Quale alternativa?

Volantino per lo sciopero generale del 14 novembre

La crisi non è affatto passata e non è dovuta semplicemente a “cattivi debiti” o “cattive banche”. Questa è una crisi strutturale che ci sta accompagnando da decenni.

Precarietà del lavoro, licenziamenti, tagli ai sussidi sociali, crescente disoccupazione giovanile, aumenti di tasse perlavoratori dipendenti e pensionati, tagli alle pensioni e allo stato sociale. Non importa dove uno viva, nel cosiddetto mondo “avanzato” o meno, la ricetta è la stessa. Stiamo subendo un brutale deterioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro.

Negli ultimi tre decenni la classe lavoratrice internazionale è stata costantemente in ritirata, e qualche piccolo segnale di ripresa arriva solo dagli stati che stanno subendo gli effetti peggiori, come Grecia e Spagna. Tenendo conto del disastro incombente per i lavoratori, non possiamo non constatare questa condizione di arretramento e frammentazione. Anni passati di sconfitta in sconfitta hanno contribuito a svilire nella classe lavoratrice la coscienza della propria forza (rendendo evidente come ogni soluzione riformatrice sia votata al fallimento), mentre, al contempo, l'avversario borghese è avanzato, rinforzandosi in ogni ambito: ideologico, politico, repressivo, militare. Mai come oggi appare imprescindibile porre al centro dell'attenzione l'impegno dei militanti più attivi per la costituzione di un solido punto di riferimento politico ed organizzativo: il partito del proletariato.

La ripresa della lotta di classe passerà attraverso la capacità del proletariato (disoccupati, lavoratori al nero, operai, semplici impiegati, precari, lavoratori in pensione) di unirsi indipendentemente da età, situazione lavorativa o settore. Questa unità si potrà realizzare dando vita, in ogni vertenza, a comitati di lotta che rompano con la logica sindacale e che si muovano come un unico fronte di lotta.

Ma non basta, la lotta per essere decisiva dovrà diventare politica: una lotta di classe contro il sistema stesso che genera crisi e oppressione, contro la sua essenza, il capitale, e contro i suoi rappresentanti, le classe dominante. A noi serve infatti una società completamente diversa, che produca per soddisfare i bisogni di vita dell’umanità, nella quale i mezzi di produzione e distribuzione siano socializzati e non gestiti in modo privato (o nazionalizzato…), una società dove la produzione risponda al reale soddisfacimento dei bisogni, dove, infine, l'ambiente non sia saccheggiato e devastato. Un processo di trasformazione rivoluzionario che passerà attraverso la presa del potere politico da parte del proletariato.

Questo è il genere di comunismo a cui aspiriamo, che non ha nulla a che fare con quanto realizzato in URSS, Cina, Cuba ecc. ecc.

Abbiamo davanti una lunga lotta, per convincere i compagni della nostra classe della reale alternativa al capitalismo e per organizzarci in modo da sconfiggere le cricche capitaliste al potere. Per tale motivo, coloro che riconoscono già la necessità di una nuova società sono chiamati ad organizzarsi in partito comunista, internazionale ed internazionalista, per porsi come punto di riferimento politico-organizzativo degli sfruttati.

Ti invitiamo a entrare in contatto con il Partito Comunista Internazionalista.

Battaglia Comunista - Partito Comunista internazionalista
Martedì, November 13, 2012