo dei Tecnocrati… finanziari ha partorito in fretta e furia il suo capolavoro per la salvezza del capitale nazionale. Dopo aver chiarito che - a suo merito - si doveva tener conto del brevissimo tempo in cui si era costretti a riparare a quanto non era stato fatto in almeno 15 anni precedenti. Sorge spontanea la domanda: di grazia, chi era mai la classe che gestiva questo Bel Paese? Erano forse i lavoratori, i pensionati, i proletari in genere? E perché mai a pagare non è quella classe borghese che se l'è spassata fra canti e balli sul ponte del Titanic?

In media ogni famiglia subirà un taglio di 635 euro l'anno (Cgia di Mestre) Comprendendo anche le “regalie” lasciateci dal governo Berlusconi, si arriva a ben 6.400 euro di tagli per famiglia (sempre in media) nel quadriennio 2011-2014. In questo intero periodo si avrà una “tosatura” del gregge popolare per un totale di ben 161,1 miliardi di euro.

Secondo l'Adoc (difesa e orientamento dei consumatori) le famiglie si troveranno in meno complessivamente 2 mensilità medie di salari, stipendi e pensioni per ogni anno.

Con l'accise sui carburanti aumenteranno del 2% i costi diretti e indiretti specie per il trasporto dei generi alimentari.

Questo in media, statisticamente per tutti. E i ricchi? Difficile scovarli, ci dicono, anche perché spesso si confonderebbero con i… poveri (anche se guardando al lusso che sfoggiano nel loro “stile di vita” e alle… “sobrie” spese che fanno, i conti non tornano.) Comunque, meglio colpire lavoratori e pensionati; si fa prima e rendono di più…

Col ritorno dell'Ici (che diventa Imu), per esempio, i ricchi pagheranno meno di prima per le seconde case (con redditi superiori ai 100.000 euro l'anno - Cgia). L'Imu, infatti, sarà una tassa piatta, senza ulteriori aggravi quali quelli che prima si aveva con l'Irpef come addizionale sugli immobili.

4,8 miliardi, come prima rata, vanno subito ad alcune infrastrutture con ampie possibilità date al capitale privato per poter avere concessioni di sfruttamento economico delle opere realizzate (e di “altre opere connesse”) addirittura per la durata di mezzo secolo. Da segnalare il finanziamento della galleria che passa sotto il Passo dei Giovi: entro il 2019 una ferrovia ad alta velocità collegherà Genova a Tortona (53 chilometri). Poi si riprenderà il percorso sulle vecchie linee… Lo stesso per altri brevissimi tratti, come la Treviglio-Brescia: a chi giova?

A latere, sono soppressi i fondi per l'editoria cooperativa (fine dei contributi diretti). Alla faccia di precedenti dichiarazioni del Padre della Patria, Napolitano, che aveva pochi giorni prima elogiato le testate cooperative. Avvantaggiati i grandi gruppi editoriali: guarda caso, l'attuale sottosegretario con delega all'Informazione, C. Malinconico, proviene dalla Fieg…

Capitolo pensioni. Il blocco delle indicizzazioni, a partire dalle pensioni medio-basse, ruberà - a causa dell'aumento dell'inflazione - agli assegni di questi “fortunati” e più… agiati pensionati all'incirca 300 euro all'anno. E quella che si abbatterà sui “redditi” dei pensionati, presenti e futuri, sarà una vera e propria mannaia. Un futuro che, con il legame automatico del pensionamento all'aspettativa di vita, sarà, manco a dirlo, di ulteriori lacrime e sangue proprio per le “nuove generazioni”. Probabilmente costrette ad elemosinare lavoro salariato fino ad oltre i 70 anni, e semmai ottenere poi un assegno che non basterà neppure per una misera cassa da morto e recuperando il legna dalle cassette della frutta!

Ed ad ulteriori “rischi” saranno i lavoratori - uomini e donne - messi in mobilità lunga (che nel tempo aumenteranno sempre più di numero), in mobilità ordinaria, cassintegrati a zero ore, disoccupati alle prese con le illusioni degli “ammortizzatori sociali”, eccetera.

Intanto, mentre il Fondo lavoratori dipendenti risulta in attivo (già, così è!), il Fondo dei dirigenti di azienda ha un deficit di ben 3 miliardi e 500 milioni di euro. In forte deficit sarebbe anche la gestione dei lavoratori autonomi che versano aliquote contributive di solo il 20%. Una presa in giro diventa quindi l'aumento agli autonomi dei loro contributi per due punti percentuali entro il 2018, quando già fin da ora gli stessi risparmiano complessivamente un versamento annuo di quasi 5 miliardi di euro. Evviva l'equità ! A parte il fatto che noi, vetero comunisti dileggiati (e peggio) da borghesi ed ex stalinisti, semmai chiederemmo non l'aumento dei contributi per gli autonomi, bensì la diminuzione, anzi la eliminazione, dei contributi versati dai lavoratori e sottratti ai loro miserevoli salari!

Delta